In Friuli Venezia Giulia oggi vivono circa 300 bambini e adolescenti con diabete mellito tipo 1, di cui 100 nell’area di Trieste, e l’età della diagnosi si riduce sempre più. Considerando l’ampia diffusione della malattia, quindi, occorre guidare i piccoli pazienti, i genitori e gli insegnanti all’interno di un percorso che li aiuti a conoscerla e a gestirla nella quotidianità. I bambini devono condividere la loro vita con il diabete anche con i loro amici e compagni. Per questo motivo, il 28 febbraio farà tappa a Trieste Sono Un T1po, la campagna nazionale di sensibilizzazione sul diabete rivolta a bambini in età scolare ed insegnanti. Il progetto è ideato da AGDI (Associazioni Giovani Italiani con Diabete) in collaborazione con Eli Lilly e con il patrocinio di Siedp (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) e di Diabete Italia. La campagna, iniziata nel 2013, ha già coinvolto circa 20 città italiane. Nel 2018 ha coinvolto Pavia, fa tappa a Trieste.
Durante gli incontri saranno presentati ai bambini anche i fumetti educativi della Disney “Coco torna a scuola” e “Coco e la festa di Pippo”, che vedono come protagonista Coco, una scimmietta simpatica e vivace che ha il diabete di tipo 1. I due fumetti nascono dalla collaborazione tra la multinazionale farmaceutica Eli Lilly e la Disney (Disney Consumer Products & Interactive Media). Il fumetto può favorire la gestione e la comunicazione con i compagni di classe del bambino con diabete. È uno strumento di aggregazione che può aiutare il bambino a condividere la propria condizione con i compagni di gioco, favorendo la condivisione e abbattendo molti pregiudizi. Gli incontri saranno inoltre l’occasione per presentare il Documento strategico di intervento integrato per l’inserimento del bambino con Diabete in contesti Scolastici ed Educativi, redatto da AGD Italia in collaborazione con il Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e SIEDP e che rappresenta di per sé un progetto di integrazione scolastica contro ogni tipo di discriminazione. Infine, avverrà anche il lancio del concorso SONO UN T1PO, i cui temi saranno proprio quelli contenuti anche nei fumetti: “Sport e Diabete”, “Creatività e Diabete”, “Golosità e Diabete”.
“In Friuli – spiega Elena Faleschini, responsabile della SS di endocrinologia e diabetologia della Clinica Pediatrica dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste – i bambini e ragazzi con diabete tipo 1 sono ormai oltre 300: in particolare, nella fascia d’età 0-14 anni l’incidenza del diabete tipo 1 in Friuli si attesta a circa 15,8 nuovi casi ogni 100 mila abitanti/anno, con un costante incremento più marcato nelle fasce d’età prescolare e scolare, tanto che nell’ultimo decennio il numero degli esordi di diabete è praticamente raddoppiato. Purtroppo, la diagnosi è ancor oggi troppo spesso caratterizzata dal grave quadro clinico della chetoacidosi, sulla cui prevenzione attraverso la sensibilizzazione a riconoscere i sintomi tipici del diabete scompensato (bere tanto e bagnare nuovamente il letto di notte) è in corso il massimo sforzo”.
“Per quanto riguarda l’assistenza medica, invece – prosegue la dr.ssa Faleschini – è importante sottolineare che si tratta di un grande lavoro di formazione non solo del bambino con diabete ma di tutto il nucleo familiare, con particolare attenzione anche agli aspetti della scuola e del sociale: una presa in carico a tutto tondo che caratterizza l’approccio del diabetologo pediatra. Lo sforzo terapeutico deve concentrarsi infatti specificamente anche sull’educazione di chiunque si trovi ad interagire col bambino con diabete, altrimenti una condizione come questa, che tocca tutti i momenti della vita familiare e dei contesti di socializzazione (in particolare la scuola) non può essere gestita adeguatamente. Fondamentale inoltre, è l’educazione nutrizionale che deve far riferimento alla dieta mediterranea, della quale le famiglie dei nostri pazienti possono testimoniare i benefici effetti sulla salute di tutti, con e senza diabet.”
“L’inserimento scolastico del bambino con diabete – Gianni Lamenza, Presidente di AGD – passa attraverso la formazione del personale scolastico e la convinzione che il bambino con diabete non ha bisogno di misure di sostegno speciali bensì solo di una sorveglianza consapevole. La gestione ordinaria del diabete – continua – oggi è resa molto semplice dalla tecnologia e le possibili anche se improbabili situazioni di emergenza possono essere gestite da personale anche non sanitario adeguatamente formato. Per cui questa iniziativa per noi è preziosissima. La parola chiave è “demedicalizzazione”: il bambino non va trattato come un malato, perché la sua patologia non richiede assolutamente la presenza di personale sanitario; altrimenti non si spiegherebbe come mai i genitori che non sono medici siano in grado di assistere i propri figli in condizioni di assoluta sicurezza. Ed è proprio per questo che l’insegnante ha il diritto di essere formato adeguatamente per poter svolgere il suo compito in condizioni di serenità e sicurezza.”