di Michela Berto*
Quanto mi piace viaggiare per visitare le zone vinicole in Francia, lo si comprende quando ne parlo. Il mese scorso, dopo sette anni di assenza, ho fatto una capatina di qualche giorno per riossigenare la memoria. Partiti la domenica mattina, in una giornata uggiosa, ma per me bellissima, viaggiando in un’autostrada libera dal traffico, assaporavo già questi pochi giorni nelle zone tra le più ricche in qualità nella produzione di vino.
Verso l’ora del pranzo arriviamo a Colmar, città capoluogo dell’Alto Reno in Alsazia, scendiamo per sgranchirci le gambe e ristorarci.
Cittadina dal centro storico stupendo, conservata in modo ottimale, trabocca di storia e con edifici di rara bellezza, tra Chiese di architettura Gotica come la Cattedrale di Saint Martin con vicoli dalla pavimentazione Romana, dalle case uniche e ben conservate, indimenticabile è la Casa di Pfister costruita nel 1500 con pietra e legno è un incantesimo d’arte, il paese è simbolo delle cicogne a cui hanno dedicato un parco naturale a qualche km di distanza, camminando tra questi borghi caratteristici ci gustiamo un caratteristico bretzel appena sfornato con una birra e un caffè e riprendiamo il viaggio.
Verso il primo pomeriggio una capatina in un paradiso vitivinicolo, tra colline e vigneti la vista e suggestiva, un cartello con su scritto “Sentier viticole Des Grands Crus” ci indica la strada che attraversa i quarantasette comuni Alsaziani con le cinquantuno denominazioni a Grand Cru. Ci fermiamo per qualche scatto fotografico, le colline sono morbide, il paesaggio e la vista sono di una bellezza senza fine dando motivo a chiunque di soffermarsi e apprezzare il valore immenso del panorama, la coltivazione della vite in biodinamica tanto parlata se applicata è una ragione per salvaguardare un patrimonio inestimabile che è la natura e ciò con cui noi ci nutriamo.
Si prosegue con una breve sosta presso la Cave di Ribeauvillè per qualche acquisto,
la selezione di vini esposti è ampia e ben fornita, con tipologie di vitigni classici dal riesling al gewurztraminer, pinot bianco, moscato e sylvaner, di diverse annate spaziando dai Grand Cru ai Premier Cru, al banco di assaggio, il personale è disponibile e gentile, aiutandosi con una cartina topografica appesa alle pareti delle scale che portano in cantina, ci spiegano i terreni e le diversità geologiche del sottosuolo, che riscontriamo nei vini in assaggio, un po’ di spesa e si riparte, destinazione finale a Epernay.
Il giorno seguente ci attendono due grandi Maison, Philipponnat , e De Venoge,
aziende in champagne con qualità riconosciuta a livello mondiale. Il primo incontro a metà mattina è presso l’azienda Philipponnat, ci accoglie Nicoletta, una ragazza Italiana nativa di Valdobbiadene, giunta in Francia dieci anni fa per uno stage scolastico, tanto gli è piaciuto da rimanerci.
Competenza e convinzione con cui racconta la storia dell’azienda mi induce a pensare che sia nata in Francia, invece è solo passione. La famiglia Philipponnat ha origini svizzere, originaria di Freiburg si trasferisce ad Ay nel 1522 acquistando negli anni i vigneti siti nelle zone ideali nella montagna della Marne, ci spiega i regolamenti per la vendemmia, dai prezzi di acquisto dell’uva, alla raccolta manuale in diversi tempi per ottenere la giusta maturazione dell’acino e poste in piccole cassette per non rompere l’uva, alla diversità di pigiatura che si suddivide in prima, seconda, terza pressatura, al processo di fermentazione in cantina senza la malolattica per i vini che fanno un passaggio in legno, allo stoccaggio nelle cave di centinaia e centinaia di bottiglie per la rifermentazione, mentre spiega ci accompagna nelle gallerie sotterranee per mostrarci le pupitre in legno dove vengono poste le bottiglie per il remuage, fatto tuttora a mano. La visita si protrae per circa due ore, e termina in sala degustazioni.
