di Corrado Poli*
Il Presidente Mattarella ha fatto un discorso di fine anno di grande efficacia e semplicità senza scadere nella banalità. Alcuni che oggi sono all’opposizione hanno protestato perché il ruolo del Parlamento sarebbe stato svilito avendo il governo posto la fiducia sulla legge finanziaria. L’eccessivo ricorso al voto di fiducia da parte di questo governo e di quelli precedenti (non succede solo in Italia) è senz’altro da condannare. Altrettanto criticabile è stata la fretta con cui s’è votato sul documento finale.
Le due cose sono collegate. Ma Mattarella ha giustificato la pur frettolosa approvazione della finanziaria (ma quale finanziaria non è stata approvata all’ultimo momento in mezzo alle polemiche?) in quanto ha evitato sia l’esercizio provvisorio di bilancio sia le procedure di infrazione europee. Ha stigmatizzato allo stesso tempo il fatto che si è trattato di un comportamento anomalo da non ripetersi (possibilmente). L’opposizione ha fatto il suo nel contestare alcune procedure e proporre il voto su mille pretestuosi emendamenti, anche se ha esagerato nella teatralità e nella volgarità (vedi Fiano). Se fosse passata la linea del formalismo oggi ci troveremmo esposti alla procedura di infrazione e all’esercizio provvisorio. Per questo Mattarella ha giustificato con chiarezza l’operato del governo.
S’è detto che il Parlamento è stato svilito e by-passato. È vero, e c’è da rammaricarsene, ma non più di quanto già non sia successo. Colpisce però che se ne indignino coloro i quali – l’onorevole Rosato in testa – hanno approvato una scalcagnata legge elettorale (tutte le forze politiche tranne i 5Stelle) che ha eliminato un diretto rapporto tra rappresentanti e cittadini delegittimando il Parlamento stesso alla radice.
Infine, il Presidente ha giustamente sollecitato con parole equilibrate a rivedere la tassazione delle organizzazioni non-profit come peraltro il Vicepremier e leader del Movimento 5Stelle aveva già assicurato che avrebbe provveduto.
Problemi ce ne sono molti e il Presidente non li ha nascosti, soprattutto ha criticato il linguaggio e il modo in cui si parla di sicurezza associandone la soluzione, non alla repressione poliziesca, ma alla diffusione della civiltà e della cultura civica.
* Scrittore – Docente
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