di Carlotta Fassina*
Con il freddo e il proseguire dell’inverno le risorse di semi a terra, di frutta selvatica e d’insetti disponibili vanno esaurendosi per tutti gli uccellini di pochi grammi di peso che non disdegnano di frequentare i nostri giardini. Aiutarli con del cibo è quindi una scelta utile e di grande soddisfazione.
Qualcuno magari si domanderà se non sarebbe invece il caso di lasciare che la natura seguisse le sue regole, ma in contesti fortemente impoveriti dalla mancanza di campi incolti, siepi e boschetti di piante diversificate, in contesti agricoli in cui gli stessi insetti sono stati fortemente ridotti dai trattamenti e quindi non sono facilmente reperibili, non è poi così facile affrontare l’inverno con i suoi rigori e i suoi sbalzi termici.
Per tutti coloro che vogliono allora cimentarsi nel dare un piccolo supporto in cibo agli uccelli selvatici valgono alcune regole fondamentali.
- Il cibo deve essere in quantità sufficiente ad essere consumato in 1-2 giorni e non di più, deve essere fresco e rimanere tale fino al completo consumo. Nebbia, umidità notturna e pioggia tendono a deteriorare ogni residuo alimentare con il rischio che questo diventi pericoloso per la salute stessa degli amici alati
- Una volta che si comincia con il cibo in mangiatoia, occorre proseguire senza brusche interruzioni perché gli animali si abituano a questa nuova risorsa. Continuare quindi fino a primavera.
- La mangiatoia deve essere coperta, sia per evitare che il cibo si bagni, sia per sfavorire la l’utilizzo da parte dei piccioni, come prescritto da diversi regolamenti comunali.
- La mangiatoia deve essere ben pulita dei residui di cibo prima di procedere ad aggiungere altro cibo
- La mangiatoia deve essere posta in un punto aperto, sollevato da terra e lontano da nascondigli da cui i gatti potrebbero tendere degli agguati agli uccellini. Alcune specie come merli, passeri e fringuelli mangiano volentieri anche da terra quindi si possono distribuire piccolissime quantità di cibo anche a terra, sempre in luoghi aperti al sicuro dai gatti
- Evitare il pane e gli alimenti salati, nonché gli avanzi delle nostre pietanze
- Mettere a disposizione dell’acqua fresca e pulita in un sottovaso poco profondo, sia per bere che per il lavaggio del piumaggio
- Evitare che le mangiatoie diano fastidio a qualcuno. Evitare di sistemarle su dei poggioli dei condomini perché i resti di pasto, freschi o “digeriti” potrebbero finire dai vicini del piano di sotto, magari non altrettanto ben disposti
Le forme delle mangiatoie e i materiali costituenti possono essere i più vari. Tra le mangiatoie in legno preferire sempre quelle in cui il tetto è isolante e l’area esposta ai semi è ben contenuta e quindi riparata al di sotto di esso.
Vanno bene anche le mangiatoie in metallo per gli anacardi, le nocciole e altri semi grossi, ideali per le cince e i picchi. Alcuni studi dimostrano però che la scelta dei colori è importante: non scegliamo colori chiassosi come il rosso e il giallo o il blu, ma colori naturali come il verde, il grigio e il marrone.
Passera d’Italia
Che cibo usare?
Escludendo pane e cibi salati, le possibilità sono le più varie. Si possono usare miscele di semi da proporre assieme a del pastoncino per uccelli insettivori, in modo da accontentare sia i granivori che gli insettivori.
Vanno bene anche le briciole di pandoro, panettone e biscotto, mescolate ai semi, ma un’idea economica e molto utile è quella di preparare dei dolci tipo la tradizionale pinza, con avanzi della polenta, farina, uvetta, fichi secchi tritati, pezzetti di mela o pera, zucchero e burro o margarina.
Cinciallegra
In commercio ci sono poi le palline di grasso miste a semi che vanno appese ai rami degli alberi. Possono essere fatte anche in casa, mescolando gli ingredienti (semi, burro o margarina, avanzi di biscotto) e avvolgendo il tutto nella retina degli agrumi (meglio evitare i colori rossi e gialli) o in quella a maglia analoga da giardinaggio. I pettirossi non sono abituati ad appendersi sulle retine come fanno le cince, meglio quindi posare la pallina in modo che al di sotto di essa ci sia un rametto da cui essi possano spiluccare il contenuto della retina.
Se si hanno in giardino dei meli o dei cachi, lasciare sempre qualche frutto sulla pianta in modo che maturando possa essere mangiato da cince, merli, storni, codibugnoli ecc. In mancanza di questi frutti, si possono comunque appendere degli “spiedini” con pezzi tagliati grossi.
Se si dispone di un po’ di campagna o di un giardino abbastanza grande, è molto utile lasciare una piccola zona a incolto in cui i semi delle erbe prative come le graminacee possano essere prelevati per il consumo. Un girasole intero ben fissato ad un ramo di una magnolia o ad altro supporto che ripari i semi dalla pioggia, richiamerà cinciarelle e cinciallegre.
Anche le pigne aperte possono essere riempite di grasso e semi e appese in giardino.
Meglio mangiatoie piccole, distribuite per il giardino con una maggior varietà di cibo, ma in piccole quantità, piuttosto che una sola mangiatoia grande con molto cibo. L’igiene è fondamentale infatti a garantire la salute dei pennuti: meglio che siano pochi e distribuiti piuttosto che tanti nello stesso punto.
Ci vuole poi un po’ di pazienza: gli uccellini devono abituarsi alla novità. Se non farà abbastanza freddo potranno utilizzare meno gli alimenti alternativi e preferire quelli usuali.
Cos’altro fare?
Beh, un po’ di comodo birdwhatching! Se la mangiatoia è in vista delle finestre di casa o da un altro punto di passaggio, con un binocolo e una guida tascabile al riconoscimento degli uccelli ci si può divertire non solo a riconoscere le diverse specie, ma anche a studiarne i comportamenti e le gerarchie nella frequentazione delle mangiatoie. Allora che aspettate?
A febbraio potreste già pensare a posizionare una bella cassetta nido… ma ne riparleremo senz’altro.
*Naturalista