Header Ad

Most Viewed

Arriva la collana “Scale Matte” per far rivivere le opere dimenticate

È una piccola sfida culturale. L’occasione e l’opportunità di far conoscere al pubblico di lettori opere dimenticate, inediti, “dimenticate” sugli scaffali delle Biblioteche che hanno un unico comun denominatore: parlano di ebrei, di vicende storiche che riguardano il mondo ebraico, le relazioni tra comunità religiose e che, nell’intento più simbolico, vogliono mantenere fervido il dialogo e lo studio.

Arriva la collana “Scale Matte” dal nome assegnato nella storia agli antichi “grattacieli” costruiti nel Ghetto di Venezia per dare spazio nei secoli alla popolazione ebraica costretta a vivere in una determinata zona della città per decisione della Repubblica di Venezia.

Una collana curata dalla Fondazione Centro di Documentazione ebraica di Milano in collaborazione con la Comunità ebraica di Venezia ed edita da Il Prato Editore, una piccola ma battagliera casa editrice di Saonara in provincia di Padova. La nuova collana ha deciso di esordire con due libri che, all’origine quando vennero pubblicati, ebbero una circuitazione estremamente limitata, spesso legata quasi esclusivamente alle Comunità ebraiche italiane.
thumbnail_sefardi.jpg
A questi va aggiunto un volume di cosiddetta “miscellanea” di scritti del rabbino Adolfo Ottolenghi, originario di Livorno, che fu per molti anni il Maestro della comunità ebraica veneziana, arrestato nel 1944, condotto e trucidato ad Auschwitz nello stesso anno. Di Ottolenghi, la collana ripropone una serie di scritti, sia pure legati ai primi anni Venti-Trenta del Novecento dove si affacciavano i primi saggi storici sulla presenza ebraica in Italia. Il volume intitolato “Venezia ebraica” (15 euro) offre otto ricerche che vanno, dall’antico cimitero di San Nicolò del Lido alle spigolature attorno alla figura del rabbino e cabbalista veneziano Leon da Modena nel secolo XVII; sulla figura di un altro rabbino come Abraham Lattes, che partecipò a Venezia ai moti risorgimentali di Venezia del 1848. Tutti questi lavori, vere e proprie “chicche” sulla storia dell’antica comunità ebraica veneziana si avvalgono anche di una nuova prefazione di Giovanni Levi, docente dell’università di Ca’ Foscari, che ha riletto storiograficamente i testi di Ottolenghi.
Oltre a questa raccolta di testi, la collana Scale Matte ripubblica “Storia degli ebrei italiani nel Levante” (15 euro) dello storico Attilio Milano, celebre per aver scritto negli anni Sessanta una “Storia degli ebrei in Italia” (Einaudi) diventato nel tempo una pietra miliare della storiografia sugli ebrei nel nostro Paese.
Cattura2.PNG
In questo libro Milano ripercorre la storia del cammino compiuto dagli ebrei al momento della cacciata dalla Spagna nel 1492-96 verso Oriente con la fuga verso l’Italia del Sud, l’Albania, la Grecia, la Turchia per arrivare alla Siria e giungere in Palestina. Tutti luoghi, soprattutto nei Balcani e nella Penisola anatolica che videro fiorire comunità come Salonicco, Corfù, Ioannina fino a Smirne e Istanbul. Il libro offre così spunti, vicende, informazioni, notizie sulle mescolanze e le contaminazioni tra popoli nell’area balcanica/anatolica quasi completamente scomparse dopo la Shoah che distrusse intere comunità millenarie.
IL terzo libro è forse quello più tragicamente importante. “Si può stampare” (15 euro) di Silvia Forti Lombroso (1889-1979) che rappresenta uno dei primi testi immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Così come il libro di Primo Levi racconta la tragedia della Shoah e il ritorno dai Lager nazisti, Forti Lombroso invece narra la fuga e ogni tentativo di scappare dalla crudeltà delle persecuzione. È in sostanza un “diario” accorato, intenso, triste con il fine ultimo della salvezza attraversando difficoltà, delazioni, paure, preoccupazioni a finire nelle mani dei persecutori giungendo infine alla libertà ritrovata nel 1945 e alla possibilità di dire “si può stampare”.
Cattura.PNG
«È una collana – dicono i curatori – che affronta temi inerenti alla storia, alla cultura, e alla tradizione ebraica italiana e alla Shoah. L’obiettivo è riproporre testi caduti nell’oblio, usciti dai cataloghi, manoscritti inediti e frammenti postumi. Puntiamo a far riscoprire fonti di cui si è quasi persa la memoria e di far riflettere su importanti momenti ed eventi dell’ebraismo italiano che talvolta o spesso hanno anche oltrepassato il confine della Penisola».
Cattura1.PNG

    Leave Your Comment

    Your email address will not be published.*

    quattro + diciotto =