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Speciale guida all’arte: Spazio Oceano a Venezia e altre mostre in Veneto fra Artisti, Dèi & Eroi

di Maurizio Cerruti*

Con la primavera appena arrivata, nel Nordest è tutto un fiorire di nuove manifestazioni artistiche e di aperture di mostre. Ne abbiamo selezionato per voi una dozzina fra le più interessanti. Cominciamo dal tema sulla bocca di tutti, l’Ambiente, dopo la grande iniziativa di sensibilizzazione su scala mondiale che ha coinvolto milioni di giovani, lanciata su scala globale dalla controversa figura di Greta Thunberg, la ragazzina svedese amata e odiata per il suo impegno ecologista.

OCEAN SPACE. A Venezia dal 23 marzo al 29 settembre 2019, l’enorme installazione dell’artista Joan Jonas, realizzata su commissione di TBA21–Academy inaugura Ocean Space, nella Chiesa di San Lorenzo, nel sestiere di Castello. L’edificio, chiuso da oltre 150 anni salvo che per alcune occasionali iniziative, è appena uscito da un lungo e complesso restauro conservativo durato due anni; proprio per l’occasione viene riaperto al pubblico come sede espositiva permanente. Definita “la nuova ambasciata per gli oceani”, Ocean Space favorirà la ricerca transdisciplinare e promuoverà iniziative collettive, incoraggiando il pubblico a ripensare completamente la visione e l’approccio agli oceani. A inizio maggio, in concomitanza con l’inaugurazione della Biennale di Venezia, Ocean Space ospiterà una serie di eventi e di presentazioni speciali, tra cui una performance live di Jonas, il 7 maggio, ispirata ai temi esplorati nell’installazione. Dall’autunno prossimo alla primavera 2020, la Chiesa di San Lorenzo sarà temporaneamente chiusa per un’ulteriore mutazione di Ocean Space – nell’ambito di un programma biennale di trasformazioni – con l’installazione di una struttura dinamica di piattaforme e spazi flessibili, su progetto dell’architetto Andrés Jaque, che sfrutta l’immenso spazio verticale della ex chiesa.

RIPENSARE L’ACQUA. “Ocean Space apre un nuovo fronte sul tema dei mari, con l’intento di trasformare il modo di pensare, promuovere l’impegno e superare i tradizionali approcci monodisciplinari, per far fronte alle questioni più impellenti che riguardano i nostri oceani” dichiara Markus Reymann, direttore e cofondatore di TBA21 Academy insieme alla collezionista Francesca Thyssen-Bornemisza: “Abbiamo concepito Ocean Space – afferma – come un luogo che accoglie le persone e le organizzazioni provenienti dalla regione e da tutto il mondo per ripensare un futuro completamente diverso per il pianeta Terra e per i nostri oceani”.  TBA21-Academy creata nel 2011, ha visto artisti, scienziati, politici e leader provenienti dalle zone più sensibili al cambiamento climatico, incontrarsi in residenze, spedizioni e workshop pubblici in tutto il mondo. Il nuovo centro offrirà una piattaforma pubblica a Venezia (città particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici) per ricerche, progetti e iniziative di organizzazioni artistiche, musei, università, ong e agenzie governative. Scopo: riportare in primo piano i temi dell’ambiente e favorire alfabetizzazione oceanica, ricerca e sostegno. Ocean Space fornirà anche una programmazione educativa e di sensibilizzazione pensata ad hoc per Venezia, e progettata per connettere ulteriormente la città e i suoi cittadini al mare. Curata da Stephanie Hessler, l’installazione riunisce disegni, sculture, video e composizioni sonore su larga scala per rendere omaggio agli oceani quale pilastro culturale, spirituale ed ecologico. “Moving Off the Land II” combina le prose di autori come Emily Dickinson e Herman Melville con i testi di Rachel Carson e Sy Montgomery, insieme a riprese subacquee spettacolari.

