di Michela Berto*
La terra di Sicilia è uno scrigno che conserva ancora molte realtà naturali incontaminate da conservare e custodire.
Ci andai alcuni anni fa, per partecipare ad un concorso tra colleghi ristoratori, organizzato presso l’azienda vinicola di Arianna Occhipinti, che si trova a Vittoria in provincia di Ragusa, era il mese di luglio, ci accoglie un caldo torrido e asciutto la prima impressione non è stata delle migliori, il paesaggio sembra trascurato non coltivato e lasciato in abbandono, ma nel tempo di poche ore cambi completamente la tua visione e lo trovi selvaggio e naturale, si sentono profumi dimenticati e non trovi la frenesia che ci soffoca nel nostro industrializzato nord.
Questa regione conserva ancora molte varietà di uve autoctone a piede franco con viti di età tra i settanta e i cento anni sparse in tutta l’isola, soprattutto nella zona dell’Etna ricca di vigneti pre-fillossera, il “Frappato di Vittoria” è un vitigno a bacca rossa e si trova principalmente nel ragusano.
La cantina sorge in un palmeto, struttura in pietra antica dove una volta si pigiava il vino, l’aria che si respira in questo pezzo di Sicilia è leggera e pulita, ricordo che notai subito Arianna, all’epoca non ancora trentenne, esuberante e solare, dagli occhi grandi e scuri, dalla pelle olivastra che contrasta un sorriso sempre acceso, ragazza dal temperamento forte, solare e sincero.
Persona decisamente responsabile nel ruolo di viticultrice, assolutamente convinta di avere un patrimonio da salvaguardare e consapevole della ricchezza della sua terra, colgo alcuni passaggi del suo modo di approcciarsi alla coltivazione della vigna e alla produzione del vino.
“Preferisco lavorare la terra a mano e uso unicamente uve cresciute organicamente senza uso di pesticidi, fungicidi, fertilizzanti chimici o sintetici,
attorno al vigneto lascio le piante, ciò aiuta il terreno ad ossigenarsi e alimentarsi, sono una risorsa nel mantenere la biodiversità e l’equilibrio naturale, mantengo i vecchi cloni di queste uve, usando la selezione massale e l’innesto in campo, in questo modo mantengo le varietà più antiche di uva per esaltare la diversità e creare maggior armonia nei vini valorizzando le caratteristiche date dal territorio, la raccolta la faccio manualmente ciò mi permette di selezionare il frutto più sano e maturo, questo comporta meno interventi in cantina ottimizzando la fermentazione spontanea con i lieviti indigeni e aggiungendo un bassissimo contenuto di solforosa”
Da queste parole si deduce che l’uva deve essere sana, raccolta al giusto grado di maturazione, possibilmente da vigneti vecchi per avere una qualità costante ogni vendemmia, conoscere le tecniche di cantina, valorizzando le qualità organolettiche del frutto, ciò può essere paragonabile alla cucina, per ottenere un buon piatto devi assolutamente avere gli ingredienti di ottima qualità, freschi, conoscere la materia e saperla lavorare per esaltarne le caratteristiche estetiche e gustative.
il Frappato prodotto da Arianna è una bevanda dal colore rosso rubino scuro, non troppo intenso (assomiglia al pinot nero), appena lo versi nel calice possiede delle leggere “puzze” che nel giro di qualche minuto scompaiono lasciando spazio alla frutta rossa fresca, dai profumi di ribes, prugna e mirto, è vinoso, aspro e fresco, molto elegante e raffinato, quando lo si degusta è avvolgente e coinvolge tutte le percezioni sensoriali del palato, sicuramente vi sorprenderà, può essere accompagnato a piatti di media struttura, carni bianche, bolliti, pesci grassi e formaggi freschi.
Lo consiglio vivamente
*Sommelier – Ristorante San Martino