di Gianlorenzo Martini *
Conosco quegli occhi che parlano e che raccontano la passione per ciò che si sta facendo con l’allegria dell’età, ma altrettanto bene ne ho apprezzato la competenza che tanti “…anta” non hanno di sicuro: non ho mai incontrato Antonio Megalizzi, che bene Emma Bonino descrive sulle pagine del Corriere del 15 dicembre e con lei concordo nella definizione di “eroe, vero cittadino che amava la UE”, ma per fortuna ci sono i Gabriele, Niccolo’, Jacopo, Alvise, Alessandra, Leonardo, Massimo, Nicoletta, Raffaella, Carlo, Anna, Christian e decine ancora (tanti), che invece ho conosciuto e con cui ho condiviso in un lungo scorcio di anni (dal 1997 al 2015), una stagione affascinante tra le Istituzioni Europee, la stessa che anche se in tempi oggettivamente piu’ complicati, ha vissuto Antonio.
Credere in un sistema significa non solo apprezzarne le possibilità che offre (e la nostra vecchia Europa ne ha messe tante a disposizione di tutti i Cittadini), ma anche dare un contributo, convinti di migliorarne il funzionamento e i contenuti: ho avuto la possibilità di essere un piccolo operatore di questo grande Sistema e da quel terribile martedì di Strasburgo scorrono nella mia memoria le cose fatte con quelle decine di giovani che ho avuto la fortuna di incontrare a Bruxelles e non solo.
La stagione politica era diversa e operare a testa alta per la UE in tutti i suoi risvolti era una gran cosa e quindi inventare percorsi di collaborazione concreta in campi come la Ricerca (agli albori dei programmi quadro), l’Ambiente, facendo incontrare il livello comunitario con gli attori Territoriali e facilitare la presentazione di proposte vincenti, insegnare a fare lobby tra i corridoi della Commissione Europea e del Parlamento non con le chiacchiere ma con documenti di lavoro pre-condivisi con lo stakeholder di turno, facilitare l’inserimento di professionisti dei sistemi regionali e nazionali nelle file delle Direzioni Generali della C.E., condividere con gli altri europei che una nascente Direttiva Europea dovesse essere modificata per l’interesse comune, lavorare con il Sistema Paese non come alter ego ma Partner essenziale, ebbene fu tutto possibile e di gran soddisfazione perchè gli “Antonio” erano i protagonisti del Tutto.
Molti dei nomi di fantasia sopra citati (ma non tanto e che saluto) si riconosceranno e dalle loro attuali posizioni di successo (professionali, istituzionali, diplomatiche, ecc), rimarrà patrimonio comune quel periodo che per fortuna continua, ma al quale si da conoscenza e valore solo in situazioni che vorremmo cancellare dalla nostra memoria.
* Già responsabile dell’ufficio di rappresentanza a Bruxelles della Regione Veneto.(“Uno che l’Europa la conosce e la ama”, autocitazione)