di Lucio Leonardelli*
Inaugurato lo scorso 27 luglio, sta riscuotendo particolare successo di visite il Museo Nazionale di Archeologia del Mare a Caorle, presso la ex Azienda Chiggiato in via Strada Nuova, all’ingresso della località turistica, che ha riaperto in una “veste” nuovissima, inserito nel contesto del Polo Museale del Veneto che ha allestito due esposizioni.
La prima, ospitata al primo piano dell’ex azienda agricola Chiggiato (restaurata e convertita in museo), si chiama “Terredacque” e propone i reperti archeologici di maggiore interesse recuperati a Caorle e nelle aree limitrofe.
Il visitatore, osservando i reperti che dall’Età del Bronzo (XIII e prima metà del XII secolo avanti Cristo) arrivano all’era moderna, avrà la possibilità di comprendere l’evoluzione storica ed archeologica del territorio caorlotto a partire dal villaggio protostorico di San Gaeatano, proseguendo poi con lo sviluppo del Portus Reatinum, citato dallo storico romano Plinio il Vecchio, e per arrivare fino alla Caorle moderna.
L’esposizione ospitata al piano terra, invece, rappresenta un felice connubio tra l’archeologia del mare e le nuove tecnologie. E’ stata infatti realizzata una mostra dedicata al Brick “Mercurio”, un’imbarcazione costruita in epoca napoleonica e ceduta dai francesi agli italiani.
Si trattava di un brigantino da guerra, dotato di due alberi, armato con due vele quadre ed una trapezoidale, e con un solo ponte. Questo vascello fu affondato nella battaglia di Grado combattuta dalla marina italo-francese contro quella inglese. Il “Mercurio” venne colpito in battaglia proprio nella “Santa Barbara”, il deposito delle polveri, saltando per aria.
Agli albori del decennio scorso, a seguito di un casuale ritrovamento a 7 miglia al largo di punta Tagliamento, venne recuperato un pezzo d’artiglieria del brigantino che spinse i responsabili della Soprintendenza ad indagare ulteriormente sul Mercurio.
Le indagini archeologiche condotte sott’acqua permisero di recuperare molti altri reperti, utensili della vita di bordo, elementi dell’artiglieria, due carronate del vascello, armi, munizioni, una petriera ed effetti personali dell’equipaggio (in cui figuravano diversi veneziani), che ora fanno bella mostra di sé nel museo caorlotto.
Il polo museale del Veneto ha però fatto le cose in grande per rendere ancor più fruibile l’esposizione, arricchendola con supporti multimediali ed interattivi che permetteranno di “esplorare” la ricostruzione del Mercurio o lo scavo del relitto.
Non mancano videoproiezioni ed altri schermi che permettono di sfogliare i documenti di bordo. Insomma, si tratta di un’esposizione che può interessare adulti ma anche bambini che hanno la possibilità di imparare divertendosi.
“Il museo ha riaperto dopo essere stato oggetto di importanti lavori – ha spiegatp la direttrice del Museo Nazionale di Archeologia del Mare Annamaria Larese – ed è stato sviluppato in due sezioni: un progetto espositivo, con i reperti ritrovati a Caorle e nei territori limitrofi dall’Età del Bronzo all’Età Contemporanea, ed un allestimento che ripropone la storia del brigantino da guerra Mercurio”.
«Abbiamo cercato di rendere l’esposizione coinvolgente per il pubblico – ha sottolinea a sua volta il direttore del Polo Museale del Veneto Daniele Ferrara –. Ci si può immergere nella storia grazie ad un approccio espositivo innovativo in grado di emozionare i visitatori».
Fino al 15 settembre, il Museo di Caorle, in via Strada Nuova, all’ingresso della località turistica, rimarrà aperto tutti i fine settimana, da venerdì a domenica, dalle ore 17 alle 23. Dal 3 agosto sono previste due visite guidate, alle 17 per i bambini ed alle 21 per gli adulti. Dal 16 settembre e per tutto l’inverno e la primavera seguenti sarà possibile accedere al museo sempre dal venerdì alla domenica ma dalle ore 9 alle 17.
* Giornalista