di Corrado Poli*
Tra le top news del New York Times leggo che gli studenti delle scuole medie scioperano contro il cambiamento climatico. In numerose capitali europee, nelle ultime settimane, sono stati organizzati scioperi e manifestazioni dai liceali contro il cambiamento climatico. Sottointeso, quello provocato dall’azione umana. Se si trattasse di fenomeni cosmici – come qualcuno inopinatamente sostiene – gli scioperi e un ripensamento delle azioni umane sarebbero chiaramente inutili, e non rimarrebbe altro da fare che invocare la misericordia di Dio.
Ironia a parte, decine di migliaia di studenti per quattro giovedì consecutivi in Belgio hanno abbandonato la scuola per manifestare e stimolare i governi ad agire. Proteste simili hanno avuto luogo in Francia, passate in sottordine a causa di quella del gilet gialli. In Germania lo sciopero si celebra ogni venerdì, ma fanno molta più impressione le manifestazioni violente coperte dai media dell’estrema destra. Lo stesso sta succedendo in Svizzera, in Svezia e altrove.
Le marce dei liceali e il movimento sono stati ispirati ufficialmente da Greta Thumberg una ragazzina svedese di sedici anni (!) che ha proclamato sulla rete lo sciopero dei giovani contro il riscaldamento globale.
Il primo ministro belga ha ricevuto gli studenti e promesso che agirà: quel che può contare un Paese piccolo e diviso come il Belgio lo possono comprendere tutti. È interessante però come la sua dichiarazione è stata integrata da un riferimento alle proteste dei gilet gialli francesi e a una riflessione sulle tensioni in tutta Europa. La sua conclusione è stata che le politiche ambientali per fermare il riscaldamento del pianeta provocato dall’azione umana, potrebbero essere costose e provocare tensioni sociali come in Francia. Lasciamo giudicare al lettore il senso di responsabilità del primo ministro belga Charles Michel.
Queste proteste contro il cambiamento climatico globale non sono molto organizzate a livello internazionale, ma grazie alla rete, la comunicazione consente un certo collegamento. I giovani sostengono realisticamente che agli anziani interessa poco, ma che loro dovranno vivere in questo mondo più a lungo e le politiche di oggi influenzeranno la loro vita e la loro vecchiaia mentre chi è già anziano può sperare che i cambiamenti non saranno così pesanti e i sacrifici eventuali per le politiche intraprese per fermare il riscaldamento globale avranno effetto dopo la loro aspettativa di vita.
La notizia riportata, poco o per nulla coperta dai media, dimostra che esiste una forte sensibilità per la tutela dell’ambiente e del pianeta, ma questa non riscuota l’attenzione che merita poiché non esiste un’offerta politica che se ne faccia interprete. Non lo fa la sinistra, che inizialmente aveva cavalcato le istanze ambientaliste, ma ora che s’è inserita nei gangli del potere non ne ha più interesse. Non lo fa la destra che non ci ha proprio mai pensato e ha dato sempre priorità alla crescita. Speriamo allora che i teenagers e le persone di buona volontà ci salvino dal degrado. Come d’altronde anche il Papa ha invitato con la sua enciclica “Laudato si’” che ha ricevuto tanti elogi per poi essere presto dimenticata.
* Scrittore – Docente