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Dicembre d’arte in Veneto: novità tra mostre e musei

di Maurizio Cerruti*
Dicembre  arriva con una ricca dotazione di eventi culturali in giro per il Veneto, a cominciare dal nuovissimo Museo del Novecento di Mestre. Ecco intanto una selezione delle cose da non perdere per gli appassionati d’arte.
VALENTINA A BASSANO. I Musei Civici di Bassano del Grappa dedicano  a Valentina di Guido Crepax una mostra che rivisita il celebre personaggio del fumetto in forma nuova. Capelli corvini a caschetto, corpo sinuoso, atteggiamenti disinibiti, la creatura sexy eternamente giovane ideataa nel 1965 dal geniale maestro veneziano del disegno – “padre” anche di Corto Maltese – anima i sogni e le fantasie di milioni di lettori e lettrici in tutto il mondo. L’affascinante Valentina Rosselli, in arte appunto Valentina, ha lineamenti delicatissimi tracciati a china e il naturale pallore della materia su cui è disegnata. La signora di carta non è però –  come in verità sarebbe – solo un essere a due dimensioni. Il carattere le dà le mille sfaccettature di una femminilità complessa, forte e fragile, sempre alla ricerca di equilibrio fra normalità dell’esistenza e mondo del sogno. La sua è una vita tormentata dall’anoressia, dalle allucinazioni, dalle nevrosi del quotidiano, e si interseca con un mondo fantastico e onirico, il suo rifugio intimo – in cui sbirciare dal buco della serratura – dove tutto è  permesso, nulla è impossibile e censurabile. Come spiega Chiara Casarin, direttrice dei Musei Civici bassanesi, la mostra è un omaggio a Crepax concepito dai tre figli dell’artista, che anticipa e prelude alla sesta Biennale di Incisione e Grafica Contemporanea che si terrà a Bassano nella primavera del 2019. “Valentina, una vita con Crepax”, dal 2 dicembre 2018 al 15 aprile 2019. Sede: i Musei Civici di Bassano, in piazza Garibaldi 34.  Da lunedì a domenica: 10-19 (chiuso martedì, 25 dicembre e 1 gennaio). Intero 12 euro (museo + mostra 15) e ridotto 10. Info: www.museibassano.it.
GIOIELLI UNICI A VICENZA. Il Museo del Gioiello di Vicenza si rinnova totalmente, ed espone nella Basilica Palladiana per la sua terza edizione biennale – dal 14 dicembre 2018 alla fine del 2020 –  310 pezzi unici di valore inestimabile, molti dei quali di collezioni private che generalmente non sono accessibili al pubblico e agli operatori del settore. La esposizione ripercorre in modo originale la storia del gioiello tra contemporaneità, suggestioni del passato e proiezioni nel futuro. La direttrice del Museo, Alba Cappellieri, ha lavorato con nove curatori di fama internazionale per rivisitare spazio espositivo nella Basilica Palladiana. Il percorso affianca alla collezione permanente, rinnovata ogni due anni, le esposizioni temporanee a rotazione. Ciascuno dei nove spazi è dedicato a un tema diverso: il gioiello come Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Icona, Futuro. Dunque, potere e ricchezza, regalità e fascino, amuleti e talismani, sigilli e monili, per arrivare al futuro-presente della gioielleria digitale, che modifica il corpo. e dei gioielli invisibili che si innestano sotto pelle. Apertura da martedì a venerdì ore 15-19, sabato e domenica 11-19. Intero 8 euro. Info@museodelgioiello.it (tel: 0444 320799).
CAPOLAVORI VENETI DA MOSCA. Ventiquattro capolavori della straordinaria stagione settecentesca dell’arte veneta – quella di Tiepolo, Canaletto, Guardi – sono arrivati dal Museo Pushkin di Mosca in via eccezionale, per dar vita alla mostra “Il trionfo del colore” fino al 10 marzo 2019, insieme con una cinquantina di dipinti delle ricche collezioni dei musei vicentini. L’esposizione allestita  nelle due principali sedi museali di Vicenza è dedicata appunto all’arte veneta del 18mo Secolo. Con questa collaborazione il Puskin ricambia un importante prestito di opere d’arte fatto qualche tempo fa da Vicenza  a Mosca. I visitatori possono ammirare opere di  Giambattista Tiepolo, Giambattista Pittoni, Luca Carlevarijs, Giambattista Piazzetta, il Canaletto, Sebastiano Ricci, Francesco Guardi e Pietro Longhi, che tornano in Veneto dopo oltre due secoli. Gli autori sono artisti celebrati già all’epoca nelle grandi capitali del vecchio continente: ammirati, imitati,  collezionati dalle più ricche famiglie e dai regnanti che commissionavano direttamente, o compravano sul mercato dell’arte, i loro dipinti a soggetto sacro o profano. L’esposizione può essere validamente integrata dalle visite al Palladio Museum e a tre ville poco fuori Vicenza che con i loro affreschi settecenteschi sono patrimonio dell’umanità: Villa Valmarana Nani, Villa Cordellina e Villa Zileri. “Il trionfo del Colore” a Palazzo Chiericati (Musei Civici, da martedì a domenica ore 9-19) e a Palazzo Leoni Montanari Gallerie d’Italia (Museo di Intesa Sanpaolo, da martedì a domenica ore 10-18). Intero 14 euro per le due sedi; previsti ridotti e gratuiti. Info: www.iltrionfodelcolore.it (tel. 02 92897755).