CHIESA RISCOPERTA. La Chiesa San Lorenzo era annessa al vicino monastero benedettino femminile fondato nell’854 dalla potente famiglia dogale dei Partecipazio e noto alle antiche cronache veneziane per la grande ricchezza delle monache e per la loro vita sfrenata e lussuriosa. L’edificio religioso risale dunque all’Alto medioevo ma è stato più volte ricostruito a causa di una serie di incendi. L’attuale chiesa è della fine del 16.mo Secolo. Dietro la grande facciata incompiuta di mattoni si apre un immenso spazio verticale, sotto volte imponenti dall’acustica particolare, che nei secoli ne hanno fatto un centro musicale. Qui Antonio Vivaldi, il “prete rosso”, celebre compositore veneziano (1678-1741) provò ed eseguì le sue composizioni. La chiesa fu devastata nel periodo napoleonico e nel 1810 fu sconsacrata. Tutte le decorazioni, tranne l’altare maggiore, vennero allora rimosse. Nel 1865 venne infine chiusa al pubblico e all’inizio del secolo scorso il pavimento venne in parte smantellato per scavi archeologici alla ricerca dei mitici resti di Marco Polo.

I VETRI DI MARINOT. Alle creazioni di vetro di Maurice Marinot – dal 1911 al 1934 – sono dedicate “Le stanze del vetro” edizione 2019. La mostra è aperta dal 25 marzo al 28 luglio presso la Fondazione Giorgio Cini nell’isola veneziana di San Giorgio Maggiore, sede di un antico convento benedettino affacciato sul bacino dirimpetto a Palazzo Ducale e a Piazza San Marco. Curata da Jean-Luc Olivié e da Cristina Beltrami, la mostra ad ingresso libero (dalle 10 alle 19, escluso il mercoledì) rende omaggio ad un artista della corrente dei “fauves” (selvaggi) che ai primi del Novecento contribuì alla trasformazione radicale della pittura con artisti come Braque, Matisse e il giovane Pablo Picasso. Marinot (1882-1960) si avvicina casualmente al vetro nel 1911 decorando a smalto i prodotti di una vetreria industriale a Bar-sur-Seine, a sudest di Parigi, con motivi che “giocano” con le imperfezioni della materia.

VETRO CARNOSO. Dai primi anni Venti è l’artista stesso a soffiare il vetro: produce pezzi unici dalle raffinate colorazioni, con cui sperimenta l’inclusione di bolle d’aria, i tagli sulla superficie e i passaggi nell’acido: il suo vetro è spesso e pesante – “carnoso” lo definisce l’artista – e con la sua particolarità diventa presto un modello per altri designer e mastri vetrai. Il percorso della mostra esibisce duecento pezzi unici provenienti per lo più da musei internazionali, e 115 disegni, schizzi e progetti. L’attività dell’artista-artigiano vetraio si ferma nel 1934 quando la vetreria di Bar-sur-Seine chiude per difficoltà economiche. Info mostra: telefono 041 5229138, mail info@lestanzedel vetro.org

FANTASMA ZATTERE. Sempre a Venezia “il Fantasma”, un’opera video della famosa artista di Liverpool Fiona Banner, è stato presentato il 22 marzo 2019 a DK Zattere, il contenitore culturale della Fondazione russa V-A-C, affacciato sulla splendida passeggiata che costeggia il Canale della Giudecca di fronte all’isola omonima e al Molino Stucky (ingresso Dorsoduro 1401). L’artista inglese con la sua “walk-through” di quadri, in un ambiente sonoro coinvolgente creato dall’artista britannico e produttore musicale Mark Fell, ha chiuso l’attività autunno-inverno di DK Zattere con performance sonore, proiezioni di filmati, installazioni ed eventi artistici all’interno del palazzo neo-rinascimentale ottocentesco acquisito, restaurato e aperto nel 2018 da V-A-C, l’organizzazione moscovita per lo studio e la promozione dell’arte contemporanea creata dieci anni fa dal miliardario e mecenate 63enne Leonid Mikhelson, fondatore del colosso del gas Novatek e grande amico di Vladimir Putin. DK sta per Dom Kulturny, il nome delle “Case della cultura” sovietiche. Ospita fra l’altro una biblioteca, una sala lettura e salette per proiezioni aperte al pubblico, con un’area di co-working, uno spazio meditativo yoga e un ambiente sonoro immersivo.

DRONE IN PICCHIATA. Nella sede veneziana V-A-C ha proiettato per l’occasione il film Hd digitale “Fiona Banner Aka The Vanity Press, Phantom” (2015, 9.28′) dal 22 al 24 marzo: il “volo d’aquila” di un drone sul libro Cuore di tenebra di Joseph Conrad: le picchiate del drone provocano una danza di pagine svolazzanti che si associano ad immagini della City londinese del celebre fotografo di guerra dell’agenzia Magnum, Paolo Pellegrin, e ai disegni di Banner di primi piani di abiti gessati: riferimento ironico alla storica “divisa” degli operatori di Borsa. Prossimo appuntamento dall’11 maggio al 20 ottobre con “Time, Forward!” (Tempo, Avanti!), una ricerca di Omar Kholeif, Maria Kramar e V-A-C sulla funzione del tempo nel 21mo Secolo, che richiama ironicamente lo slogan sovietico e che ha impegnato tredici artisti.