Lo champagne di Philipponnat si riconferma sempre un prodotto di grande qualità, iniziamo con Royale Réserve, si prosegue Royale Réserve Non Dosé, Blanc de Blanc, blanc de Noie 2011, Grand Cru 1522 del 2007, trovo una finezza nelle bollicine e una marcata acidità che viene ben sopportata dalla struttura, ogni bottiglia possiede caratteristiche con profumi e sapori decisi molto diversi tra loro, si chiude in bellezza con un Clos de Goisses 2007 prodotto con uve di età tra gli 80 / 100 anni in un vigneto all’interno dei Clos (muretto in pietra che recinta le parcelle) di circa 5,5ettari, con un pendio pari al 45° di pendenza, nella migliore collina ad Meruil-sur-Ay, la famiglia ne è proprietaria da circa cento anni.
Nel tardo pomeriggio siamo attesi da Frank, personaggio instancabile, conosciuto in Italia a una degustazione conclusa con l’invito ha visitare la Maison di De Venoge, la sede si trova nella via principale di Eperney tra i più bei edifici storici del XIX secolo, è magnifica, composta da una struttura centrale con un parco secolare che la circonda con ai lati due dependance adibite ad albergo.
Frank ci accoglie con un caloroso saluto, e ci accompagna nella visita che si protrae sino al dopocena.
Ci affascina raccontandoci storia e prestigio, della maison, ristrutturata da poco, riporta in luce gli arredi classici francesi, percorriamo una scalinata in legno originaria, con una vetrata composta da vetri multicolori che compongono una figura di donna, al piano superiore gli stucchi sino ai soffitti sono incantevoli, dai quadri che raffigurano i banchetti nei primi del 900°, ai tappeti, ai lampadari provenienti dalle vetrerie veneziane, ai marmi intarsiati posti davanti al caminetto, tutto ha un valore storico, è molto piacevole sentirlo raccontare.
La famiglia Venoge (il nome deriva da un fiume) è originaria della Svizzera, trasferita nel 1825 a Epernay, fonda l’azienda nel 1837. Acquista le uve dai vigneron, rete consolidata negli anni con parcelle sparse nei migliori Cru del blanc de blanc e blanc de noir, ci giuda nel cavò sottostante la palazzina ove sono conservate bottiglie di grande valore per la rarità dei millesimi chiusi dentro stanze con cancellate in ferro.
Quest’anno Parker giornalista di spicco nel mondo enologico ha confermato la grandezza dei loro prodotti, conferendogli 97 punti al Blanc de Blanc Louis XV 1995 e al Louis XV del 1996 e del 2006.
La degustazione si svolge al primo piano nel salone principale color avorio, bellissimo con un pianoforte all’angolo tappeti e tanti divani, ci accomodiamo il primo assaggio è il Cordon Bleu Bru il loro champagne di apertura, proseguiamo con la linea Princes il Blanc de Blanc e il Blanc de Noir, continuando con i millesimi molto rari del Louis XV 1995 , Louis XV 1996 e 2006 e vi assicuro che le emozioni non sono mancate, servito su dei calici che ricordano la forma della bottiglia creata appositamente per il loro champagne, la rotondo, complesso, spezie, frutta possiede un ottimo bilanciamento con la mineralità e il nervo presenti che sostenuta da una giusta freschezza che ne valorizza la grande eleganza, dal colore giallo oro, dai profumi maturi, soprattutto il 1995 non ha assolutamente sentori di ossidazione, è indescrivibile le parole sono riduttive.
Concludiamo la giornata, cenando al loro bristot, con un Prince Rosè 2006 e pasteggiando con il Princes blanc de blanc.
Ogni qualvolta vengo coinvolta in uscite didattiche che valorizzano la cultura, storia, arte e passione sono per me in assoluto fonte di piacere.
* Sommelier – Ristorante San Martino