di Salvo Ingargiola*
Una minestra vegetale con dei tozzi di pane, un po’ di vino rosso e un’amaca su cui distenderci dopo avere percorso i primi 27 km di cammino. Non ci serve altro per entrare nel ritmo di Santiago. Siamo in quattro intorno al tavolo e San Martino del Camino, un borgo poco fuori Leon totalmente immerso nella campagna e nel silenzio, è solo la destinazione della prima tappa del Cammino di Santiago.
Per “Timer Magazine” abbiamo scelto quello “francese” che parte da Saint Jean Pied de Port ma che noi abbiamo percorso, però, per ragioni temporali a partire da Leon.
Il simbolo della città di Leon. Capoluogo della regione Castilla Y Leon
I colori del rosone. La maestosità della Cattedrale di Leon.
A Leon siamo arrivati il giorno prima. Nel programma di Santiago – che sia la prima tappa o una tappa intermedia – alla città capoluogo della regione Castilla Y Leon va sicuramente dedicata una giornata. Da qui, dalla capitale della cristianita della Spagna fino al 1200, nel passato gloriosa roccaforte militare e politica del Nord del Paese, oggi partono decine e decine di pellegrini, ogni giorno. E sempre qui, dopo aver apprezzato la maestosità della Cattedrale che è un connubio dello stile romanico-gotico con quello rinascimentale – è d’obbligo una vista al Chiostro del Duomo che conserva un’atmosfera di pace – , il primo momento emotivamente importante per il nostro viaggio si svolge a Sant’Isidoro. Qui, in questa basilica dedicata a uno dei Santi più venerati in Spagna, si consuma il rito del “timbro” sulla credenziale del Pellegrino. Una donna minuta, con un caschetto di capelli neri, interamente vestita di bianco, in silenzio, un pellegrino dopo l’altro, nella sagrestia della Basilica, pone velocemente il contrassegno che indica la data e soprattutto il luogo di partenza del Cammino di Santiago.
Cattedrale di Leon. Romanico, gotico e barocco insieme
Il chiostro della Cattedrale di Leon.
Il rito del “timbro” sulla Credenziale del Pellegrino. Sancisce ufficialmente l’inizio Del Cammino
Resa ancora più bella e suggestiva da parchi, fontane e fiori, la cittadina di Leon ci prepara al grande e attesissimo momento della partenza.
Prima di congedarla, però, facciamo un salto in quel grande spazio verde che circonda il Monastero di San Marcos che fu ostello per i pellegrini fino al 1100. A quel tempo, nell’era antica del Cammino di Santiago – oggi esistono sette cammini differenti in tutta la Spagna che portano nella tomba di San Giacomo da Compostela – il saluto più frequente tra i pellegrini, rigorosamente in latino, era “Ultreja”. Letteralmente significa “avanti”. A questo incoraggiamento, l’altro pellegrino soleva rispondere “Suseja”, ovvero avanti in alto, più su. Oggi molto più semplicemente si dice: “Buen camino”. Dopo che attraversiamo il ponte che “sfiora” l’Hostal di San Marcos, ci lasciamo alle spalle Leon, due ore prima dell’alba. E’ ancora notte fonda. Una ragazza ubriaca ci ferma e ci chiede: “Why the camino? God doesn’t Exist”. Forse Dio davvero non esiste o forse ha solo cambiato nome e nessuno più lo riconosce. Il cammino di Santiago ha inizio.
Una cappella con il Crocifisso all’interno della Basilica di Sant’Isidoro.
Leon by night
- – Continua
* Giornalista – Viaggiatore errante