di Carlotta Fassina*
Difficile che i ragazzi di oggi sappiano qual è il rumore che producono i giocattoli in latta azionati da una chiavetta, quando iniziano a muoversi. Ancor più difficile è che abbiano in mente il loro dondolio cadenzato, a volte goffo, a volte più sciolto. Quanti giocattoli, così diversi da quelli in plastica di oggi, sono stati un tempo costruiti per durare, per essere tramandati e per abbellire le camerette dei bambini o le scrivanie dei loro genitori! Molti sono stati dimenticati perché si è persa anche la capacità di aggiustarli, qualcuno sopravvive grazie ai collezionisti. Così ritrovare i modellini dei primi aerei, delle grandi e piccole imbarcazioni a vela, dei treni a vapore, le giostre e i carillon, i mestieri tradizionali, dal fabbro, al pianista, al barbiere, in una mostra tutta dedicata ai giochi del passato è, per i più grandi, l’occasione di rivivere quei momenti e, per i più piccoli, di scoprire un mondo magico. È un po’ come entrare nella bottega delle meraviglie di Mister Magorium con gli occhi di chi sa addentrarsi nel mondo dell’immaginazione con la curiosità di un bambino.
Tutto questo è possibile dal 2 giugno a Vicenza, presso la meravigliosa sede del museo civico di Palazzo Chiericati, dove sono arrivati gli oggetti delle meraviglie di una collezione che è stata data in comodato d’uso dalla signora Anna Rosazza e che sarà definitivamente donata al Museo, una volta ottemperato il vincolo espositivo imposto.
Sono esattamente 5228 giocattoli, in stagno, piombo e tessuto, cosiddetti industriali, ma in realtà dipinti e lavorati a mano, un numero che supera di molto i pezzi esposti nelle due famose collezioni dei musei di Londra e Parigi. Sono stati raccolti in trent’anni dai coniugi torinesi Giancarlo Cavalli e Anna Rosazza durante i loro viaggi; raccontano i due secoli in cui sono stati costruiti: l’ottocento e il primo novecento. Non a caso in mostra si possono ammirare anche quadri già di proprietà del Museo Chiericati, che raffigurano momenti di vita della Belle Époque, intime scene di mamme con i loro figli in braccio e bambini con i loro giochi. Non appena sarà pronta tutta l’ala ottocentesca di Palazzo Chiericati, con le sue collezioni di pittura, scultura e tessuti, sarà ancora più chiaro il collegamento con il contesto storico e con la città di Vicenza. L’elegante edificio palladiano, sede del Museo, ha quasi 4000 dipinti, 3000 sculture e 60.000 oggetti di arte quotidiana; a detta del suo direttore onorario e curatore della mostra, il prof. Giovanni Carlo Federico Villa, è : “un museo che racconta il territorio, un museo che ha bisogno però di rinnovarsi costantemente nella sua didattica e nel suo approccio.” In questa direzione va proprio la nuova mostra, un collegamento tra la realtà storica della città veneta, fatta di economie e famiglie illustri, e il contesto socio-culturale di riferimento.
La mostra si svolge entro le quasi criptiche strutture a volta e mattoni del piano interrato, che rappresentano le fondamenta delle antiche “casette Chiericati” rinascimentali, le cantine e le cucine della servitù e la volta a botte che ricopriva il ramo secondario del Bacchiglione, detto roggia del Collo.
Tra gli oggetti di particolare valore economico vi è una bellissima fortezza in latta del 1890, di produzione Marklin e dipinta a mano, la quale rappresenta uno dei tre esemplari esistenti al mondo. Particolare è l’ingranaggio interno che consente di far uscire e rientrare dei soldatini in parata al suono di una musica, quasi come se fosse un carillon. Un altro pezzo importante è la bavaria tedesca, battuta all’asta per duecento mila euro. Il valore complessivo dei pezzi esposti si aggira sul milione di euro.
Sicuramente i soggetti più numerosi presenti sono i soldatini di piombo, suddivisi per armamenti e nazionalità, guerre, contingenti, azioni militari. Dalle guardie reali, ai porta bandiera, dalla banda in parata ai suonatori di tromba delle battaglie, dai cavalieri con i cavalli lanciati al galoppo, ai fanti e fucilieri inginocchiati o stesi a terra, fino ai feriti raccolti dalla croce rossa e ai caduti sul campo. Non un elogio incondizionato ai vincitori, ma anche un’attenzione ai particolari e al periodo bellico, raccontata anche attraverso i diorami.
La sezione dei trenini ospita esemplari costruiti a partire dal 1840, decorati a mano e corredati di binari, stazioni e personaggi. Ad arricchire l’ambientazione vi sono le immagini ad acquerello di Federico Castegnaro che descrivono suggestioni degne dell’Orient express e dei viaggi ottocenteschi con le motrici a vapore; anzi alcuni treni hanno proprio una caldaia a vapore, perfettamente funzionante, che i ferromodellisti vicentini, intervenuti nell’allestimento, probabilmente riusciranno a far animare dinanzi al pubblico.
Tra gli obiettivi ambiziosi della mostra vi è sicuramente quello di far conoscere ai più piccoli e ai loro genitori i giocattoli di un tempo e quello di aprire dialoghi e collaborazioni con le altre collezioni storiche di giocattoli. Di certo una mostra di questo tipo offrirà molti spunti interessanti, di carattere storico, culturale e, perché no, ludico.
La mostra, inaugurata l’1 giugno, è aperta al pubblico dal 2 giugno, dalle 9 alle 17, nell’ orario di apertura del Museo civico di Palazzo Chiericati.
*Scienze Naturali