di Maurizio Cerruti*
VENEZIA – Santa Pellicola e San Filmino, i patroni della Mostra del Cinema, anche quest’anno hanno regalato a Venezia le migliori giornate possibili per l’apertura del festival: brezze fresche dal mare e sole caldo, cielo limpido e laguna scintillante, con una Venezia incoronata dalle montagne. Meglio di così. Eppure la folla di cinematografari – giornalisti compresi – che sono arrivati e stanno arrivando a centinaia da tutto il mondo hanno per lo più facce serie, se non burrascose. Colpa dello stress. Trascinano le valigie con rotelle, con spalle braccia e avambraccia trasformati in grucce per borse, borsoni e soprabiti, alla ricerca della loro sistemazione in alberghi, camere, case private.
CHE STRESS. Poi c’è la trafila degli accrediti per ritirare il prezioso tesserino (costa dai 60 euro a 350, secondo le tipologie) ormai elettronico e a prova di contraffazioni, che dà accesso, agli aventi diritto, alle proiezioni riservate. Anche qui code per averlo, con gli immancabili intoppi organizzativi nel tipico caos controllato dei grandi eventi. Fino all’ultimo le sedi e il grande piazzale sul mare sono un cantiere pieno di operai e macchininari al lavoro. Le lamentele sono un classico. Anche quest’anno la più abusata è: “Si vede che siamo in Italia…”. Con i giovani guardafile pressati da domande impossibili come: “Perché la fila degli accrediti stranieri va avanti più veloce di quella degli italiani?” Oppure: “Perchè quello là ha saltato la coda?” Che stress.
PICCOLI PRIVILEGI. Eppure bisogna dire che la Biennale ha cercato per questa 75ma edizione di fornire tutti gli agi possibili. Ad esempio anche i ritardatari (accreditati) possono trovare un alloggio a prezzi di favore tramite il sito della Mostra, seppur lontano dal Lido, nell’isola della Giudecca. Sempre gli accreditati hanno un tesserino di trasporto pubblico gratuito via laguna da Piazzale Roma fino alla darsena del Casinò del Lido, cioè nel cuore del festival. E all’arrivo c’è la possibilità (almeno teorica, ovvero salvo complicazioni) di farsi portare con le auto elettriche del car sharing, dalle fermate dei vaporetti al Lido fino al proprio albergo. Inoltre c’è il servizo di bike sharing gratuito per la prima ora (1 euro per la seconda e 2 per quelle successive). In bici la Mostra è raggiungibile in 10 minuti. E c’è una navetta speciale di autobus urbani (biglietto ordinario 1,50 a corsa) praticamente ogni 3-5 minuti.
PRIMI EVENTI. La cerimonia d’apertura mercoledì 29 agosto alle 19, consiste nella consegna del Leone d’oro alla carriera all’attrice inglese Vanessa Redgrave. Si svolge nella Sala Grande con ingresso solo su invito. Tutti però possono assistere in diretta tv. A seguire, sempre in Sala Grande, la proiezione di “First Man” di Damien Chazelle (in inglese sottotitolato in italiano). E’ la storia di Neil Armstrong, il primo astronauta arrivato sulla Luna. Altri due film che nel giorno di apertura (mercoledì 29) sono raccomandati dai critici (per chi, aggiungiamo noi, non ha difficoltà di digestione) e che si possono vedere comprando in anticipo il biglietto ai botteghini (12 euro intero, 8 ridotto) sono: “Sulla mia pelle” di Alessi Cremonini, alle 16 in Sala Darsena dietro il Palazzo del Cinema. E’ la ricostuzione della nota e controversa vicenda di Stefano Cucchi, morto in custodia cautelare a Regina Coeli. L’altro in Sala Perla alle 14 è “Les tombeaux sans nomes” di Rithy Panh (francese sottotitolato in italiano e khmer) su un uomo alla ricerca della verità sulla tragedia dei propri familiari scomparsi sotto il regime dei Khmer rossi. Segue incontro con gli autori.
E’ LEI O NON E’ LEI? Dai prestigiosi Leoni d’oro in giù, è difficile tenere il conto di tutti i premi che vengono assegnati durante la Mostra del cinema grazie a vari sponsor. Faremo il possibile per tenervi informati. Intanto però noi, qui a Timer Magazine, per non essere da meno di nessuno, abbiamo voluto assegnare in assoluta autonomia dalla Biennale Cinema dei nostri specialissimi riconoscimenti, in prima mondiale, ai più meritevoli. Oggi cominciamo – ancor prima che si apra il Festival – col premio “Famosi per caso” che va diviso ex aequo tra la ragazza-fumetto, mora e curvilinea, del manifesto della 75ma Mostra (quella che guarda corrucciata attraverso il mondo come si guarda in un obiettivo di ripresa, o in un buco della serratura) e l’ex pornodiva Sasha Grey che le assomiglia come una gemella monozigote.
LA MUSA RIINGRAZIA. La nostra giuria di illustri esperti di celebrità casuale composta dal regista giapponese Kimono Skurtado, dal produttore balcanico Mika Tepago e dal più famoso degli attori dimenticati negli anni Settanta, lo spagnolo Antonmarino y Marina Bufala Blanca, non ha avuto dubbi nella scelta delle due vincitrici. Scelta quasi obbligata dopo il clamore mediatico – da Dagospia al Fatto quotidiano, dal Gazzettino alla Nuova al Corriere Veneto – suscitato dal messaggio che l’attrice Sasha Grey ha postato sul suo profilo Istagram ottenendo subito una diffusione mondiale: “Mi dicono alcuni amici – ha scritto Sasha – che quest’anno sono la musa della Mostra di Venezia. In effetti la mia somiglianza con la ragazza del manifesto è notevole. Se così fosse ringrazio il geniale artista Lorenzo Mattotti per questo grande onore. Amo l’Italia, il Cinema e Venezia, non potrei chiedere di più”.
CHI LA CONOSCE? L’autore del manifesto, il fumettista bresciano Lorenzo Mattotti, che in precedenza aveva descritto la “sua” ragazza come “un viso molto grafico, non realistico”, ha però voluto subito chiarire: “Divertente, ma (Sasha Grey) non so chi sia”. Famose per caso, dunque. Anche se la Grey, americana trentenne (alta 1,68, 50 chili dichiarati, misure 81-66-79) per un certo tipo di appassionati di film non è certo una sconosciuta: vanta sul suo curriculum Wiki ben 362 ruoli di attrice (fra cui uno col noto regista Steven Soderberg) a cominciare dal 2007, col ruolo di cavernicola in “Homo Erectus”. Nella sua vita professionale ha preso un sacco di riconoscimenti nel ramo di cui è specialista, e inoltre ha fatto la modella, la musicista e la scrittrice di romanzi (ovviamente) erotici. Insomma, una diva nel suo campo, con precise convinzioni: “Non credo affatto che tutte le donne debbano fare porno e fott… come conigli. Per me è un affare. Punto” (intervista al Secolo XIX, 6 dic. 2009). Chissà se la vedremo dal vivo qui alla Mostra.
*Giornalista