di Pietro Ruo*
Chi ha frequentato il liceo classico, quando si è trattato di venire alle prese con il
latino ha dovuto quasi sempre fare i conti con in manuali di Ettore Paratore. La sua
storia della letteratura latina, solo per citare una delle tante opere da lui scritte, è un
esempio di rigore scientifico ma anche di come sia possibile far comprendere a
giovani studenti la grandezza di una civiltà.
Renato Paratore, che compirà 22 anni a dicembre, romano e romanista,
probabilmente avrebbe potuto intraprendere una carriera simile a quella del nonno.
A scuola era piuttosto bravo e sicuramente il padre non vedeva con molto favore la
sua passione per il golf. Ma si è dovuto arrendere di fronte ai successi del figlio,
prima come dilettante e poi quando è riuscito a intraprendere la carriera
professionistica. Renato è partito dal basso, cioè frequentando le durissime selezioni
della qualifying school e aggiudicandosi a soli 17 anni il diritto a partecipare alle gare
dell’European tour. I risultati sono stati altalenanti, ma pur sempre soddisfacenti,
fino alla vittoria, lo scorso anno al Nordea Master in Svezia dove una foto lo ritrae
festeggiato da Matteo Manassero.
Quest’anno, dopo aver cambiato marca e sponsor per i ferri con cui gioca, aveva un
po’ vivacchiato, sempre con onore, a dire il vero, fino a conquistare pubblico e
critica ad Amburgo nel Porsche European Open che si è disputato dal 26 al 30 luglio.
Non ha vinto e per un colpo si è classificato al secondo posto, ma la sua prestazione
è stata ricca di momenti spettacolari. Applauditissimo dal pubblico il suo secondo
colpo al par 5 della buca 18. Paratore era finito in una brutta posizione con gli alberi
di mezzo e non pochi problemi da superare. Avrebbe potuto tranquillamente
rimettere la palla in fairway e accontentarsi di un buon piazzamento. Ma lui,
simpatico, scanzonato, anche quando il golf non va come vorrebbe, ha tirato al
green alla ricerca della sua seconda vittoria. Un colpo difficilissimo concluso
addirittura con un tuffo, ma la pallina in green è arrivata e se non è riuscito a
realizzare un eagle, il suo birdie l’ha comunque portato a casa.
Poi la lunga attesa per vedere che cosa avrebbe combinato l’inglese Richard McEvoy
al comando della classifica ma che non stava giocando benissimo e stava perdendo
colpi. Avrebbe potuto esserci un affollato play off per la conquista del titolo, ma poi
McEvoy sul green della ultima buca è riuscito, un po’ a sorpresa, a imbucare un putt
da 5 metri che gli ha consentito di aggiudicarsi il trofeo. Paratore può comunque
considerarsi soddisfatto visto che ha guadagnato parecchie posizioni nella classifica
europea salendo al settantottesimo posto. Chi invece dovrà cercare di innestare una
nuova marcia è, purtroppo, ancora Matteo Manassero, sceso al centesimo posto in
classifica, dopo aver mancato il taglio al torneo di Amburgo. Anche perché da lui ci si
attende molto di più. E chissà che l’occasione per farsi valere non sia quella del
Nordea Master in programma dal 16 al 19 agosto.
Infine tra le giovani promesse del Veneto, va segnalato il giovane dilettante
Tommaso Zorzetto, 18 anni il prossimo 4 agosto, anche lui come il plurivincitore
Guido Migliozzi, della scuola padovana del golf della Montecchia. Zorzetto si è
misurato con i professionisti dell’Alps Tour in occasione del Des ILes Borromèes
Open, ha passato il taglio e ha concluso la gara con un soddisfacente ventottesimo
posto.
*Giornalista