di Michela Berto*
Il mio lavoro, anzi, la mia passione mi porta molte volte, a condividere con i miei Ospiti la buona tavola.
Circa una decina di anni fa, un affezionato cliente, lo chiamerò Gastone, dopo aver cenato da Noi mi disse “ Michela, mi hanno regalato una bottiglia di vino francese, volevo sapere se era buono”, naturalmente chiesi che bottiglia fosse “ Se non ricordo male in etichetta è scritto Mouton-Rothschild, ma è vecchia sarà ancora buona?” rimasi basita rispondendogli “Ti hanno regalato un vino stupendo della zona del Bordeaux ”, avendo però dei dubbi al riguardo gli chiesi di portarmela per averne la certezza.
Passa qualche tempo, una sera prenota per la cena e porta la bottiglia, come la vedo la riconosco “Château Mouton-Rothshild 1955” non credo ai miei occhi, sia per il grande prestigio di questa azienda che ha superato le oltre 150 vendemmie, il che significa continuità e tradizione, sita nella zona della Gironda in Bordeaux, prodotto da uve cabernet sauvignon in gran parte, merlot e cabernet franc coltivate nelle Grave, è un terreno pieno di pietre e sabbie argillose ideale per produrre grandi vini dove le radici vanno in profondità e trovano strati calcareo-marnosi ricchi di alimenti minerali che danno nutrimento alla vite per produrre vini eleganti ricchi di tannini e molto longevi.
Vi elenco la Classificazione Ufficiale dei vini di Bordeaux del 1855 richiesta dall’Imperatore Napoleone III
I negozianti del commercio vinicolo valutarono la scelta in funzione della reputazione degli Châteaux e del loro costo di produzione, che all’epoca era direttamente proporzionale alla qualità
valutandoli Châteaux Premier Grand Cru Classe :
Château Lafite Rothschild,
Château Latour,
Château Margaux,
Château Haut-Brion,
Château Mouton-Rothschild, dal 1873
bottiglie che partono da una quotazione minima di 400-500 € arrivando alle migliaia di euro nelle vecchie annate.
Tra una chiacchiera e l’altra mi chiede se posso conservarla nella mia cantina, ovviamente approvo con grande piacere e gli trovo un posticino in bellavista.
Passa ancora del tempo, ogni qualvolta veniva a cena parlavamo della sua bottiglia, finche un sabato, Gastone, la moglie e una coppia di amici, nostri clienti con cui ho confidenza, vengono a cena, succede che lui deve rispondere a una chiamata urgente di lavoro, la moglie era andata a lavarsi le mani, e colgo l’occasione per proporre alla coppia dei loro amici un baratto, io metto il cibo e Gastone mette la bottiglia, quando ritorna glielo chiedono e lui acconsente con piacere.
il Mouton-Rhothschild del 1955
Qualche ora prima della cena per dare ossigenazione al vino e degustarlo al massimo delle sue potenzialità lo apro, guardo la bottiglia in controluce, il vino è leggermente evaporato di qualche cm, attorno al vetro ci sono dei sedimenti, ma il vino ha ancora colore, nel togliere il tappo devo prestare molta attenzione, in quanto il sughero in genere si sbriciola essendo il tappo molto vecchio, questo era perfetto! Molto corto circa 4 cm e ciò mi stupisce, nelle bottiglie importanti si arriva anche a 6/8 cm, noto dei cristalli e residui di estratti nella parte dove è stato a contatto con il vino, questo fa pensare che non sia filtrato e abbia tanta materia, lo annuso il tappo ha profumi molto evoluti di spezie, sa di vino, marsala o un barolo chinato, non si sentono odori sgradevoli, ne puzze, ne ossidazioni aggressive, mi stupisce, appoggio una garza sopra la bottiglia sperando che nelle ore a seguire di ossigenazione il vino aumenti nei profumi .
Mouton-Rhothschild del 1955 ho avvinato i calici, il colore era di un rosso aranciato scarico, non proprio limpido, i profumi si sentivano a distanza, l’ho assaggiato, una cosa indescrivibile, l’ho trattenuto per diversi secondi prima di gustarlo, era di una straordinaria integrità, tannini morbidissimi che massaggiano le gengive come fosse velluto, morbido, caldo, senza spigoli, aveva una rotondità che ho riscontrato in rari vini, aromi balsamici, con un corredo aromatico importante.
l’ho bevuto FANTASTICO, cuoio, uvetta passa sotto spirito, cannella, liquerizia, bacche di cacao, note medicinali, sentori mentolati, alloro, chiodi da garofano, erbe aromatiche e speziate, aveva una persistenza gusto olfattiva infinita, mozzafiato, infatti dopo 15 minuti (controllato con l’orologio) ne sentivo ancora il sapore, incredibile bevibilità, elegante, fine, leggermente sapido, secco e asciutto, sembrava austero ma il finale esalta la morbidezza a la complessità di un grande vino, eternamente persistente per un vino di 50 anni
E tra me e me pensai “Sti francesi !!!” avrei preferito fosse italiano
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