KORZHEV IL SOVIETICO. Restiamo a Venezia e restiamo in ambito storico-artistico sovietico con il “ritorno” nella città lagunare di Gely Korzhev (1925-2012), una delle figure più eminenti della pittura sovietica e russa della seconda metà del Novecento. Questa “riscoperta” arriva 57 anni dopo la partecipazione di Korzhev alla 31ma Biennale Arte (1962) quando, presente con altri artisti come Viktor Popkov nel padiglione dell’Urss, risultò essere la voce più convincente del cosiddetto “stile severo” che cercava, nell’alveo tetragono del realismo socialista, una via espressiva diversa rispetto ai canoni ferrei dell’era staliniana. La mostra “Gely Korzhev. Back to Venice” realizzata dalla Galleria Tret’jakov, con l’Istituto d’arte realista russa e il Centro studi Csar di Ca’ Foscari, e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, presenta oltre 50 dipinti del maestro, insieme a documenti, foto, proiezioni e altro materiale documentario. Ci sono i monumentali nudi, le nature morte, e soprattutto le immagini dolenti della Grande Guerra Patriottica, ovvero la 2. Guerra Mondiale, che consentirono a Korzhev di affermarsi a livello internazionale. La rassegna si conclude con le meditazioni visive del pittore che vide e visse il collasso del sistema sovietico con opere di denuncia sociale ma anche di grottesche visioni sulle degenerazioni ibride dei cosiddetti Tyurlikis e degli scheletri dell’Urss. Dall’11 maggio al 31 ottobre, presso l’Università Ca’ Foscari Esposizioni (Dorsoduro 3246) da martedì a domenica (chiuso il lunedì) ore 10-18. Ingresso libero.

RICCI A BELLUNO. Lo spettacolare ciclo di tele di Sebastiano Ricci per il Camerino d’Ercole, al terzo piano di Palazzo Fulcis, è messo a confronto con altri grandi pittori del Settecento, concorrenti di Ricci o tributari della sua opera: è questo il tema di “Sebastiano Ricci. Rivali ed Opere del Settecento della Fondazione Cariverona” a Belluno dal 6 aprile al 22 settembre 2019. La mostra divisa in cinque sezioni è curata da Denis Ton e realizzata dai Musei Civici della città e dalla Fondazione Cariverona, dalle cui ricchissime collezioni provengono appunto le opere messe a confronto con il ciclo di Ricci. Il pittore nato a Belluno nel 1659 e morto a Venezia nel 1734 realizzò per Palazzo Fulcis le tre tele dedicate appunto ad Ercole, nume tutelare della famiglia nobiliare che abitò e arricchì con dipinti, fregi e stucchi e mobili, l’enorme ed elegante palazzo oggi sede del Museo civico comunale. I tre capolavori della pittura settecentesca che hanno ispirato la mostra rappresentano la Caduta di Fetonte, Ercole al bivio ed Ercole e Onfale. Orari museo: feriali 9,30-13,30 e 15.30-18,30 (chiuso lunedì). Sab. e dom. 10-18.30. Info: 0347-956305, museo@comune.belluno.it

SOL LEVANTE A TREVISO. La Casa dei Carraresi, in via Palestro 33 a Treviso, ospita dal 4 aprile al 30 giugno 2019 “Terra di geisha e samurai”, una rassegna dedicata ai capolavori d’arte orientale della collezione del trevigiano Valter Guarnieri. Le opere realizzate fra il 14.mo e il 20.mo Secolo, occupano le sale al piano nobile del palazzo, che per la prima volta dedica un’esposizione all’arte e alla cultura giapponesi. Curata da Francesco Morena e prodotta da Artika in sinergia con Fondazione Cassamarca, la mostra arriva sulla scia del successo di “Da Tiziano a Van Dyck”. Donne eleganti e flessuose, feroci e alteri guerrieri, dèi e panorami eterei materializzano tutto il fascino dell’immaginario legato al Sol Levante. Tra armature, ukiyo-e, kimono, menuki, paraventi e preziosi rotoli dipinti, spicca il fiore all’occhiello della collezione: una katana, affilatissima e leggendaria spada risalente al 13mo Secolo, così affilata da poter decapitare un nemico con un sol colpo. Aperto dal 4 aprile, da martedì al venerdì ore 10-19, sabato e domenica 10-20. Biglietto intero 12 euro, gruppi e prevendite al prezzo speciale di € 10,00 entro il 3 aprile allo 0422 513150, anche con formula open.

