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Quell’estate di Pietro nella povertà di Arigliana

di Daniela Baldo*

Pietro ha dodici anni e dalla periferia di Milano dove vive con la famiglia, come ogni estate torna nella casa dei nonni paterni ad Arigliana, piccolo paese della Lucania, per trascorrere le vacanze. Un’estate, quella dei suoi dodici anni, che si dimostrerà ben presto molto diversa da tutte le altre, l’estate destinata a cambiare per sempre la sua vita.

Ad Arigliana, dove la vita sembra essersi fermata come in un presepe vivente, tutti gli abitanti vivono in condizioni di povertà e arretratezza a causa di un fatto ormai lontano che solo i più anziani hanno vissuto e di cui è severamente vietato parlare. Ma qualcosa trapela quando il nonno di Pietro, non appena sente pronunciare il nome di Zi Rocco, ricco possidente del luogo, perde letteralmente la ragione tanto grande è il risentimento nei confronti di colui che tutti ritengono il principale responsabile della miseria in cui versa il paese.

Nell’estate in cui la vita di Pietro e della sorella è stata segnata dalla perdita della mamma, un fatto sconvolgerà la vita del ragazzo e degli abitanti di Arigliana. Nell’antica torre normanna, luogo inaccessibile e misterioso di cui si narrano favole e misteri, un giorno Pietro scoprirà un’intera famiglia di stranieri venuti da non si sa dove e che vive lì da tempo. La scoperta clamorosa travolgerà in un attimo la tranquilla quotidianità e le dinamiche relazionali tra le persone saranno stravolte da una nuova, inaspettata situazione. Gli abitanti del paese, che agli occhi di Pietro sembrano già così diversi, si troveranno a confrontarsi con qualcuno di più diverso di loro. Dopo l’iniziale diffidenza e l’ottuso rifiuto di molti di aiutare gli stranieri, la paura lascerà pian piano spazio alla fiducia e alla solidarietà. Nel piccolo paese ritornerà la speranza che le cose si possano cambiare anche lì, nel profondo Sud, dove tutto sembra da sempre destinato all’immobilità.

La scoperta di Pietro, il primo a trovare gli stranieri, ma anche il primo a fare un passo in avanti verso di loro, metterà gli abitanti di Arigliana di fronte ad una scelta difficile: aiutarli o emarginarli lasciandoli esclusi dalla vita del paese? L’iniziativa di Pietro, che trova nel ragazzo più grande la possibilità di costruire un rapporto di fiducia e complicità, porterà Arigliana a metabolizzare la rabbia tenuta dentro per tanti anni e a cambiare il proprio atteggiamento.

Il nuovo romanzo di Catozzella, già vincitore del Premio Strega Giovani nel 2014, fa vivere al lettore la vicenda attraverso gli occhi, ancora per poco da bambino, di Pietro, utilizzando un tono piacevole e persino scanzonato, con molti momenti in cui la drammaticità della situazione si stempera nelle parole semplici e apparentemente leggere del protagonista. Ma sarà proprio lui, con la forza dei suoi dodici anni, a mettere il mondo degli adulti di fronte alla scelta se chiudersi agli stranieri o aprire le porte delle loro case e dei loro cuori da troppo tempo induriti e bloccati dalla paura che serpeggia nel paese. Un romanzo bello, poetico ma anche duro ed efficace che affronta temi con cui ci confrontiamo ogni giorno: la diffidenza, la paura e l’angoscia che chi arriva da lontano voglia necessariamente rubarci la nostra libertà e la nostra vita. Pietro, nell’estate dei suoi dodici anni, comincia a diventare grande e, scontrandosi con il mondo fossilizzato degli adulti, li porterà a cambiare atteggiamento. Con la leggerezza, l’ironia e la saggezza che solo chi è ancora bambino riesce ad avere.

Giuseppe Catozzella – E tu splendi – Feltrinelli – Euro  16


dani*Docente

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