“Trieste e il Friuli Venezia Giulia si sono risvegliati più poveri, privati di due dei loro figli migliori, due ragazzi che avevano scelto di indossare una divisa che significava servire lo Stato in funzione della sicurezza e del benessere dell’intera collettività”. Così l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, all’indomani della tragica uccisione dei due agenti di Polizia, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, in servizio presso la Questura di Trieste.
E Trieste oggi era una città ferita, listata a lutto, con bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici e negli esercizi pubblici che hanno abbassato le serrande dalle 12 alle 12.30, mentre un lungo corteo con agenti di polizia, carabinieri, guardia di finanza, ha raggiunto, tra gli applausi commossi dei cittadini, la Questura dove in tarda mattinata si è tenuta una cerimonia con la deposizione di una corona nel luogo dove è avvenuta il tragico fatto che ha sconvolto la città giuliana e tutto il Paese.
Sentimenti di dolore, rabbia, tristezza e incredulità, sono stati alla base delle manifestazioni di cordoglio che si sono susseguite per tutta la giornata, con una veglia tenutasi in serata nella Chiesa vicina alla Questura e una successiva fiaccolata che ha coinvolto l’intera Trieste, segnata dalla drammatica uccisione di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego da parte di Alejandro Augusto Stephan Meran, 29enne di origine dominicana, accusato di omicidio plurimo e tentato omicidio.
“Oggi Trieste è una città che piange, l’Italia ha perso due suoi figli per un’ingiustificabile violenza. Ieri ho visto la sofferenza di poliziotti, il dramma delle famiglie, ho visto vite spezzate, ho visto anime distrutte. Onore alla Polizia di Stato”.
Queste le parole di Massimiliano Fedriga, governatore del Fvg, che ha espresso il cordoglio della regione, mentre il Capo dello Stato Sergio Mattarella, al termine del lungo applauso che i partecipanti alla cerimonia per i 180 anni della ferrovia Napoli-Portici hanno rivolto, in piedi, alla memoria dei due poliziotti, ha sottolineato che “questo applauso di affetto, riconoscenza e dolore esprime il sentimento del Paese. La nostra vita procede e si sviluppa attraverso l’azione quotidiana di tante persone sconosciute, servitori dello Stato, della nostra comunità, come i due agenti assassinati a Trieste”.
In una città in cui dal 2 ottobre fervevano i preparativi in vista della grande festa della Barcolana, la regata più affollata del mondo che sarà disputata domenica 13 ottobre, è stato listato a lutto anche il simbolo di dell’edizione 51: l’installazione a forma di sardone gigante e soprannominato ‘Alice’ – realizzata interamente con 10 mila bottiglie di plastica – e inaugurata ieri in Unità d’Italia. In segno di rispetto per le vittime e i loro familiari, la manifestazione ha scelto di sospendere tutte le attività previste per oggi.
Anche la Lega ha annullato tutti gli eventi programmati per la festa regionale in corso da ieri a Porcia, in provincia di Pordenone, mantenendo unicamente l’incontro di domani sera con Matteo Salvini il quale ha annunciato che lunedì mattina sarà a Trieste in questura “a rendere onore al sacrificio a Pierluigi e Matteo, a incontrare i loro colleghi e il questore, a incontrare una città sconvolta”.
Salvini ha avuto pure parole durissime di condanna nei confronti dello Chef Rubio che in un suo tweet ha scritto “Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente. Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedono nei vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente. Io non mi sento sicuro in mano vostra”.
“A volte – ha dichiarato l’ex Ministro e leader della Lega – è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio. Non sei uno chef, sei uno stupido”.
Un commento quello dello “chef” che ha generato una vera e propria bufera sui social, con diverse prese di posizione tra le quali anche quella dell’ex governatrice del Fvg e attuale parlamentare del Pd Debora Serracchiani la quale in una nota ha affermato che “Rubio doveva tacere, doveva dimostrare rispetto per le vittime. Nessuno può parlare delle forze dell’ordine e permettersi di dire un’enormità come ‘non mi fido di loro’. Ci sono valori su cui non si lanciano provocazioni. Una tragedia come questa impone compostezza e solidarietà operante – ha aggiunto l’esponente dem – e non è un’occasione per prendersi una fetta di visibilità mediatica. Davanti allo strazio della morte si comprendono solo le reazioni delle famiglie colpite”.
Commozione ha invece suscitato quanto detto da Betania, la madre di Meran, che stamane ha pure incontrato il questore. “Mi dispiace tanto, non so come chiedere perdono a queste famiglie. Prego Dio che dia loro pace e che un giorno possano perdonare. Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio – ha aggiunto commossa – cosa si può dire ad un padre che perde un figlio o a un figlio che perde il padre? Non c’e’ nulla che si possa dire per confortare un dolore così.”
Intanto è stata avviata l’inchiesta per la ricostruzione dell’accaduto e non potevano mancare, nonostante la tragicità dei fatti, le polemiche successive al sequestro delle fondine delle due vittime per verificarne l’integrità. Da una prima analisi non risulterebbero danni da comprometterne la funzionalità. Diversa la posizione del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).
“Nella vicenda dei due agenti uccisi ci sono stati problemi con le fondine. Al primo è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura. Al secondo agente – prosegue il Sap – l’arma sarebbe stata strappata quando ormai era già in terra inerte a causa delle ferite per i colpi esplosi con la prima pistola sottratta”.
In una nota il Dipartimento della pubblica sicurezza rileva invece che”allo stato attuale degli accertamenti, in assenza di testimoni e documenti video, è priva di fondamento ogni arbitraria ricostruzione della dinamica che ha portato alla sottrazione dell’arma del collega ucciso per primo“. Il Dipartimento replica alle “speculazioni generate da un rappresentante del Sap nel tentativo di correlare la tragica morte di Matteo e Pierluigi all’inadeguatezza dell’equipaggiamento in dotazione”.

Lucio Leonardelli
Giornalista