DURER A BASSANO. “Albrecht Dürer. La collezione completa dei Remondini”, è l’argomento della mostra di primavera che Bassano del Grappa dedica al geniale pittore, incisore e matematico tedesco e alla grande dinastia di stampatori bassanesi, che con la loro collezione di 8500 opere grafiche realizzate nell’arco di tre secoli hanno dato un impareggiabile contributo al patrimonio artistico bassanese. La mostra – dal 20 aprile al 30 settembre 2019 – propone a Palazzo Sturm per la prima volta in modo integrale, il tesoro grafico di Dürer (1471- 1528) appartenente ai musei bassanesi. Un corpus di 214 incisioni che, per ampiezza e qualità, è classificato, con quello al Kunsthistorisches Museum di Vienna, il più importante e completo al mondo. Palazzo Sturm, che è appena uscito da un impegnativo restauro, è un gioiello dell’architettura veneta di campagna del Settecento. Conta settanta stanze su sette livelli, e col suo spettacolare belvedere regala un impareggiabile panorama sul fiume Brenta e sul Ponte Vecchio. Venne donato al Comune di Bassano dal barone Giovanni Battista Sturm von Hirschfeld nel 1943. Nella copertina della mostra spicca la famosa incisione del Rinoceronte di Durer, un tema che ha affascinato molti altri artisti, La curatrice Chiara Casarin ha messo in luce queste assonanze attraverso i secoli, da Raffaello a Stubbs, da Dalì a Li-Jen Shih che con il suo impressionante King Kong Rhino – 8 metri di acciaio lucente – dalla Biennale 2018 di Venezia è approdato a Bassano. La mostra è aperta da lunedì a domenica ore 10-19 (chiuso il martedì, 25 dicembre e 1 gennaio). Ingresso: Intero: 7 €; Ridotto: 5 €.

GIOSTRE A ROVIGO. “Giostre! Storie, immagini, giochi”: dal 23 marzo al 30 giugno Palazzo Roverella a Rovigo (feriali ore 9-19, festivi e sabato ore 9-20) dedica la sua mostra di primavera al mondo delle giostre, fatto di sogno ma anche di attività produttiva concentrata a Bergantino nel Polesine. La rassegna curata da Roberta Valtorta e promossa dalla Fondazione Cariparo, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, indaga il passato di una tradizione polesana in chiave soprattutto sociale, attraverso le foto e la pittura di artisti dall’Ottocento ai giorni nostri, ma anche attraverso i giocattoli meccanici, i modellini, i carillon, gli orologi. Tra i pezzi antichi ci sono organetti e cavallucci di legno, vecchi manifesti di fiere e sagre di paese. Il richiamo alla contemporaneità è dato da un’installazione artistica di Stephen Wilks e dal film di Adriano Sforza “Jodi delle giostre” (David di Donatello 2011).

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Un antico modello di giostra nella mostra a Palazzo Roverella a Rovigo

DEI ED EROI A VICENZA. Il tema “Mito, dèi ed eroi” è l’oggetto della mostra che Palazzo Leoni Montanari a Vicenza ospita dal 5 aprile al 14 luglio 2019. A cura di Fernando Mazzocca, Federica Giacobello e Agata Keran, l’iniziativa culturale celebra i vent’anni di apertura al pubblico delle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari e delle sue raccolte d’arte. Le opere esposte fanno parte delle collezioni della Galleria e da prestiti nazionali ed internazionali. Il filo conduttore tematico, quello appunto del mito, è in perfetta sintonia con l’apparato decorativo del palazzo appartenente al gruppo Intesa San Paolo. Orari: da martedì a domenica ore 10-18.

