di Corrado Poli*
Nei movimenti di estrema destra tradizionali le donne costituivano una percentuale ridotta degli attivisti. Se vi partecipavano, dovevano sostenere un ruolo di supporto e non di leadership. Un po’ come nella Chiesa Cattolica in cui le donne non possono essere ordinate sacerdoti e tanto meno aspirare a diventare vescovi o cardinali come avviene in numerose denominazioni evangeliche, nell’Islam e nel giudaismo riformati.
Oggi però le cose stanno in modo diverso. Anche nei partiti e movimenti di destra si è verificato un cambiamento profondo sulle questioni di genere e sulla sessualità. Permangono solo alcuni personaggi piùche altro folkloristici che sostengono posizioni estreme (cattolici integralisti, neofascisti) a servizio di chi le vuole enfatizzare per delegittimare i moderati. Una pratica politica speculare avviene con la sinistra a cui si attribuiscono posizioni esasperate di pochi (centri sociali, anarchici) al solo scopo di squalificare tutti gli altri.
In realtà, una ricerca pubblicata in “Patterns of Prejudice” e ripresa dal Guardian rivela che il 40% delle donne in Europa vota per la destra populista. Soprattutto è cambiato
l’atteggiamento della destra, anche estrema, su alcuni temi quali il matrimonio omosessuale, i diritti delle donne, le comunità LGBT. La tolleranza è aumentata notevolmente. Il caso di Pim Fortuyn in Olanda fu forse il più emblematico di un partito di destra esplicitamente guidato da un omosessuale dichiarato, ma casi simili sono presenti in Svezia e Danimarca dove i partiti di destra sono molto ambigui sui temi di genere e LGBT. Si può presumere che questo atteggiamento sia strumentale a combattere il nemico del momento: l’Islam. Come dire, meglio gay che musulmano. O ancora: sosteniamo i principi di una modernità e di un occidente esasperati, che includono i diritti delle donne e degli omosessuali, pur di contrastare tradizioni straniere.
La English Defense League s’è dichiarata aperta alle donne e ai sostenitori dei LGBT e le donne svolgono un ruolo di leadership nel movimento.
Metà dei membri del Fronte Nazionale Lituano sono donne che si descrivono come superiori spiritualmente ai maschi nella salvaguardia della Nazione.
Le donne si sono emancipate apparentemente imitando gli uomini. Erano progressiste
quando sfidavano i tabù che le volevano madri e casalinghe. Ma ora la destra consente loro la scelta tra il perseguire ruoli di comando e carriera e il ritirarsi nei ruoli premoderni che non sono più repressivi e obbligati come un tempo. Questo ai maschi non è concesso, soprattutto negli ambienti di destra ed estrema destra.
*Docente – Scrittore