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Mondiali di calcio femminile, una breccia contro l’omofobia

di Corrado Poli*

L’omosessualità non è più un taboo in numerosi contesti, ma resta un pregiudizio radicato nel calcio, il più popolare degli sport. Grazie ai campionati mondiali di calcio femminile, in corso in Francia, si sta aprendo una breccia nel silenzio generale sul tema da parte di alcuni media sportivi.

Per questo bisogna sinceramente ringraziare quei trogloditi che hanno rivolto insulti alle giocatrici definendole complessivamente lesbiche. Alcune giocatrici hanno reagito nel migliore e più positivo dei modi dimostrando che “nessuno può farti sentire inferiore o discriminato se non dai il tuo consenso”. Invece di lamentarsene, alcune ragazze hanno dichiarato apertamente la propria omosessualità trasformando l’intenzione di offendere in un’indifferente banale affermazione. Per essere precisi, al campionato mondiale di calcio ben 24 giocatrici e un’allenatrice si sono dichiarate pubblicamente gay, lesbiche e/o bisessuali. Probabilmente sono molto di più, sia per via dei pregiudizi sia perché in alcuni Paesi (Cameroon, Nigeria e Jamaica) gli omosessuali dichiarati rischiano ancora la galera e in altri (compresa l’Italia) persistono pesanti pregiudizi. E naturalmente tra loro sono moltissime, e probabilmente in larga maggioranza, le etero: le generalizzazioni sono sempre stupide quando si tratta di persone. Le donne del calcio che non nascondono la propria omosessualità sono 6 americane (compresa l’allenatrice e due giocatrici fidanzate tra loro), quattro inglesi, tre svedesi, tre australiane, due neozelandesi, un’argentina, una cilena, una spagnola, un’olandese, una sudafricana, una norvegese e una canadese (i loro nomi si trovano orgogliosamente in rete).

Tra i maschi, invece, in tutta la storia del calcio, si registrano solo una decina di casi, la maggior parte dei quali sono usciti allo scoperto solo dopo avere smesso di giocare. Uno di loro si è suicidato. Si può parlare di codardia dei maschi e di maggiore coraggio e apertura delle femmine. Ma la cosa può essere vista anche da un’altra prospettiva meno edificante: il calcio accetta più facilmente donne lesbiche e presuntivamente mascoline proprio perché il calcio è nato come sport per maschi. L’anno scorso, i mondiali di Russia sarebbero stati l’occasione migliore per sollevare il problema dell’omofobia in un Paese dove l’omosessualità è invisa e condannata dalle autorità con il consenso dell’opinione pubblica. Tra l’altro per una questione terminologica, forse è stata una fortuna che la nostra nazionale non si sia qualificata: in russo gli omosessuali sono definiti “azzurri”. Contro i pregiudizi si batte anche Lindsay England la quale ha fondato l’associazione “Just A Ball Game” (il doppio senso è evidente) per contrastare la disparità tra maschi e femmine nello sport.

I media stanno coprendo questi campionati del mondo di calcio femminile come mai era successo prima, almeno in Italia. È quindi un’occasione importante per fare risaltare l’esistenza di pregiudizi e operare per superarli per quanto riguarda la questione generale della discriminazione in base alle preferenze sessuali. Ma anche quella specifica dei pregiudizi contro le femmine che praticano attività e sport un tempo prerogativa dei maschi. Per completezza, vale anche il discorso opposto: la discriminazione dei maschi che praticano attività recepite come femminili (p.e. il nuoto sincronizzato o la danza classica) i quali sono immediatamente etichettati e discriminati come gay. Possono esserlo o non esserlo: quel che conta è quanto poco ce ne importa e valutare il giocatore o la giocatrice per come gioca non per quello che fa a letto. La strada è lunga, ma la questione sollevata in questi campionati aiuta a compiere ulteriori passi in avanti affinché presto anche l’omosessualità dei giocatori maschi esca pacificamente allo scoperto. Un fuoriclasse dichiaratamente gay aiuterebbe a cancellare molti pregiudizi omofobi in tutta la società.

P.S.: Da quando ho scritto l’articolo, il numero di chi si è dichiarato LGBT+ è aumentato e forse continuerà ad aumentare.

(Foto di repertorio di calcio femminile)


 

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