di Maurizio Cerruti*
Ad Elio Fiorucci, lo stilista “che ha distrutto la moda” – la definizione è di Enzo Biagi – la Galleria di Arte moderna di Ca’ Pesaro, a Venezia sul Canal Grande, dedica “Epoca Fiorucci” (dal 21 giugno 2018 al 6 gennaio 2019). La mostra per la prima volta in assoluto presenta l’opera di un uomo-simbolo dello stile italiano contemporaneo. Genio artistico dalla scoppiettante abilità nell’inventare e nello stupire, ma anche genio imprenditoriale capace di intuire i desideri segreti del pubblico giovane e di coinvolgere, per soddisfarli, le migliori risorse umane disponibili, da Andy Warhol a Madonna, dal writer Keith Haring a Basquiat, da Ettore Sottsass a Oliviero Toscani.
ART AND MARKET. Non l’Arte per l’Arte, ma Arte per il Market (mercato). In questo Fiorucci (Milano 1935, Milano 2015) è stato in largo anticipo sui tempi, un precursore che ha costruito il proprio successo tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento sulla provocazione e lo scandalo, usando però ironia, intelligenza e misura. Oggi che siamo in pieno Ventunesimo Secolo – nell’età d’oro del Dio Mercato – i grandi della moda internazionale sono più o meno tutti debitori a Fiorucci, al quale i più onesti rendono omaggio con evidenti citazioni creative, mentre molti altri si limitano a banali scopiazzature. Come ha ricordato Floria Fiorucci, che prosegue l’attività creativa del fratello con il brand “Love Therapy”, il furto delle idee è stato sempre uno dei maggiori crucci di Elio che poteva consolarsi col fatto di essere sempre un passo davanti agli altri.
NON SOLO ABITI. Nella mostra che occupa un’intera ala del secondo piano di Ca’ Pesaro sono esposti vestiti, scarpe e accessori fra i più significativi del lungo percorso creativo del marchio. Colori vivacissimi; richiami continui alla pop art, alla street art e al fumetto; slogan e pubblicità esibiti sfacciatamente; largo utilizzo di tessuti sperimentali – latex, tessutocarta Tyvek – sintetici e stampati (vedi la maglietta con la grande scritta “100% plastica”); bricolage cromatici e fuorescenze in stile hippy e psyco, con profusione di fiori sgargianti e di morbidi sederi femminili come richiamo di liberazione sessuale. Ci sono oggetti-simbolo delle diverse campagne come quella in difesa degli animali e della natura: dai celebri nanetti di Love Therapy, alle sexy manette di pelouche, agli angioletti tizianeschi con riccioloni biondi e bruni e occhiali da sole: quelli pensati come marchio aziendale. L’universo Fiorucci rivela in tutto e per tutto le proprie origini, a partire dal folgorante incontro, ospite di una sorella – erano cinque – che il giovane Elio ebbe con la Swinging London, la Londra anni Sessanta dei Beatles e di Portobello Road: un’esperienza comune a tanti ragazzi italiani delle generazioni nate a cavallo della guerra, ma che al futuro stilista servì come sferzata di idee, dopo che già aveva rilanciato il negozio milanese di pantofole e pianelle dei genitori, trasformandolo da tradizionale bottega del centro per una clientela borghese, ad emporio aperto alle novità e alle trasformazioni, nel cuore della “capitale economica” dell’Italia del boom.
MITICI SESSANTA. Nel 1967 Elio inaugura il suo primo “store” per giovani, trasgressivo e aggressivo, in Corso Passarella. L’enorme vetrina unica apre alla strada lo spazio interno – in un “caos ordinato” di oggetti, abiti, terghette e accessori più svariati – invece di chiuderlo: è una trovata rivoluzionaria che oggi è regola di tutti. Il successo è travolgente e negli anni successivi i Fiorucci Store diventano una cinquantina in tutto il mondo, di pari passo con la crescita finanziaria della società, in cui entrano grandi azionisti: prima Montedison, poi Benetton, infine la giapponese Edwin. Lo store di New York sulla 59ma Strada – disegnato da Sottsass – è inaugurato nel ’76 con ospiti come Colette, Truman Capote, Liza Minelli, David Bowie, Mick Jagger. Alla festa nello “Studio 54” la cantante è un’esordiente di origini italiane trasgressiva e ambiziosa: Veronica Ciccone in arte Madonna.
RINNOVATORE. Quando una grande azienda cerca idee per una linea di prodotti d’avanguardia e di alta gamma, Fiorucci è nella lista dei contatti: tra tante cose rinnova gli occhiali Metalflex e realizza una versione spiritosa della Giulietta Alfa Romeo. Intanto inventa i jeans sexy elastici e aderenti che oggi tutti imitano, crea le tute multicolor sbiadite e macchiate (antesignane degli indumenti strappati e sgualciti che vanno per la maggiore), realizza stivali e borse colorate di plastica e di gomma che ormai sono diventati di uso comune. Quando all’età di ottant’anni viene stroncato da un malore nella propria casa vicino a Porta Venezia, Fiorucci ancora si dedica al progetto “Love Therapy” avviato nel 2003, per un commercio etico, fondato sui valori spirituali della natura e del rispetto degli animali.
UMILTA’. “Sono un commerciante che ha avuto l’umiltà di guardare con attenzione alla vita, ai comportamenti”, ha detto una volta Fiorucci parlando di se stesso. La sua moda non calava dall’alto ma nasceva dal basso, sotto la spinta di una rivoluzione di costume potente, la rivoluzione rock dei figli dei fiori e delle ragazze yè-yè che si ritrovavano al Santa Tecla di Milano o al Piper di Roma. Quell’epoca ormai fa parte del secolo passato, ma lo stile Fiorucci, come ha detto il suo grande amico Gillo Dorfles, “non morirà mai: appartiene al futuro come Venezia”.
IL CATALOGO. Copertina rosa shocking, e all’interno immagini a colori a tutta pagina, con scritti e interviste a stilisti, amici e collaboratori di Elio Fiorucci. Il catalogo “Epoca Fiorucci” (45 euro, 400 pagine e 350 illustrazioni) edito da Museum Musei contiene fra l’altro l’ultima intervista su Fiorucci del celebre critico e docente di estetica Gillo Dorfles (Trieste 1910, Milano 2018). Curato da Elisabetta Barisoni e Aldo Colonnetti, il volume ripercorre la vita e l’attività di Fiorucci attraverso il sistema da lui costruito, fatto di anticipazioni, trasformazioni, arte, cultura, fotografia, design e architettura: uno stile di vita che ha influenzato e continua a ispirare generazione dopo generazione.
INFO MOSTRA. “Epoca Fiorucci” dal 23 giugno 2018 al 6 gennaio 2019. SEDE: Ca’ Pesaro, Galleria internazionale di Arte moderna, Santa Croce 2076 (fermata San Stae vaporetto linea 1). ORARI: biglietteria aperta 10/17 fino al 31 ottobre, poi 10/16. Chiuso il lunedì. BIGLIETTI: intero per la mostra e le collezioni permanenti 14 euro. Per riduzioni, gratuiti e offerte scuole e famiglie vedi info www.capesaro.visitmuve.it oppure tel. 848082000 (+3904142730892 dall’estero). Museum Pass: intero 24 euro (valido 6 mesi) per visitare tutte le 11 collezioni dei Musei Civici di Venezia.
*Giornalista