di Maurizio Cerruti*
Cominciamo bene l’anno con una sana abbuffata di cultura, che non alza il colesterolo e non fa ingrassare. Cosa vedere? In questo avvio del 2019 in Veneto suggeriamo innanzi tutto due musei aperti da poche settimane, quelli di Mestre e di Abano Terme: si tratta di località che certo non hanno alle spalle una tradizione di città d’arte e proprio per questo credo che meritino di essere considerate, e non altro per incoraggiamento. E poiché non c’è due senza tre, agli appassionati di cose preziose segnaliamo anche il rinnovato e riaperto Museo del Gioiello a Vicenza.
24 MAESTRI ALL’M9. A Mestre all’ultimo piano dell’M9 – il futuristico Museo del Novecento inaugurato lo scorso dicembre, che utilizza i più moderni supporti multimediali per far rivivere il secolo passato: consumi, stili di vita, progresso scientifico, economia, condizioni sociali, città, paesaggio, istituzioni, demografia – è aperta fino al 16 giugno 2019 la mostra “L’Italia dei fotografi”. In 24 spazi espositivi dedicati ad altrettanti maestri, viene presentata un’antologia di oltre 230 immagini del Novecento, in diversi formati, a colori o in bianco e nero. Troviamo nomi come Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, i veneziani Fulvio Roiter e Luca Campigotto, Nino Migliori, Tazio Secchiaroli. Linguaggi, sensibilità e tematiche differenti sono messi a confronto seguendo come filo conduttore il “racconto” del Ventesimo Secolo. Attraverso un’antologia di letture visive – storie, paesaggi, persone – ogni fotografo viene presentato con un proprio progetto per immagini: Letizia Battaglia la mafia a Palermo; Olivo Barbieri la magia della luce artificiale; Gianni Berengo Gardin i drammi delle classi sociali; Gabriele Basilico le fabbriche a Milano 1978-80; il veneziano Luca Campigotto la “Venetia Obscura”; Lisetta Carmi il travestitismo; Carla Cerati i cocktail della Milano da bere; Giovanni Chiaramonte il viaggio nella rappresentazione; Mario Cresci i ritratti 1967-1972; Mario De Biasi gli anni 50; Franco Fontana l’invenzione dello spazio; Maurizio Galimberti un percorso in Italia; Arturo Ghergo i divi anni ’30-50; Luigi Ghirri le nuvole; Mario Giacomelli mani e volti; Mimmo Jodice scene napoletane; Francesco Jodice le cartoline da altri spazi; Nino Migliori il popolo d’Emilia; Riccardo Moncalvo le vacanze; Ugo Mulas il bar Jamaica; Fulvio Roiter il Neorealismo; Ferdinando Scianna le feste religiose in Sicilia; Tazio Secchiaroli la Roma di Fellini; Massimo Vitali spiagge e discoteche italiane. Completa l’esposizione un ricco archivio documentario sugli autori, attraverso un centinaio di libri in libera consultazione, video-interviste e documentari.
L’M9 ha trasformato e rilanciato un intero isolato, per decenni caduto in abbandono, nel pieno centro di Mestre. Il museo dall’originale rivestimento di piastrelle colorate, progettato dallo studio tedesco Sauerbruch Hutton e costato alla Fondazione di Venezia (ex Cassa di Risparmio) oltre 110 milioni di euro, occupa solo una porzione dell’area ristrutturata tutt’attorno, accessibile anche da via Poerio a pochi passi da Piazza Ferretto, e che comprende un antico chiostro, l’ex distretto militare, trasformato in elegante centro commerciale con negozi, bar e uffici.

INFO M9. Biglietteria aperta h 9-19 (sabato 10-19.30, domenica 10-20) fino al 31 gennaio 2019 (chiuso il martedì). Biglietto per la sola mostra fotografica 10 euro, per il museo 14. Per entrambi 16 euro. Riduzioni, gratuiti, gruppi e altre informazioni: 041 2387230, www.m9digital.it
ABANO CULTURA. Nella cinquecentesca Villa Secco appartenuta nel Settecento all’aristocratica famiglia padovana Dondi Dell’Orologio (famosa per gli orologi astronomici da torre) finalmente ha trovato la dimora definitiva la ricca collezione d’arte donata quasi mezzo secolo fa alla città termale da Roberto Bassi Rathbeg. Al mecenate bergamasco, legatissimo ad Abano dove trascorreva le vacanze, è stata appunto intitolata la nuova sede del museo civico di Abano in via Appia Monterosso 52 aperta lo scorso dicembre. La villa era stata comprata dal Comune di Abano nel 1979 proprio per farne un museo, ma ha dovuto attendere quarant’anni per essere valorizzata a dovere. Dopo decenni di abbandono l’edificio con parco e cappella – di male in peggio – fu oggetto di grossolani restauri che hanno danneggiato gli affreschi nei saloni del pianterreno. In seguito ha ospitato uffici municipali.

La collezione esposta è frutto della passione e del gusto artistico dell’erede di un’antica famiglia di tessitori di lana molto affezionato alla località termale euganea. Mentre il palazzo della famiglia Bassi Rathbeg nel centro di Bergamo, è diventato la sede del locale museo diocesano, ad Abano è stata lasciata la collezione di 420 dipinti, incisioni, disegni, mobili antichi, armi, reperti archeologici. Finora solo una piccola parte era esposta nella Pinacoteca al Montirone. La villa Bassi Rathbeg, nel cuore del centro termale, è decorata con affreschi cinquecenteschi e stucchi sei-settecenteschi. I suggestivi ambienti a volta del sottosuolo della casa-museo, aperta al pubblico l’8 dicembre 2018, sono stati attrezzati per mostre temporanee. Info visite: 049 8245218 / 243.

GIOIELLI UNICI A VICENZA. Il Museo del Gioiello di Vicenza rinnovato totalmente lo scorso dicembre, espone nella Basilica Palladiana per la sua terza edizione biennale – dal 14 dicembre 2018 alla fine del 2020 – 310 pezzi unici di valore inestimabile, molti dei quali appartenenti a collezioni private che generalmente non sono accessibili al pubblico e agli operatori del settore. L’esposizione ripercorre in modo originale la storia del gioiello tra contemporaneità, suggestioni del passato e proiezioni nel futuro. La direttrice del Museo, Alba Cappellieri, ha lavorato con nove curatori, specialisti di fama internazionale, per rivisitare lo spazio espositivo nella Basilica Palladiana. Il percorso affianca alla collezione permanente, rinnovata ogni due anni, esposizioni temporanee a rotazione. Ciascuno dei nove spazi è dedicato a un tema: il gioiello come Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Icona, Futuro. Dunque, potere e ricchezza, regalità e fascino, amuleti e talismani, sigilli e monili, per arrivare al futuro-presente della gioielleria digitale, che modifica il corpo. e dei gioielli invisibili che si innestano sotto pelle. Apertura da martedì a venerdì ore 15-19, sabato e domenica 11-19. Intero 8 euro. Info@museodelgioiello.it (tel: 0444 320799).
*Giornalista