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Flash… Porgi l’altra guancia: Gesù Cristo, Mohamed Alì e Trump

di Robin

Nonostante quel che si legge nel Vangelo, di questi tempi qualcuno sostiene senza vergogna che di avere tutta l’intenzione di restituire lo schiaffo anziché porgere l’altra guancia. L’esortazione evangelica viene erroneamente spiegata come un atto di umiltà e sottomissione. Chi è in posizione di potere usa la parabola per indurre i sottoposti a subire le prepotenze senza reagire. Gli umili presi a ceffoni sarebbero invitati a subirne altri “cristianamente”; al più a chiedere pietà.

Ma il senso della parabola è un altro. Già Don Milani, aveva messo in dubbio questa interpretazione. Porgere l’altra guancia, è una dimostrazione di sicurezza di sé. Se lecito il paragone, Gesù Cristo si comporta un po’ come Mohamed Alì (Cassius Clay) quando combatteva con Foreman e lo incitava a colpirlo più forte (“Is that all you got, George? They told me you could hit!“). Non reagire alla violenza è un atteggiamento responsabile e determinato che evita di innescare spirali di violenza. Il contrario di un atto umile e sottomesso.

Chi reagisce d’impeto ponendosi sullo stesso piano del violento e del prevaricatore è un perdente e un pauroso. L’animo nobile sa trattenersi. Oppone all’istintiva violenza la capacità di subire un piccolo danno – uno schiaffo – per evitare problemi maggiori in futuro. Fa valere le proprie ragioni con la forza della propria sicurezza: chiamiamole fede e speranza se siamo Cristiani, ma i concetti si applicano universalmente.

Sono perciò umili, piccoli e plebei coloro i quali reagiscono sbraitando e chiedendo soluzioni radicali e definitive dei problemi umani e sociali. A fronte delle stragi nelle scuole, il grossolano Trump propone di armare gli insegnanti. Sono persone prive di orgoglio coloro i quali sono terrorizzati da quattro immigrati e cinque zingari. Cedono alla tentazione di restituire lo schiaffo quelli che di fronte alla corruzione si sentono autorizzati a rubare. Un popolo nobile sa incassare gli schiaffi e accetta qualche piccolo dolore perché convinto della propria superiorità morale che nel lungo periodo conduce allo sviluppo della civiltà. Così che una comunità civile accetta un po’ di temporanea corruzione preferendo premiare gli onesti piuttosto che punire i malvagi; non cade nel panico per marginali fenomeni di microcriminalità per dimostrare ai criminali che non riescono a scalfire la nostra fede nella giustizia e cerca così di recuperarli. La grandezza delle società umane non sta nella perfezione: “la pureté dangereuse” è il bel titolo di un saggio di Bernard-Henry Levy. Piuttosto sta nella capacità di assorbire le devianze senza reazioni improvvide. Invocando inefficaci provvedimenti immediati – “chiudiamo Casa Pound e i Centri Sociali”! – si vorrebbero eliminare sopportabili tafferugli anziché pensare a contenerli per mezzo di politiche forti, civili e meditate. Nella metafora evangelica: la bassezza di chi restituisce lo schiaffo.

Tanto più che coloro i quali restituiscono lo schiaffo ai deboli, sono gli stessi che s’inchinano ai forti.


 

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