Il Pd parla di scorrettezza istituzionale e M5s chiede sanzioni per il ritardo sulla comunicazioni dei dati. La vicenda Pfas non sembra esaurirsi con le rassicurazioni arrivate sugli alimenti.
“Sui Pfas, gli uffici regionali non rispondono a nessuna delle nostre richieste. In una nota emessa dalla Regione, che ha fatto seguito alla nostra presa di posizione di ieri, con la quale abbiamo sottolineato come nessuno abbia comminato alla Miteni le sanzioni previste per il ritardo nella comunicazione relativa alla scoperta dell’inquinamento nel sito produttivo, gli uffici regionali non forniscono alcuna informazione utile”. Sono le parole dei Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che, tramite una nota, spiegano: “Abbiamo chiesto perché nessuno abbia applicato le sanzioni previste dalla legge per il ritardo e parliamo di oltre 9 milioni di euro, che con la prescrizione si riducono a poche centinaia di migliaia di euro. Mentre passano i giorni, la somma diminuisce ulteriormente e la Regione non trova di meglio da fare che agitare spiegazioni senza un contenuto effettivo”.
“Le argomentazioni degli uffici ci fanno solo arrabbiare – è il commento dei
Consiglieri – perché si parla di azioni, di messa in sicurezza e di acqua potabile.
Ma ora non stiamo parlando di questo; stiamo parlando di sanzioni non
applicate. E vogliamo una risposta precisa, puntuale e definitiva. Continueremo
a chiederla fino a quando non ci risponderanno e non ci accontenteremo di
chiacchiere minacciose. Il tempo della pazienza è finito, ogni risposta non data
a noi è una risposta non data a centinaia di migliaia di veneti che vogliono
sapere la verità sui Pfas”. “Se non arriveranno risposte chiare e precise – concludono gli esponenti del
Movimento 5 Stelle – presenteremo sull’argomento un esposto alla Corte dei
Conti”.
Il Pd parla di scorrettezza istituzionale. “È grave che gli assessori della Giunta Zaia presentino ai giornalisti gli esiti del monitoraggio sui Pfas prima ancora che alla Commissione d’inchiesta. È sacrosanto rendere noto lo studio ai media e ai cittadini ma questa è una scorrettezza istituzionale, l’ennesima nei confronti del Consiglio. Auspichiamo una presa di posizione forte da parte dell’Ufficio di presidenza della Commissione Pfas che con l’episodio di oggi viene esautorata
da uno dei suoi compiti”. Così il Consigliere del Partito Democratico Andrea
Zanoni e la collega della lista AMP Cristina Guarda, entrambi componenti della
Commissione Pfas, commentano la conferenza stampa odierna della Giunta
con l’illustrazione dei risultati del monitoraggio sugli alimenti.
“A questo punto – aggiungono i due Consiglieri – per svolgere il nostro lavoro
dovremo andare la mattina in edicola. È avvilente: solo lunedì i rappresentanti
dell’Istituto superiore sanità (Iss) sono venuti ‘abbottonati’ in Commissione Pfas
per quanto riguarda l’indagine alimentare e adesso scopriamo che in realtà lo
studio è già terminato. I quattro tecnici Iss hanno tenuto la massima vaghezza
sui risultati e soprattutto sulla data di consegna dei risultati, senza dare cifre e
sulla data di consegna dei risultati. A distanza di cinque giorni scopriamo che
tutto era pronto, un atteggiamento scorretto”.
“Da mesi – proseguono – chiediamo i dati con interrogazioni e richieste in aula,
senza alcuna risposta e ora che sono disponibili invece di coinvolgere i
consiglieri della Commissione d’inchiesta con vincolo di riservatezza,
organizzano una conferenza stampa. Dovrebbero ricordare che nell’istituire la
Commissione Pfas, il Consiglio ha stabilito, al punto 4 della delibera, di
attribuirle tra i vari compiti anche la valutazione dei ‘risultati del Piano di
Monitoraggio sulle matrici di interesse alimentare in relazione alla
contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in alcuni ambiti del
territorio regionale’. Adesso ci chiediamo quando la Giunta verrà in
Commissione a presentarci i dati, visto che nelle due prossime convocazioni
non è previsto nulla sull’argomento. Quanto dovremo aspettare ancora?”
“È ugualmente avvilente sapere solo dal ministro della Salute Lorenzin che la
Giunta ha già preso dei provvedimenti conseguenti a questo monitoraggio,
come l’ordinanza di divieto di consumo dei pesci di cattura. Non è questione di
merito, ma di metodo – sottolineano in chiusura Zanoni e Guarda – e in ogni
caso resta grave che una regione come il Veneto che ora chiede più
autonomia, riveli i dati sulla contaminazione della catena alimentare, così
importanti per la salute dei cittadini, solo dopo quattro anni dalla scoperta del
disastro ambientale”.