di Maurizio Cerruti*
Il 2019 è un anno di importanti ricorrenze – 1949, 1979 – per la Fondazione Guggenheim di Venezia. La prima: nell’autunno di 70 anni fa Peggy Guggenheim organizza la sua prima mostra di scultura contemporanea (Arp, Brancusi, Calder, Giacometti, Moore, Marini…) nel giardino di Ca’ Venier dei Leoni, il settecentesco palazzo incompiuto sul Canal Grande che la collezionista e filantropa americana aveva comprato l’anno precedente. La seconda: il 23 dicembre di 40 anni fa Peggy muore dopo aver lasciato un segno incancellabile nella storia dell’Arte del 20mo secolo e nella vita culturale veneziana.
SECONDO DOPOGUERRA. Le iniziative di quest’anno speciale si aprono dunque con la mostra (dal 26 gennaio al 18 marzo) “Dal gesto alla forma” che per la prima volta presenta quasi al completo l’ottantina di opere d’arte europee e americane del secondo dopoguerra, lasciate nel 2012 da Hannelore Schulhof alla Fondazione Salomon Guggenheim di New York e ospitate nel museo di Peggy. Come spiega Karole Vail, direttrice del museo veneziano e curatrice della mostra insieme a Gražina Subelyte, questa esposizione offre l’occasione rara di potersi confrontare con la raccolta dei coniugi Schulhof, per molti aspetti complementare alla collezione di Peggy, e permette di seguire i passaggi tra i movimenti e gli stili dalla fine degli anni 40 agli anni 80 del Novecento: in particolare l’immaginario astratto con la ricerca sul colore, sulla forma, sullo spazio e le loro interrelazioni.
ARTISTI VIVENTI. Il destino di Hannelore ebrea berlinese (1922-2012) e di Rudolph Schulhof (1912-1999) boemo, è segnato dalla tragedia della Germania sotto il nazismo. Dopo lo scoppio della guerra, dal primo rifugio a Bruxelles, dove si sposano, la giovane coppia nel 1940 ripara a New York. Cominciano a collezionare opere d’arte e nel dopoguerra la loro grande villa sulla costa atlantica si riempie di capolavori. Dopo un iniziale interesse per gli impressionisti e i post-impressionisti – dalle quotazioni, però, sempre più irraggiungibili – su suggerimento del famoso mercante d’arte Justin Thannhauser, gli Schulhof scoprono il vasto e promettente campo delle correnti non figurative contemporanee, americane ed europee. Acquistano lavori di artisti viventi già affermati o giovani promesse, con cui spesso fanno amicizia. La collezione cresce rapidamente fino a superare le 300 opere in totale.
LA DOGARESSA PEGGY. L’incontro con “la dogaressa dell’arte” Peggy Guggenheim avviene casualmente nei primi anni ’50 a Venezia. Gli Schulhof, arrivati per vedere la Biennale Arte, approfittano delle aperture al pubblico della casa di Peggy per visitare la sua celebre collezione. La padrona di casa li sente discutere fra loro con competenza davanti ai quadri e, incuriosita, li avvicina. Nasce così una duratura amicizia che va oltre il comune interesse per l’arte d’avanguardia.
MILANO E VENEZIA. Il percorso della mostra parte dall’espressionismo astratto e dall’informale, per poi passare al minimalismo ed arrivare all’astrazione post-pittorica e all’arte concettuale. L’allestimento, nell’edificio affacciato sul giardino dietro la casa-museo di Peggy e destinato appunto alle mostre temporanee, riflette l’evolversi di un’astrazione sempre più minimale e raffinata, mettendo confronto stili, tematiche e affinità. Predominano ovviamente gli americani, ma c’è anche una consistente la presenza di italiani – Afro Basaldella, Alberto Burri, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi – che gli Schulhof “scoprono” soprattutto grazie alla Galleria del Naviglio fondata a Milano nel 1946 dal gallerista veneziano Carlo Cardazzo (1908-1963). INFO. “Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof” fino al 18 marzo 2019, ore 10-18 (chiuso il martedì). Visitabile con il biglietto d’ingresso del museo Guggenheim (Dorsoduro 701-704, fermate del vaporetto Accademia o Salute). Intero 15 euro, per ridotti (13 e 9 euro) e gratuiti: www.guggenheim-venice.it o tel. 041 2405 411, 041 2405 440/419. Fra le varie iniziative speciali, ogni giorno alle 15.30 visite guidate gratuite alla mostra previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo.
SOCCOL A CA’ PESARO. E’ dedicata al pittore veneziano Giovanni Soccol – e alle sue silenziose e magiche visioni notturne, la mostra “Metamorfosi” con cui la Galleria internazionale d’Arte Moderna di Venezia (Santa Croce 2076, fermata vaporetto linea 1 a San Stae) ha inaugurato la stagione 2019 (fino al 22 aprile). Una dozzina di grandi tele dell’artista dei paesaggi interiori deserti e dell’universo delle emozioni, riempiono due saloni del museo dedicati alle esposizioni temporanee: sei “Labirinti” e altrettanti “Teatri”, ed una grande “Marea” del 2011.
INFO VISITE. “Giovanni Soccol, metamorfosi della realtà in mito” a Ca’ Pesaro dal 26 gennaio al 22 aprile 2019, ore 10-17, chiuso i lunedì. Intero 10 euro per i musei di Ca’ Pesaro (Galleria int.le d’Arte Moderna comprese le mostre temporanee, e Museo d’Arte Orientale all’ultimo piano del palazzo). Riduzioni, gratuiti, scuole, famiglie e altre info: capesaro.visitmuve.it, tel. 848082000.
Foto: Jean Dubuffet, Andy Warhol, Giuseppe Capogrossi e Frank Stella esposti al Guggenheim di Venezia nella mostra “Dal gesto alla forma” dedicata ai capolavori della collezione Schulhof
*Giornalista