Dal 17 al 24 agosto si sono svolti a Newcastle i XXII Transplant Games, i campionati mondiali riservati a persone sottoposte a trapianto d’organo o tessuto. Il concetto ispiratore di questa manifestazione è la necessità di utilizzare lo sport come mezzo di reinserimento sociale e strumento di miglioramento della salute dei soggetti trapiantati oltre che di diffusione dei valori della solidarietà e della donazione degli organi. Chi vuole saperne di più può consultare il link: http://worldtransplantgames.org/
La squadra azzurra era composta da 49 atleti, 35 uomini e 14 donne, trapiantati di cuore, rene, fegato, pancreas o midollo e da 5 donatori (di rene e di midollo).
Gli atleti si sono cimentati nelle varie discipline olimpiche ottenendo risultati straordinari. Il palmares è ricchissimo: 11 medaglie d’oro (Volley, tennis, nuoto, tiro con l’arco, salto in lungo, lancio del peso, marcia, 400 metri, lancio del giavellotto, lancio della palla), 6 medaglie d’argento (nuoto, darts, salto in lungo, 100 metri) e 13 medaglie di bronzo (ciclismo, basket, calcio, nuoto, darts, 400 metri, salto in lungo).
I mezzi di informazione hanno dato scarsissimo risalto all’evento preferendo riservare le cronache ai campioni di altri sports più popolari, in particolare calcio, ma anche tennis, automobilismo e motociclismo, basket, golf, ciclismo.
I campioni sono abituati a gestire numeri con tanti zeri che corrispondono a ingaggio, stipendio, premi partita, percentuali di sponsor. I numeri che i nostri trapiantati conoscono perfettamente sono quelli della tessera sanitaria che hanno usato ripetutamente nel corso del loro calvario di malattia oppure i numeri di telefono del pronto soccorso, dei reparti ed ambulatori che li hanno in cura o degli specialisti che li seguono.
I campioni hanno un’agenda ricca di eventi, manifestazioni, apparizioni in televisione, premiazioni, appuntamenti mondani. Quella dei nostri amici è zeppa di appuntamenti per i controlli di follow-up per il mantenimento dello stato di salute così difficilmente raggiunto.
I campioni misurano la loro popolarità dal numero di followers sui vari social, dai like, dai messaggi dei tifosi, dei sostenitori, dei fan clubs. La pagina Facebook dei nostri amici contiene tanti messaggi di amici che hanno condiviso il percorso, assicurano il sostegno, esultano per i risultati raggiunti, incoraggiano nei momenti difficili. L’amicizia esprime un sentimento vero.
I campioni amano mettere in mostra i loro tatuaggi e pubblicano immagini dove ostentano draghi, scritte, simboli, fiori, disegni che ricoprono ampie superfici dei loro corpi scolpiti. I nostri amici non hanno particolari segni da mettere in mostra, anzi, cercano di nasconderli perché sono le cicatrici degli interventi chirurgici. Raccontano la loro storia. Ognuna ricorda un dolore, un momento difficile, una preoccupazione.
I campioni sono contesi dai vari sponsor che governano ogni momento della vita, ogni spostamento, ogni apparizione pubblica. I nostri amici hanno come principale sponsor il Sistema Sanitario Nazionale che però non regala macchine, vestiti e non copre le spese per la partecipazione ai Transplant Games. Ognuno si deve arrangiare.
I campioni trasmettono messaggi pubblicitari di qualunque bene di consumo, orologi, abbigliamento, biancheria intima, scarpe, crema da barba, profumi. I nostri amici, mostrando le loro medaglie sul podio dei Transplant Games, trasmettono un grande messaggio: la vita è bella e vale la pena di essere vissuta con coraggio, la salute è un bene prezioso che deve essere tutelato, la donazione degli organi è un atto di generosità che salva la vita a tante persone.
Sorge spontanea una domanda: ma chi sono i veri campioni?

Stefano Chiaramonte