di Maurizio Cerruti*
VENEZIA. Il popolo della Mostra del cinema non si arrende. Malgrado la pioggia arrivata a intermittenza fin dalla mattina, dopo aver affollato anche per ore i botteghini dei biglietti il giorno prima, sopporta altre lunghe code alle entrate delle sale per non perdersi due dei film più attesi nel terzo giorno del festival: il western firmato dai fratelli Coen “La ballata di Buster Scruggs” e l’ultimo rifacimento (remake, come dicono gli esperti) del film “E’ nata una stella” girato per la prima volta ottantun’anni fa nel 1937. Nella versione 2018 c’è una lady Gaga stranamente quasi acqua e sapone che interpreta “la stella” appunto: un ruolo delicato perché la pone a confronto a distanza con un’icona di Hollywood, Barbra Streisand che ebbe quella parte nel 1976.
PALLOTTOLE E SORPRESE. Ma cominciamo dall’ultimo film della collaudatissima coppia Joel e Ethan Coen, pluripremiati (4 Oscar) registi e sceneggiatori di lavori di grande presa sul pubblico, brillanti, ironici, irriverenti. Stavolta seguono un nuovo filone, il wester demenziale. Dopo gli “spaghetti western” di Sergio Leone la loro è la più significativa innovazione di un genere classico (dei Coen è anche il memorabile “Mexico western” del 2010 “Non è un paese per vecchi”), genere che Hollywood ha già spremuto come un limone. I Coen hanno riunito dentro un unico film sei storie che inizialmente erano state pensate per una serie televisiva. E si vede dal finale “aperto” a eventuali nuovi episodi. Ogni storia mischia brillantemente non solo gli stereotipi del tipico western – – pistoleri spietati e indiani feroci, cavalli e polvere, duelli all’ultimo sangue, saloon, poker e cadaveri col solito abbondante spargimento di fori di pistola e di sangue – ma anche situazioni grottesche, a volte realmente raccapriccianti soprattutto nei finali a sorpresa. Questa sapiente mescola condita di paradosso dà un senso di leggerezza liberatoria agli spettatori che in sala ridono anche davanti alle scene e alle situazioni più scabrose. Particolarmente accurata la scelta del cast con attori famosi: da Tim Blake Nelson, l’interprete dello strano pistolero canterino Buster Scruggs che dà il nome al film e che nel finale dopo l’ultimo duello fatale se ne vola in cielo con le alette d’angelo; a Liam Neeson, James Franco e Tom Waits. Quando si dice maghi del cinema: i Coen mettono il massimo del realismo nel creare situazioni ai confini della realtà.
LA RUOTA DEL SUCCESSO. La storia di “E’ nata una stella” (nei cinema ad ottobre) che ha come regista e co-interprete principale Bradley Cooper, è arcinota e ambientata ai nostri giorni: famoso cantante schiavo dell’alcol e della droga scopre per caso una barista non bella ma dalla voce fantastica che si esibisce in un locale notturno marginale. Lui la vuole a tutti i costi, si innamorano e si sposano. Ma mentre lei decolla come cantante e come autrice, lui sprofonda sempre più nella perdizione del disastro psicofisico, fino a farsi prendere da una sorta di invidia autodistruttiva che colpisce la donna che ama. La fine è ovviamente tragica, ma riscattata dall’amore. Il meglio del film sono senz’altro le musiche. E lady Gaga, pur con la sua grinta e il suo impegno, è più brava per come canta che per come recita.
IL RUDERE E LA STORIA. Nei dintorni della Mostra fioriscono come funghi le iniziative collaterali. Fra queste merita di essere ricordata “Volti e immagini 1932-2018” al piano terra del Grand Hotel Des Bains, lo storico albergo sul lungomare del Lido (quello del romanzo di Thomas Mann “Morte a Venezia”) che nella prima metà del Novecento era stato ritrovo dell’alta società internazionale, famiglie reali comprese, e che oggi è ridotto a un rudere svuotato dei suoi preziosi arredi in attesa da anni di un rilancio dopo il disastro lasciato dalle passate speculazioni immobiliari fallite. La Biennale ha dato un contributo a tener viva la memoria del prestigioso hotel in cui sono passati tanti famosissimi artisti non solo del cinema, realizzando appunto un’antologica sulle passate edizioni della Mostra del Cinema: 680 foto storiche appese alle pareti e 680 scorrevoli su monitor, 6 filmati tratti da 120 film, 5 documentari e altro materiale d’archivio documentano il più antico festival del cinema del mondo a partire dall’inaugurazione nel 1932 come appendice della Biennale Arte allora presieduta dall’industriale Giuseppe Volpi di Misurata. Visitarla è una passeggiata nel passato, un affascinante percorso a ritroso nella memoria storica e anche una visita ad un ambiente desolato ma suggestivo, rivivendo la storia e rivedendo gli indimenticabili volti del grande cinema, e anche riscoprendo la moda e le trasformazioni sociali e politiche dagli anni Trenta ad oggi. L’ingresso è libero (orari: 10-22 fino all’8 settembre, 10-18 fino al 16 settembre).
REGIONI E TURISMO MINORE. Quattro regioni di Italia e Croazia affacciate sull’Adriatico – Veneto, Puglia, Dalmazia e Quarnaro – hanno dato vita al progetto comune “ArTVsion+” per valorizzare le località del cosiddetto “turismo minore”, nell’ambito di “Interreg”, un progetto totalmente finanziato dall’Unione europea, in questo caso con un milione di euro. Il progetto è stato presentato nella lounge (sala attrezzata) allestita dalla Regione Veneto dentro l’hotel Excelsior da Rosalba De Gregorio (Direttrice Cultura e Sport del Veneto), Rosalba Branà (Museo Pascali, Puglia), Petra Radosovic (Regione di Rijeka) e dal prof. Fabrizi Panozzo (Ca’ Foscari). Il progetto coinvolgerà volti famosi delle quattro regioni (attori, artisti, chef) e impegnerà squadre di giovani studenti di comunicazione culturale che realizzeranno una serie di brevi filmati. Si tratterà di docu-spot dai 10 ai 4 minuti che, con una veste moderna e un linguaggio alla portata di tutti, faranno conoscere le località che restano ai margini dei flussi turistici malgrado le loro grandi potenzialità e la loro vicinanza ai grandi poli attrattivi; come ad esempio la zona archeologica di Altino, a due passi da Venezia. Questi docu-spot verranno poi distribuiti agli operatori turistici per essere proiettati in hotel, aeroporti, porti, stazioni, un modo da non finire tristemente dimenticati in qualche cineteca.
Nella foto sopra il manifesto del film “E’ nata una stella”
*Giornalista
wwayne
8 Febbraio 2019 at 09:22Anch’io ho parlato di A star is born nel mio ultimo post… spero che ti piaccia! 🙂