Era un uomo semplice e simpatico. Difficile non provare empatia quando al termine di un concerto salutava il pubblico lanciando cuori con un segno delle mani. Il maestro Claudio Scimone, fondatore e indefesso motore dei Solisti Veneti, un’orchestra conosciuta in tutto il mondo, si è spento a Padova. Con lui se ne va una parte importante della musica non solo veneta.
Ironico ed istrionico trasformava ogni esibizione dalla più importante a quelle in uno sperduto paesino di periferia in un evento coinvolgente. Sapeva far amare la musica. Anche quella meno conosciuta, e lo faceva attraverso un linguaggio accessibile ad ogni età e ad ogni grado di conoscenza. Ha portato sul palco i più grandi solisti di tutti i tempi, ha condiviso momenti magici con voci meravigliose della lirica: il suo era e sempre rimarrà un linguaggio universale.
Ha fondato i Solisti Veneti nel 1959, con la qual ha eseguito prevalentemente un repertorio di musica del Settecenti Veneto, ma anche un repertorio che va dal 1500 al 2017 con opere dedicate nel 2017 a “I Solisti Veneti” da Pino Donaggio, Alessandro Cadario, Nicola Campogrande.
Con i suoi Solisti Veneti ha tenuto oltre 6.000 concerti in tutti i continenti, partecipando a importanti festival internazionali (tra i quali, 19 volte, il Festival di Salisburgo).
Forte il cordoglio per la sua scomparsa. “Tutto il Veneto piange la scomparsa di un grande maestro della musica, che con i suoi Solisti veneti ha contribuito in maniera determinante alla conoscenza e alla diffusione nel mondo del miglior repertorio della musica veneta, da Albinoni a Vivaldi, da Galuppi a Benedetto Marcello, da Salieri a Boccherini. Ci sono uomini che con la loro opera diventano istituzioni, e Claudio Scimone era uno di loro. Il Veneto, che l’ha amato, applaudito e onorato per la sua grande cultura, per le sue raffinate interpretazioni e per il suo stile fatto di discrezione, tenacia e grande umanità, l’ha insignito nel 2005 della massima onorificenza regionale proclamandolo “leone del Veneto”. Così il presidente della Regione, Luca Zaia, si fa interprete del cordoglio dell’istituzione per la scomparsa di Claudio Scimone, musicista e musicologo di fama internazionale. “Il maestro Scimone ci ha regalato esecuzioni magistrali, ma soprattutto la gioia della riscoperta di testi e autori del repertorio musicale veneto che avevamo forse dimenticato e che, grazie alla finezza della sua arte e alle sue capacità di imprenditore artistico, sono tornati ad essere la ‘colonna sonora’ della nostra terra, il biglietto da visita del Veneto nel mondo”.
“Grazie a lui, e all’enorme lavoro che è riuscito a svolgere dirigendo per quasi trent’anni il Conservatorio di Padova e portando per oltre mezzo secolo i suoi Solisti in giro per il mondo, i capolavori della musica veneta sono tornati a vivere e a ispirare artisti e generazioni di appassionati e cultori”.
Maria Adele Cipolla
6 Settembre 2018 at 14:28Davvero una grande perdita