FOTO DI DONNE A VENEZIA. “Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione”: è il tema della mostra fotografica della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, che espone 50 scatti di Guia Besana, Silvia Camporesi, Anna Di Prospero, Simona Ghizzoni, Moira Ricci. Scrive, nel libro dedicato alla rassegna, Concita De Gregorio: “Le donne fotografe si ritraggono sempre, quasi sempre. Gli uomini fotografi molto meno. E’ curioso. I fotografi non hanno bisogno di cercare la loro anima?”. La rassegna non è  fatta di semplici autorappresentazioni; piuttosto è un insieme composito di ritratti introspettivi. Temi: famiglia, maternità, infanzia, figli, solitudine, nostalgie, paure, corpo, sesso. E anche il tempo e le sue ossessioni, l’incontrare e l’incontrarsi, il cercarsi e il trovarsi. L’autoritratto, insomma, può essere visto come una medicina del mal di vivere. Galleria di Piazza San Marco 71/C. Dal 2 dicembre 2018 al 3 febbraio 2019,  da mercoledì a domenica (chiuso lunedì e martedì) ore 10,30-17,30, Ingresso libero. Info: www.bevilacqualamasa.it
NUOVO MUSEO AD ABANO. Per Abano Terme è un lieto evento atteso fin troppo tempo: l’apertura del Museo intitolato a Bassi Rathgeb nell’antica dimora di campagna dei Dondi Dell’Orologio. La villa cinquecentesca venne comprata dalla città alla fine degli anni 70 del Novecento proprio per mettere in mostra la collezione d’arte lasciata da Roberto Bassi Rathgeb. Ma il complesso era stato finora utilizzato solo in parte per uffici comunali. Tra carenza di fondi e lungaggini burocratiche, il progetto, il restauro della villa e degli affreschi e infine l’allestimento del nuovo museo hanno richiesto quasi quarant’anni. L’attesa è valsa la pena. Il nuovo museo potenzia l’offerta turistico-culturale di Abano Terme. La collezione fu lasciata alla città termale dalla vedova di Roberto Bassi Rathgeb. L’erede di un’antica famiglia bergamasca di tessitori di lana, molto legato alla località euganea,  nel 1972 già aveva lasciato il palazzo di famiglia nel cuore di Bergamo per farne il Museo diocesano locale. Finora solo una piccola parte del lascito era esposto alla Pinacoteca al Montirone. In totale la raccolta si compone di 420 pezzi tra dipinti, incisioni, disegni, mobili antichi, armi e reperti archeologici. La villa con parco ed oratorio, in via Appia Monterosso nel cuore del centro termale, è decorata con affreschi cinquecenteschi e con stucchi del Sei–Settecento. Gli ambienti del sottosuolo della casa-museo, aperta al pubblico dall’8 dicembre 2018, sono destinati a mostre temporanee.
XA4S0032. Affreschi di villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme
MAMME NELL’ARTE A VERONA. A cavallo fra l’Otto e il Novecento il tema della maternità  è stato rivisitato in modo originale da artisti che hanno interpretato uno dei classici della pittura di tutti i tempi, secondo gli stili e le correnti di un periodo che in pochi decenni fu particolarmente innovativo per l’arte italiana segnando il passaggio tra la pittura ottocentesca tradizionale e le moderne avanguardie. “L’amore materno alle origini della pittura moderna, da Previati a Boccioni” è il tema della mostra dei Musei Civici di Verona negli spazi della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti (Cortile Mercato Vecchio 6). L’esposizione, curata da Francesca Rossi e Aurora Scotti, è la prima che Verona dedica ad alcuni autori del Divisionismo italiano, e ha come fulcro la monumentale “Maternità” di Gaetano Previati (collezione Banco Bpm) che alla prima Triennale di Brera del 1891 suscitò un vivace dibattito sulla tecnica divisionista. Con le tele di Previati sono esposte opere di Medardo Rosso, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Umberto Boccioni. La mostra si avvale dei prestiti dei Musei Civici di Milano, del Castello Sforzesco, della Galleria d’Arte Moderna di Milano, del Mart di Rovereto e del Museo Segantini di Saint Moritz. Dal 7 dicembre 2018 al 10 marzo 2019.
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