di Stefano Chiaramonte*
La patologia cardiovascolare è comune nella popolazione generale e riguarda la maggior parte della popolazione oltre 60 anni.,
Comprende quattro maggiori manifestazioni:
- Malattia coronarica con infarto, angina, scompenso e morte cardiaca
- Malattia cerebrovascolare con ictus ed ischemia transitoria
- Arteriopatia periferica con dolori alla deambulazione
- Malattia aneurismatica dell’aorta e dei grossi vasi
Dobbiamo dire che questa problematica è un elemento caratterizzante ma in qualche modo paradossale del nostro tempo perché, nel momento in cui la scienza sembra prossima a varcare confini inimmaginabili e la vita media si allunga progressivamente, queste malattie rappresentano ancora la principale causa di mortalità nei paesi più industrializzati.
Fra tutte, l’infarto del miocardio gioca un ruolo causale in quasi il 30% dei decessi ma questa è solo la punta dell’iceberg poiché la patologia cardiovascolare resta la principale causa di morte in quasi la metà dei casi, largamente superiore al cancro ed alle infezioni.
Si parla molto di quantificazione del rischio cardiovascolare. Sono stati sviluppati vari modelli matematici per calcolare l’entità di questo rischio. Questo parametro consente di prevedere, in gruppi di pazienti omogenei per determinate caratteristiche, la percentuale di soggetti che, in un certo intervallo di tempo, svilupperà una determinata patologia.
Non è a tutt’oggi verificato l’assunto che la sola quantificazione del rischio cardiovascolare totale si traduca in un risultato clinico migliore rispetto ad altre strategie perché in alcune categorie di persone il rischio clinico effettivo può essere più elevato rispetto a quanto risulta dal calcolo. In particolare, dato che l’età è uno degli elementi presi in considerazione nella formula, nei pazienti giovani la percentuale di rischio totale può risultare più bassa.
Ne consegue che, nelle politiche sanitarie, la maggior parte delle risorse sono concentrate nei soggetti anziani, le cui aspettative di vita sono comunque ridotte nonostante l’intervento terapeutico. Al contrario, minori risorse sono destinate ai soggetti giovani nonostante l’esposizione a lungo termine ad un rischio elevato possa portare nell’arco di alcuni anni a situazioni gravi ed irreversibili.
Sono stati identificati numerosi fattori di rischio per le Malattie Cardiovascolari. Sono condizioni derivanti da abitudini e stili di vita, fattori ambientali e biologici che, se presenti in un soggetto, aumentano la probabilità di ammalare in un certo periodo di tempo.
Alcuni di questi fattori non sono modificabili (età, sesso, familiarità, storia pregressa) ma altri sono modificabili in misura parziale o completa (fumo, ipertensione, dislipidemia, diabete, sovrappeso e obesità, sedentarietà, scarso consumo di frutta e verdura, infiammazione, consumo di alcool, fattori psico-sociali) mediante opportune correzioni dell’alimentazione e dello stile di vita ed appropriata terapia medica.
Fattori di rischio cardiovascolare
Non modificabili | Modificabili |
Età
Sesso Familiarità Storia pregressa |
Fumo
Ipertensione Dislipidemia Diabete Sovrappeso ed obesità Sedentarietà Scarso consumo di frutta e verdura Infiammazione Consumo di alcool Fattori psico – sociali |
Oltre il 90% degli eventi patologici avviene in pazienti con almeno un fattore di rischio che aumenta in maniera esponenziale quando sono presenti contemporaneamente più fattori.
I cinque principali (dislipidemia, diabete, ipertensione, obesità e fumo) sono responsabili di oltre la metà della mortalità cardiovascolare.
L’età, da sola, non può essere considerata una malattia, ma ogni decade di vita determina circa un raddoppio del rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare ed il sesso maschile comporta un aumento del 20% del rischio. Ci dobbiamo serenamente rassegnare a quelli che sono dei dati di fatto ma gli altri elementi che abbiamo elencato meritano attenzione ed un atteggiamento aggressivo.
Per citare i principali, l’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio maggiore per tutte le età ed entrambi i sessi, l’obesità e l’aumento di peso spesso associati all’inattività fisica promuovono o aggravano tutti i fattori di rischio di aterosclerosi, il fumo provoca un’aumentata incidenza di infarto cardiaco (più marcato nelle femmine). I soggetti diabetici, oltre al fattore di rischio rappresentato dal diabete di per sé, hanno numerosi altri fattori di rischio aterosclerotico che comprendono ipertensione, obesità, aumento di Colesterolo, Trigliceridi, Fibrinogeno). Come dire che non è chiaro se nasce prima l’uovo o la gallina…
Particolare enfasi è stata data all’identificazione di un Danno d’Organo asintomatico che compare prima dell’insorgenza della patologia conclamata. In questo caso l’esordio o l’evoluzione della patologia può essere diagnosticato per tempo, monitorando alcuni parametri clinici, bioumorali e strumentali.
Si può concludere ribadendo che la porzione sommersa dell’iceberg è molto ampia, è sempre in agguato e non possiamo permetterci di trascurarla se non vogliamo fare… la fine del Titanic.
In questo momento le maggiori attenzioni sono rivolte alla diagnosi e cura della malattia conclamata ed ormai irreversibile mentre sarebbe molto più opportuno, utile, economico, vantaggioso dedicare particolare attenzione alla fase di prevenzione di queste patologie.
Scarsa informazione, pubblicità ingannevole e conoscenze inadeguate fanno si che la gente faccia un uso improprio di Vitamine, Sali Minerali, Integratori, pratiche orientali e vari altri prodotti rincorrendo l’illusione di una vita lunga e sana.
Un approccio corretto, soprattutto suffragato da evidenze scientifiche, parte invece da una sensibilizzazione frutto di informazione corretta e comprende un monitoraggio regolare di vari esami (bioumorali e strumentali) per arrivare a correggere in modo efficace le situazioni anomale con modificazioni di alimentazione e stile di vita e terapie farmacologiche appropriate.
Inizieremo un percorso per analizzare questa tematica(con leggerezza ma con rigore scientifico) e sviluppare tutti gli aspetti connessi alla prevenzione del rischio cardiovascolare. Seguiteci.
*Nefrologo – Coordinatore del Programma di Prevenzione del Rischio Cardiovascolare – Casa di Cura Villa Berica – Vicenza