C’è da perdersi, affascinati da una scienza che si è abituati a vedere, almeno la maggior parte di noi, solo attraverso i film. “La città dei robot”, al centro Giotto a Padova, è una finestra sul futuro, quello in cui vivranno le nuove generazioni e quello che le vecchie guardano con occhi increduli.
La città dei robot comprende 72 nuovi robot provenienti da Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Gran Bretagna e Russia, oltre a spettacoli di Tesla, 11 zone di realtà virtuale e aumentata, un teatro di robot, un dispositivo per spostare oggetti con il potere del pensiero e altre tecnologie del futuro.
l robot francese Reeti, il realistico robot ragno dal libro Guinness dei primati e il robot ballerino dell’ultima generazione di robot intelligenti sono arrivati da Las Vegas, Pechino e Berlino.
C’è veramente di tutto e per tutti. I bambini possono confrontarsi con la realtà virtuale, imparare che un signore amante dell’energia, Tesla, l’ha impiegata in modo affascinante, trasformandola addirittura in musica. Chi bimbo non è può rispolverare un po’ di vecchie nozioni scolastiche e guardare avanti.
E’ una scienza interattiva quella che viene offerta da questa sorprendente mostra. I robot interagiscono, parlano, stupiscono, assomigliano a cagnolini veri da accarezzare e coccolare. C’è chi legge gli stati d’animo (orecchie vibranti se si è felici), ci sono le macchine di Cars, il fortunato cartone animato, che muovono la bocca e strabuzzano gli occhi. Poi c’è Federico, che sa anche ballare. Si può virtual,ente nuotare tra gli squali o finire nello spazio.
Insomma non ci si annoia. E per chi dinnanzi a queste meraviglie di plastica e metallo storce il naso teorizzando che un bambino sta meglio in un campo verde che a contatto con un umanoide, non resta che dire che il posto giusto per un bimbo è quello dove può intelligentemente imparare, divertendosi. E allora, oltre al campetto da calcio e al profumato bosco una sana immersione in quello che diventerà il suo futuro è cibo per il suo cervello. (db)