BASILICA PALLADIANA. La Basilica Palladiana, luogo simbolo di Vicenza, nata nel Cinquecento dall’alleanza fra un’imprenditoria colta e cosmopolita e il genio di Andrea Palladio, è il punto d’inizio di un progetto di rilancio della città museo che vede al centro il Comune vicentino. La Basilica, d’ora in poi aperta tutto l’anno come il Teatro Olimpico e gli altri musei vicentini, diventa visitabile dai sotterranei del percorso archeologico fino alla terrazza panoramica al di sopra del secondo ordine di arcate. Il programma 2019 di eventi espositivi comincia in Basilica con “Anni Venti. Una donna moderna. Lo sguardo di Ubaldo Oppi”. La mostra in collaborazione con l’Accademia Olimpica è curata da Stefania Portinari (dal 6 dicembre 2019 al 13 aprile 2020). A seguire dal 5 dicembre 2020 al 5 aprile 2021, “Rinascimento privato”, a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Xavier Salomon. Chiude il ciclo, dall’11 dicembre 2021 al 18 aprile 2022, “Tebe nel Nuovo Regno”, curatore Christian Greco.

DIOR A STRA. E’ dedicata al re dell’arta sartoria francese, Christian Dior, una mostra fotografica che il museo nazionale di Palazzo Pisani a Stra ospita dal 12 aprile al 3 novembre 2019 nell’orario di apertura del museo. Si tratta di 40 immagini dell’archivio di Cameraphoto, l’agenzia fondata nel ’46 da Dino Jarach, che ha immortalato la “dolce vita” veneziana nei decenni del Dopoguerra. In questo caso al centro della scena c’è il 1951, un anno speciale di eventi mondani a Venezia culminati il 3 settembre con il “Ballo del Secolo” a Palazzo Labia: quel Bal Oriental, voluto da Don Carlos de Beistegui y de Yturbe, richiamò un migliaio di personaggi del jet set mondiale. Il ballo in maschera impegnò Dior insieme con Salvador Dalì, il giovanissimo Pierre Cardin, Nina Ricci e altri creatori dei costumi per gli illustri ospiti. I fotografi di Cameraphoto furono i silenziosi testimoni di quegli eventi mondani che rievocarono nel mondo l’eco dei fasti del Settecento veneziano. La rassegna fotografica ospitata nella stupenda villa settecentesca famosa come la “Versailles della Riviera del Brenta, è nata per iniziativa di Vittorio Pavan, conservatore dell’imponente Archivio Cameraphoto che conta oltre 300 mila negativi “storici” schedati e di Daniele Ferrara, direttore del Polo museale veneto. Negli anni Cinquanta Dior presentava in ogni sfilata circa 200 modelli, tra abiti per tutte le occasioni e vestiti da sera. Le sue collezioni erano attese e contese nel mondo: ogni anno 25 mila americani passavano l’Atlantico per partecipare.La sua Maison nata da pochi anni , impegnava già oltre un migliaio di collaboratori.

DOLCE VITA VENEZIANA. Nelle immagini di Cameraphoto le bellissime modelle vestite da Dior duettano con Venezia, fra canali, chiese, palazzi, gondole; nella seconda sezione della mostra il protagonista è il Gran Ballo di Palazzo Labia organizzato sul tema di Goldoni e Casanova da don Carlos de Bestegui, noto allora come il raffinato e misterioso Conte di Montecristo. Tra gli ospiti, accompagnati da eleganti levrieri, ci furono i duchi di Windsor, alcuni Grandi di Spagna, l’Aga Khan III, il re egiziano Faruq, Winston Churchill, principi e principesse, milionari (in dollari di allora), artisti, stilisti e altre celebrità come Barbara Hutton, Diana Cooper, Orson Welles, Daisy Fellowes, Cecil Beaton, i Polignac e i Rothschild. L’allora proprietario di Palazzo Labia, lo stravagante don Carlos de Bestegui (1890-1970) “sfarfalleggiava” su piattaforme alte 40 centimetri, vestito sontuosamente da Re Sole. Rampollo di una famiglia messicana proprietaria di miniere di argento e di piantagioni ma poi travolta dalle rivoluzioni di metà Ottocento, don Carlos era considerato uno degli uomini più ricchi del mondo. Collezionista d’arte e appassionato di restauro e arredo delle proprie numerose dimore, si divideva tra Parigi, nel superattico di un palazzo disegnato da Le Courbusier e decorato da Salvador Dalì, e il suo enorme castello di campagna a Montfort. Malgrado il profilo ultramondano, però, era un tipo ombroso e solitario, poco incline a concedere amicizia, distaccato con le donne e freddo con gli ospiti. Il declino arrivò con un infarto, nel 1960; vendette Palazzo Labia alla Rai e dieci anni dopo morì solo e quasi dimenticato. Info mostra: mail villapisani@munis.com. Tel: 049 663499.

Nella foto di copertina: l’ex chiesa di San Lorenzo a Venezia riapre come sede espositiva 


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