L’Inquisizione a Venezia
di Gian Nicola Pittalis
La storia dell’inquisizione in una Venezia che anche in un periodo così tragico e inquietante della storia e in particolare della storia della Chiesa (come l’inquisizione), ancora prima della scoperta dell’America, mantiene la propria libertà di pensiero.
Storie veneziane diverse in un momento in cui per secoli si celebrano processi ai “diversi” di ogni maniera (solo per un’accusa, perché di religione diversa, legati alla conoscenza delle erbe medicinali etc.) in una Venezia mantiene la sua autonomia rispetto alla Chiesa di Roma tanto che durante la Serenissima non vengono mai accesi roghi per eretici o streghe anche se le punizioni mortali non mancavano attraverso altri modi tipo l’affogamento con la pietra al collo. Non viene celebrato mai il processo pubblico come l’Auto da Fe ma Venezia, con astuzia, agisce rapidamente con i grandi personaggi come Galileo Galilei. Lo fa fuggire, scappare, gli consiglia come comportarsi e lo tutela dall’inquisizione stessa. L’autore accompagna la storia dell’inquisizione fino alla sua fine con l’arrivo di Napoleone. Si parte dal racconto di un mozzo che approda sotto accusa della conversione all’islam a Venezia. Fuggito da Costantinopoli, sapendo che la Serenissima accoglieva queste persone, cerca rifugio in Laguna. Proprio questo ragazzo, Mannarino, poi incarcerato a Palermo dove era tornato, ridipinge “La battaglia di Lepanto” che ora si trova nel Palazzo della Regione. Poi il libro si snoda tra il processo a Veronese costretto a cambiare il nome al suo dipinto da “Ultima cena” a “Cena in casa Levi” fino alla difesa dell’autonomia da parte di Paolo Sarpi fino ad arrivare a Giovanni Paolo II che per primo come Papa chiede scusa per la tragedia dell’inquisizione. È un libro che non ha pretese di essere storico ma solo divulgativo per dimostrare e rimarcare come Venezia a differenza di Spagna, Paesi Bassi e Germania rivendica e ottiene la sua indipendenza proprio grazie a Paolo Sarpi che riuscì a sfuggire ai sicari mandati dal papato contrario alla sua libertà di pensiero. Tutto da scoprire e leggere, anche attraverso quei pochi atti dei processi rimasti a Venezia perché portati in Francia o Spagna come a cancellare un passato da voler dimenticare. Il tutto sullo sfondo di una Venezia tra Dogi che si sottomettono o difendono la propria libertà quando è possibile tranne nel caso di Giordano Bruno, processato a Venezia ma consegnato per obbligo per essere condannato a morte a Roma.