di Salvo Ingargiola*
Viaggio nella seconda città più grande della Francia, dopo Parigi. Dove colori, imperfezioni, luce e profumi si mescolano in un ‘melting pot’ culturale senza precedenti.
(Foto di apertura vista del Mucem)
Quando arrivo a Saint Charles, ad accogliermi in stazione, a parte i treni, ci sono degli alberi, oltre a un’immensa struttura metallica di fine Ottocento. Anche questo, in fondo, è il segno di una città che ha cambiato volto nell’ultimo decennio. Vale la pena scendere a piedi, attraverso la scalinata imponente che da Saint-Charles porta verso la città, per apprezzare una vista panoramica piacevole all’ora del crepuscolo.
Quando mi avvicino a Le Vieux Port (il Vecchio porto), camminando per le viuzze che sfociano nel luogo-simbolo della Città – il Porto appunto -, si sente il profumo del mare. Sembra quasi di sentire il sale. Nonostante l’ora tarda, la città è invasa di persone che vivono gli spazi fuori. Uomini e donne si mescolano in un fantastico melting pot che fa di questa città portuale un sito più unico che raro.
Notre Dame de Garde
La porta d’Europa guarda all’Africa, d’altronde. A dividere il Vecchio Continente da Algeria e Marocco c’è il Mediterraneo che, qui, è come una bandiera. E’ identità prima di tutto. Appartenenza, luogo di nascita e di scambio tra culture che qui si incrociano negli angoli delle strade.
“Connessioni”. E’ il fil rouge del Mucem, museo dedicato alla civiltà nel Mediterraneo.
Non a caso, forse, negli ultimi anni in cui Marsiglia ha fortemente investito su se stessa presentandosi al mondo con un volto più moderno, è proprio il MUCEM (Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo www.mucem.org ), che ospita mostre, auditorium, negozi, caffè e ristoranti, ad essere l’icona della città. Entrando al museo capisci subito che la parola chiave all’origine di tutto è “connessione”. E’ la connessione tra la Citè radieuse patrimonio Unesco dell’umanità e le altre località portuali italiane – da Napoli a Genova, da Venezia a Palermo – che si affacciano sul Mare nostrum che qui, in questo angolo di Francia dove le culture più che altrove si mescolano, rappresenta uno spazio culturale, un luogo sociale. Il tema della connessione lo si coglie già nella facciata del MUCEM, progettata dall’architetto francese Rudy Ricciotti: i rivestimenti delle facciate e del tetto servono a smaterializzare la luce e permettere ad essa e all’aria di pervadere lo spazio. Già, dimenticavo, la luce particolare di Marsiglia. E’ quella che colpisce le casette basse che ruotano intorno a Le Vieux Port, la stessa che mi colpisce quando mi affaccio alla finestra dall’appartamento nel quale vivo e da cui si può godere di una vista meravigliosa e unica: il paesaggio abbraccia la Basilica di Nostra Signora de La Guardia (Notre-Dame-de La Garde), http://www.notredamedelagarde.com/Orari-accesso-tariffe.html situata sul punto più alto della città, e il mare.
Terra di mare. Le viuzze intorno al Vecchio Porto
Non è una città esteticamente perfetta, Marsiglia. Di certo, quando alla sera, visitiamo la “Friche” http://www.lafriche.org/fr/ , ci rendiamo conto che i marsigliesi trasformano questa imperfezione in qualcosa di particolare, frizzante, dinamico. Quando arriviamo a La Friche La Belle de Mai, il quartiere che ci accoglie è poco illuminato, le strade pressoché deserte. Ex fabbrica di tabacco, costruita nel 1848, così come altri siti industriali abbandonati in quest’area a nord-ovest del centro di Marsiglia, dal 1992 è diventato un covo artistico.
Le Vieux Port. Gli specchi di Norman Foster
Dopo la dismissione della struttura, infatti, un gruppo di artisti l’ha trasformata in una location dove è stato promosso un progetto culturale per il quartiere. E così un edificio esteticamente brutto è diventato un contenitore creativo, uno spazio dove gli artisti vengono invitati a produrre le proprie opere. L’arte, qui, è uno strumento per inventare nuovi modi di socializzazione. Un luogo che non esclude nessuno: giovani, famiglie, bambini. Tutti ballano, il ritmo è lo stesso. La notte di Marsiglia è appena cominciata.
*Giornalista e viaggiatore