Lucio Leonardelli*
Il mondo della politica e quello della categoria uniti per mantenere la Camera di Commercio a Pordenone. E’ stata un’occasione importante quella di ieri, che ha coinvolto trasversalmente le rappresentanze delle varie forze politiche e del mondo economico, per dare una “unica” a quella che è ormai da mesi una protesta costante rispetto alla possibilità, ormai stabilita per decreto, dell’unione della Cciaa di Pordenone con quella di Udine.
«Questo territorio non merita ciò che gli sta accadendo, la vicenda della Camera di Commercio è esemplificativa di questa situazione, ne è forse il di cui più importante, ma non certo l’unico»: così ha detto Giovanni Pavan all’apertura dell’incontro straordinario convocato a palazzo Montereale Mantica dall’Ente e dalle Associazioni di categoria per «dare voce al disagio crescente per il continuo indebolimento istituzionale di quest’area».
Il Presidente, dopo aver rapidamente ripercorso le tappe in sede di giustizia civile, ancora in corso tramite le azioni al Tar e, nell’immediato futuro, al Consiglio di Stato, ha spiegato che ora il problema, comunque vadano le cose in quella sede, è di natura prettamente politica «e come tale – ha detto – va unicamente affrontato».
Per il Presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti, che ha parlato preliminarmente a nome di tutte le categorie economiche sottoscrittrici dell’appello, «chiunque pensi che questa è una battaglia persa fa un regalo a chi la pensa davvero così. “
“Vinceremo, al contrario, ribadendo la compattezza che il Territorio seppe esprimere quando si decise che andava istituita la Provincia. Allora – ha aggiunto Agrusti – l’unione tra politica, categorie economiche e società civile produsse, per l’appunto, la Provincia. Con la chiusura della Camera di Commercio quel periodo si interromperà definitivamente.
Questa battaglia serve a rafforzare una posizione che Pordenone ha espresso non per proprio tornaconto, avendo da sempre espresso come unica soluzione plausibile quella della Camera unica regionale.
C’è una sola possibilità – ha concluso il Presidente di Unindustria Pordenone – e questa riguarda tutta la politica, trasversalmente adesso tocca a voi, spetta a voi portare il sistema camerale dentro il perimetro dell’autonomia speciale della Regione, saranno poi le forze che siedono Consiglio decideranno quale sarà l’assetto migliore per determinare la governance».
Secondo l’avvocato Bruno Malattia, componente il collegio legale che assiste CCIAA presso Tar e Consiglio di Stato, l’attivazione della Commissione Paritetica – affinché la Regione possa chiedere allo Stato la competenza in materia di ordinamento delle CCIAA – offrirebbe al Ministro competente la possibilità, stoppando il processo di accorpamento in corso, di essere coerente con un processo in corso
Dalla politica, trasversalmente (Basso, Bolzonello, Alessandro e Luca Ciriani, Dal Mas, Piccin, Sut, Turchet, Vaccher) massima disponibilità a sostenere la Camera e le Associazioni di Categoria nei percorsi possibili per lo sbroglio di una matassa sempre più ingarbugliata. Ivano Strizzolo, Presidente della Commissione Paritetica, collegatosi telefonicamente, ha parlato di un orizzonte temporale operativo pari a 90 giorni.
Il secondo incontro, che CCIAA e categorie hanno promosso anche tramite spedizione e affissione di volantini in tutta la Destra Tagliamento, ed al quale sono invitati a partecipare cittadini e imprese, è fissato per il 26 giugno alle 18 all’ex convento San Francesco in piazza della Motta a Pordenone. Da Udine intanto sono giunte in modo “piccato” le repliche da parte della Confindustria alle considerazioni fatte in riva al Nocello, con bersaglio principale il presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti.
“Sul tema del riordino delle Camere di commercio – si sottolinea in una nota dal capoluogo friulano – Agrusti ci chiama ancora in causa. E dice cose non vere su almeno quattro punti che ci riguardano direttamente. Non è vero che Confindustria Udine non ha cercato l’apparentamento con Unindustria Pordenone e siamo pronti a dimostrare che il presidente Agrusti è stato contattato in tal senso e che ha risposto picche”. “Non è vero che Pordenone avrà quattro seggi. Al momento è impossibile stabilire con esattezza quanti saranno al termine del percorso in itinere, ma si può affermare fin d’ora – e senza tema di smentita – che saranno più del doppio. Non è vero che ci sia stato uno scambio di potere tra il vertice della Camera di commercio di Udine e la governance di Confindustria Udine. C’è stato soltanto – precisa la nota della Confindustria udinese – un rigoroso rispetto delle regole vigenti. Se poi, tra le righe, si vuole fare intendere che ci sia chissà quale accordo legato a chissà quali poltrone, si dica chiaramente di che si tratta. Anche in questo caso, siamo pronti a smontare pezzo per pezzo ogni illazione”, continuano da Udine.
“Non è vero, infine, che Unindustria Pordenone ci ha chiesto di sostenere l’approdo a un’unica Camera di Commercio. Ipotesi che, al momento, non è nemmeno sul tavolo, stando a quanto dispongono le norme vigenti. Al di là delle cose non vere, preoccupa la reiterazione di certi toni – per usare un eufemismo, poco rispettosi e poco responsabili – che giungono a definire pubblicamente miserabili alcune scelte altrui e gettano continuamente benzina sul fuoco delle divisioni territoriali.
Noi non entriamo nel merito di quella che lo stesso presidente di Unindustria Pordenone definisce una battaglia politica”. “Sin qui abbiamo mantenuto un atteggiamento inclusivo e di collaborazione. Non abbiamo cambiato idea. Siamo sempre disponibili al dialogo, purché costruttivo. Si può costruire seriamente, però, soltanto sulle fondamenta della verità. Accettiamo le critiche, ma non la manipolazione della realtà”, conclude la nota emessa da Palazzo Torriani.
*Giornalista