di Robin
In coloro i quali praticano la politica covano spesso due personalità latenti opposte, ma altrettanto perniciose: il despota illuminato e il pastore-pecora che segue il gregge. Il primo – di solito un intellettuale prestato alla politica – è convinto di agire per il bene di tutti, che tutto sia possibile e immediato purché lo si lasci fare. Nel migliore dei casi non combina niente, nel peggiore fa disastri materiali o politici; di solito finisce in breve tempo nel dimenticatoio travolto da insulti, scherni e dall’ira di chi aveva illuso. Spesso si tratta di anime tanto ingenue quanto presuntuose e talora persino generose, ma ignoranti della complessità delle cose umane. Per difendersi da questo primo tipo di politico ci sono due modi: l’uno imporgli almeno due anni di psicanalisi prima di affidargli incarichi di governo al fine di rimuovere dal suo inconscio questa personalità latente che lo induce a credere di sapere tutto; l’altra fargli fare la necessaria gavetta politica prima di assegnargli compiti politici.
La seconda personalità, per quanto opposta, è altrettanto deleteria. Questo secondo tipo di politico non ha idee né si sforza di averle. E fin qui non sarebbe una tragedia poiché la società le propone autonomamente. Il problema è che per paura di non conservare la carica – che è tutto quello che ha e vuole – ostacola qualsiasi innovazione e si circonda di persone simili a lui, ma più stupide in modo che non possano nuocergli.
Queste due personalità politiche sono fragili di fronte alla corruzione. Il despota illuminato perché viene imbrogliato incolpevolmente da chi conosce i trucchi del mestiere e gli rifila tutto quello che vuole. Oppure perché, prima o poi, cade nello sconforto e nella delusione, quindi, visto che tutto fa schifo, tanto vale adeguarsi. Il pastore-pecora perché, non avendo idee, è facile preda di chi gli propone e garantisce affari in cambio della conservazione della posizione. Per fortuna non tutti sono così e ci sono anche persone esperte, modeste, capaci e concretamente innovative.