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“Te lo dico, ma non è vero”,. Quando le fake news sono la prima malattia

 

La prima fake new è stata diffusa dal serpente nel Paradiso Terrestre con la storia della mela. Il serpente aveva  prospettato ad Adamo ed Eva che, mangiando i frutti dell’albero proibito, sarebbero diventati come Dio, ed avrebbero conosciuto il segreto del bene e del male. Guardate che guai ha combinato!

La storia è piena di fake news clamorose, vere e proprie notizie false che vengono create appositamente ed utilizzate come strumenti strategici per aumentare il proprio prestigio o per attirare attenzione negativa verso altri. Gli effetti possono esser disastrosi, spesso ben superiori alle intenzioni iniziali.

Un esempio fra tutti.

Nel 1998 The Lancet, una delle più stimate riviste mediche, ha pubblicato uno studio le cui conclusioni erano sorprendenti: i vaccini contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MPR), somministrati ogni anno a milioni di bambini nel mondo, possono causare l’autismo.

Lo studio in questione, condotto dallo screditato ex medico ricercatore Andrew Wakefield, rappresenta il punto di partenza del demenziale dibattito in corso sulle correlazioni tra i vaccini e l’autismo. In seguito, quello studio è stato completamente ed inequivocabilmente smentito. La rivista The Lancet lo ha ricusato ufficialmente e le indagini scientifiche hanno descritto la ricerca come una “truffa molto elaborata“, tanto che Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei Medici ed ha perso la sua licenza di medico .

Purtroppo, le false informazioni sulle quali lo studio si basava e le erronee conclusioni a cui giungeva, sebbene siano state sonoramente respinte dal mondo accademico, hanno avuto ampia risonanza ed ancora suscitano in alcuni genitori serie preoccupazioni circa i rischi legati ai vaccini. Questa è l’origine del popolo dei No-Vax.

Queste persone che rifiutano categoricamente di sottoporre i propri figli alle vaccinazioni, anche a costo di incorrere in gravi sanzioni, sono gli stessi che rifiutano gli antibiotici, la medicina tradizionale, si affidano ciecamente a rimedi alternativi, omeopatia, erbe, medicine naturali, seguono le discipline meditative orientali, si alimentano secondo schemi nutrizionali del tutto privi di fondamento scientifico.

Tralasciamo le facili polemiche e tutti i luoghi comuni. La realtà è comunque molto preoccupante. E’ difficile comprendere perché tante persone manifestano atteggiamenti e convinzioni apertamente in contraddizione con il patrimonio culturale e scientifico consolidato e condiviso universalmente. La libera espressione delle proprie idee e della propria personalità è assolutamente lecita quando riguarda le convinzioni politiche, religiose, morali ma risulta incomprensibile quando riguarda un campo che si basa su evidenze scientifiche frutto di larghi studi, riproducibili, condivisi. In campo scientifico due più due fa sempre e solo quattro. Questo atteggiamento di rifiuto della competenza risulta sconcertante, privo di logica e può essere spiegato solo come una manifestazione di analfabetismo funzionale.

Con questo termine si intende l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Più della metà degli italiani si informa, vota, lavora, comunica sfruttando solo capacità di analisi elementari, insufficienti per capire concetti complicati. Non è questione di ceto sociale, di attività lavorativa, di ruolo pubblico, di successo imprenditoriale. Molte persone sanno leggere perfettamente, gestiscono con abilità i loro smartphone, sono attivi sui social e magari prodighi di condivisioni e di like, ma di fronte alla complessità della realtà di tutti i giorni restano confusi e, alla fine, colgono solo qualche sprazzo di informazione, del tutto incapaci di organizzarli in un pensiero compiuto. Ecco perché tante notizie fake sono credute vere. Secondo i Sociologi viviamo in una società più emozionale che razionale: più di 200 parole confondono, mentre con un solo un emoji o cliccando un like si ha la sensazione di aver espresso un parere fondamentale.

Oggi nessuno più accetta la distinzione fra sapienti (intesi come persone che sanno) ed ignoranti (intesi come persone che ignorano). Tutti sanno tutto e non hanno nulla da imparare da nessuno, secondo un dilagante atteggiamento di presunzione. Non esiste più un patrimonio di conoscenza cui fare riferimento. Tutto ciò che è “cultura ufficiale”, in qualunque campo, viene automaticamente messo in dubbio o addirittura confutato. La realtà è spesso impegnativa da affrontare e quindi tante persone, pregiudizialmente, scelgono di apprendere, non i concetti reali, ma ciò che fa più comodo prendendolo dalle fonti più alla loro portata.

Purtroppo, quando si tratta della salute.…il fai da te è molto pericoloso.


Stefano Chiaramonte

  • Giuseppe
    15 Settembre 2019 at 14:01

    Andrew Wakefield non ha sostenuto che i vacini nella loro globalità fossero la causa dell’autismo!
    Era la somministrazione di PIÙ vaccini in CONTEMPORANEA, nei primi mesi di vita (cioè, in un organismo debole) potevano essere la causa del riscontrato aumento statistico dei casi di autismo.
    Per questo chiedeva al governo di abbandonare le vaccinazioni multiple per il ritorno alle vaccinazioni singole, non alla loro abolizione!
    È proprio vero che bisogna stare attenti alle fake news!!!

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