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Pianista “fuori posto”, ma non proprio…..

di Gigi Fincato*

Ormai questo 51enne padovano il pianista lo fa di professione, anche se il pianoforte l’ha studiato come autodidatta fin da bambino. In realtà definirlo un musicista è riduttivo, se non fuorviante: il padovano Paolo Zanarella si è dato un soprannome che lo rende unico, “il pianista fuori posto”.

Lo si può vedere suonare appeso ad una gru, sul canal grande a Venezia, con qualcuno disteso sul suo piano o più semplicemente a una festa privata o ad un evento benefico. Poliedrico, improvvisatore i tutti i sensi, ma a tempo stesso organizzatore puntiglioso del suo essere artista fuori dagli schemi o, appunto, fuori posto…

Paolo Zanarella, da quanto tempo sei in giro a suonare?

Giro per l’Italia da dieci anni. Se vuoi vivere con la musica, devi fare di tutto ed io suono sempre da solo, sempre con il mio pianoforte dietro, ovviamente.

Insomma questo strumento è diventato un vero e proprio compagno d’avventure…

Certo. Ed è sempre lo stesso, ha più di 350mila chilometri sul groppone, ormai è un po’ “vissuto”, ogni tanto devo sistemarlo ed anche accordarlo.

E invece da dove viene l’idea di portare i concerti nei posti più improbabili?

Nella vita bisogna fare cose che non fanno gli altri, un po’ di marketing l’ho imparato, perchè prima facevo l’imprenditore, poi ho abbandonato tutto e mi sono dedicato solo a quello che mi piaceva, cioè la musica. Fare impresa oggi non è facile, come non è facile fare il pianista fuoriposto. Anzi forse lo è di più, però questo mi piace maggiormente, è un sfida, anche per questo senso di libertà che dà.

Oramai sei famoso, ti sono occupati di te tv e giornali, proprio per il fatto di suonare in posti strani, ci racconti qualche episodio?

Uno risale a quattro anni fa, la mia performance “volante” con il pianoforte appeso ad una gru, in occasione del carnevale di Venezia, da lì in poi l’ho ripetuto più volte in giro per l’Italia, per esempio  come ospite per l’inaugurazione di eventi particolari. Anche questo è uno dei modi in cui si mantiene un pianista che se ne va in giro… oltre al coraggio ci vuole fantasia, ogni giorno devi inventarti qualcosa di nuovo, in un posto nuovo. Per esempio vado spesso a suonare su barche, ovviamente anche a Venezia, rigorosamente sempre senza permesso, perchè non te lo darebbero mai e quindi carico il piano sopra una “topa” e vado. Amo anche il rischio, d’altronde la vita è anche questo. L’ultimo imprevisto stamattina a Mestre, i vigili urbani mi hanno cacciato via da piazza Ferretto!

pianista piano

Una curiosità, come ci si sposta in giro con un pianoforte?  

Di fianco al piano c’è sempre un tavolino, dove ci sono i miei cd musicali in vendita. In realtà il tavolino  si può trasformare in un carrello, che va posizionato sotto E naturalmente dietro l’angolo c’è il mio furgone…

Parliamo di musica: che cosa predilige suonare in giro il pianista fuori posto?

Intanto pezzi di mia composizione. Ho inventato il pianoforte che gira per l’Italia per far conoscere la mia musica, perchè sono un compositore ed ho trovato questo sistema come l’unica soluzione se vuoi arrangiarti, altrimenti ti devi appoggiare alle “major”, che non ti darebbero mai ascolto, o devi essere molto fortunato!

Ma come definiresti la tua musica?

La mia musica è un genere sul classico, ma attualizzato, ripreso con criteri moderni, cioè con la capacità di ascolto di oggi. Infatti piace a tutti, pur avendo comunque un’impostazione classica, perchè quella è la mia formazione artistica, ma -ribadisco- riproposta in chiave più leggera. Invece quando suono musiche di altri autori, mi piace eseguire qualche colonna sonora, poi brani che sono comunque degli “evergreen”. Evito la musica classica, in quanto non credo sia repertorio “da strada”.

Ma non finisce qui: ti sei inventato anche una sorta di musicoterapia, ce ne parli?

Sì, visto che siamo in tema di fantasia e dato che bisogna sempre inventarsi qualcosa di nuovo, quest’anno ho creato un “Piano Benessere”, si tratta di sessioni individuali che faccio in diversi hotel o parchi, di solito di domenica, dove trovo ospitalità. Ho scoperto che suonando certe frequenze, si può fare del bene. In pratica distendo la persona direttamente sopra al mio pianoforte, che è accordato a 432 hertz e le vibrazioni aiutano molto le cellule del corpo; in questa sorta di terapia, chiamiamola sessione di benessere, improvviso letteralmente per trenta minuti una musica su misura in base che chi è disteso sul piano e ne percepisco i suoi bisogni; è un’esperienza molto forte, la paragonerei a quattro sedute da uno psicanalista!

Per ulteriori informazioni vedere il sito ilpianistafuoriposto.it


gigi fincato* Giornalista

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