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Vinitaly and the city, “nonsolovino” ma anche arte e musica

di EnoLogo
La vera “chicca” del Vinitaly 2018 non è certo la massiccia presenza di leader politici d’ogni colore,  non le novità enologiche (poche rispetto ai 4380 espositori in campo) e neppure le 140 Nazioni rappresentate  (sì, un record, ma atteso).
A stupire con effetti speciali e grande risultato di pubblico sono stati i 4 Fuori Salone o – in slang enoico – i “Vinitaly and  the City”. Più semplicemente, gli eventi collaterali con degustazioni libere e contorno di arte, musica, ambiente, sfilate  e tanta cultura che hanno animato e nobilitato 4 città già di grande vocazione eno-turistica. Oltre alla “capitale” Verona, padrona di casa, l’iniziativa collaterale finalmente organica e ben organizzata, ha coinvolto tre splendidi borghi  della provincia: Soave, Bardolino e Valeggio sul Mincio con un successo di pubblico e di gradimento che ha  superato ogni più rosea aspettativa. 
Nel weekend pre-inaugurazione – venerdì, sabato e domenica – si sono registrate decine di migliaia di presenze per le vie e gli stand all’aria aperta delle 3 località veronesi con alta la percentuale di stranieri/turisti. Il tutto senza code eccessive nè incidenti di rilievo e in ambienti unici al mondo: pensate solo alle piazze del centro di Verona, al castello di Soave, al lungolago di Bardolino e agli scorci mozzafiato di Valeggio.  “Abbiamo finito i bicchieri!”  confessavano gli organizzatori domenica mattina, prima di correre ai ripari  e fare  un altro pienone fino a sera fra stand “diffusi” in tutti i tre i piccoli centri storici. Verona poi fa storia a  sè perché il Fuori Salone prosegue e probabilmente non si arresterà neppure a Vinitaly concluso. In tutti e 4 le  location si sono svolti incontri e percorsi a tema con someliers di prim’ordine, degustazioni, sfilate, dj set e ovviamente locali, osterie o enoteche che  si sono inventate  iniziative con vere “promozioni” dei prodotti. Un esempio su tutti: la torta  “Reciotina”, il gustoso dolce al Recioto, che è stata venduta forse più dello stesso vino, peraltro sontuoso in tutte le sue  declinazioni. E pensate alle varie grappe a partire da quella all’Amarone e poi ai prodotti “trainanti”  ovvero le denominazioni  locali: il Soave, il Bardolino e, a Valeggio, il Lugana gardesano, ma soprattutto le specialità culinarie a partire dai celeberrimi tortellini.   
A Soave – con una nota di dolore per la scomparsa del patron Leonildo Pieropan – il consorzio di tutela ha allestito i tavoli nel cortile del Palazzo del Capitano e in piazza Mercato dei Grani. Gli ospiti potevano scegliere tra 60 diversi Soave prodotti da ben 35 aziende della zona. Poi la Pro loco ha organizzato escursioni in elicottero (sic), sfilate di majorettes padovane, incontri, mostre di scultura, una retrospettiva di “Pinocchio” nella chiesa di San Luigi e millanta altre iniziative “doc”. Non da meno gli altri due borghi. A Bardolino ottima l’organizzazione di  Verona Turismo, con i consorzi del Radicchio di Verona, il Prosciutto Veneto Dop e l’Aipo scaligera con le prove generali che si erano tenute già lo scorso anno: il successo del format che sarà dunque riproposto.
Idem per Valeggio  con l’associazione  ristoratori (Arv) che ha proposto i piatti tipici nella cornice di Palazzo Guarienti, a poca distanza da Borghetto. Spettacolo nell’antica contrada della Crosagna, ricca di botteghe e artigiani tutti coinvolti nella kermesse. Poi tanta musica e decine di iniziative fra le quali il coro dell’Antoniano di Bologna e, dulcis in fundo, il concerto Requiem K626 di Mozart oltre a percorsi a piedi, in bici e in moto. 
Non-solo-Vinitaly dunque, ma anche e soprattutto gioielli della nostra millenaria e splendida cultura.
 Prosit.

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