di Corrado Poli*
“Per chi voti”? “Non so! Se no a che servono le campagne elettorali”? Siamo alla vigilia di un’importante campagna elettorale per formare il Parlamento Europeo. Purtroppo, invece che parlare di Europa ed elaborare idee sia pure contrastanti di essa, si sfrutta l’occasione per litigare su beghe locali. E le candidature vengono di conseguenza. Viste le liste, il Parlamento europeo si riempirà di anziani dinosauri della politica in via di estinzione e di persone che vanno “parcheggiate” al fine di non nuocere. Ma qualche cosa di buono la campagna elettorale potrà comunque portare.
Dopo una campagna elettorale, nulla è più come prima, né per gli elettori né per chi partecipa in prima persona all’agone politico. Le elezioni sono un momento topico della comunicazione di massa, di contrastanti tentativi di convinzione in competizione l’un l’altro. Mussolini le disprezzava definendole “ludi cartacei”. Aveva torto, ma anche un po’ di ragione. In effetti la campagna elettorale – gli americani la chiamano per l’appunto “corsa” – somiglia davvero a una gara sportiva. Per questo affascina chi vi partecipa e coinvolge chi stabilisce il risultato con il voto pur restando sugli spalti. Il gioco implica qualche furbata tollerabile: una volta si usciva di notte a coprire i manifesti dei candidati avversi con i propri. Adesso ci si inserisce sulle pagine dei social network. Falli e simulazioni di falli fanno parte del gioco e, in un paese ancora civile come l’Italia, si evitano opportunamente i cartellini rossi.
Nelle elezioni europee, il coinvolgimento del cittadino è troppo indiretto a causa dei collegi troppo vasti. Più è piccola la circoscrizione, più il voto diventa una relazione personale tra candidato ed elettore. Ma anche in questa votazione che rappresenta un grande sondaggio, qualche idea potrebbe essere veicolata opportunamente. Se ci fosse, perché le idee sono merce rara, e in questo momento rarissima.
La competizione elettorale è una delle poche garanzie che i cittadini hanno contro la manipolazione dell’informazione. Gli scettici pensano che i politici facciano solo “promesse che nessuno mantiene”! È una stupidaggine: il solo fare una promessa significa mandare un messaggio, indicare la via che si intende percorrere. Apre la mente (e il cuore) dei cittadini a nuove possibilità. Il bravo politico promette anche se sa che non potrà mantenere tutto, ma opera coerentemente nella direzione indicata. Se riesce a realizzare tutto quel che ha promesso, vuol dire che si è limitato alla mediocrità della normale amministrazione senza avere invitato a guardare oltre: “un voto per il declino” potrebbe essere lo slogan di molte delle liste viste. Gli elettori lo sanno e il più delle volte premiano chi ha un progetto rispetto a chi dice “non si può fare” o “lasciamo tutto com’è sempre stato”! O detto in latino: “Mota quietare, quieta non movere”! Che potrebbe campeggiare sui manifesti di quei partiti che non hanno un progetto. E finora, l’unico progetto di cui si sente parlare è quello dell’uscita dall’Euro, dalla UE e di un nuovo nazional-sovranismo. Cosa si oppone? Vedremo cosa ci dirà la campagna elettorale, ma le premesse sono desolanti.
Le parole contano in politica e il solo fatto di annunciare qualcosa (senza esagerazioni) crea aspettative e fa ragionare in modo diverso. Per questo le campagne elettorali non lasciano nulla come prima. E durante le campagne – mentre si scatenano passioni e interessi – si creano nuove alleanze, relazioni, si conoscono persone, si stringono o rompono rapporti, ci si odia e ci si ama. Si parla tantissimo agli altri e a se stessi per cercare di capire, di far capire e di convincere. Lincoln disse che un candidato “può ingannare alcuni sempre e tutti qualche volta, ma mai tutti sempre”. In effetti la competizione elettorale è un momento di tale intensità per cui alla fine emerge la vera personalità di ognuno. Solo agli specialisti della comunicazione, che oggi spesso affiancano i candidati, spetta conservare un po’ di razionalità nel mare di passioni umane eccitate dalla richiesta di un voto.
*Scrittore – Docente