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Confraffazione, usura e corruzione in calo a Nordest

In Italia la contraffazione è in continua crescita. Non fa eccezione il Nordest, che, se registra percentuali inferiori rispetto al dato nazionale sull’acquisto di prodotti e servizi illegali, vede la città di Venezia allineata alla percentuale italiana.

È quello che emerge dal Rapporto di Confcommercio realizzato in collaborazione con Format Research e presentato oggi in occasione della Giornata nazionale “Legalità ci piace!”, giunta alla 7° edizione.

Secondo i dati, nel capoluogo lagunare, la percentuale di consumatori che nel 2019 hanno effettuato acquisti di prodotti contraffatti, è del 30,4% (contro il 30,5% del nazionale). In sostanza, quasi un consumatore su tre ha comprato un prodotto contraffatto o usufruito di servizi erogati da soggetti non autorizzati (ad esempio ha usato mezzi di trasporto o alloggiato in strutture abusive).

“La battaglia di Confcommercio è sempre stata per il rispetto delle regole. Non parliamo solo di merce contraffatta, ma anche di servizi che il consumatore acquista pensando di risparmiare e di correre rischi contenuti, salvo poi prendere delle sonore cantonate – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – Spesso queste leggerezze si pagano a caro prezzo. Ed è quello che stiamo sottolineando da anni, con campagne mirate e costanti, e iniziative anche culturali messe in campo nel settore dell’abbigliamento. Basti pensare a quelle realizzate con il Tavolo regionale della Moda. Abusivismo e contraffazione danneggiano tutto il tessuto economico, da quello produttivo al commercio”.

Ed è proprio l’abbigliamento il settore di acquisto illegale più ‘gettonato’, con il 62% dei consumatori che dichiarano di aver comprato merce contraffatta nel 2019, seguito dai generi alimentari (41%) e orologi, gioielli e occhiali (35%). Rispetto al Nordest, i prodotti ‘piratati’ più comprati sul web, a Venezia sono i giocattoli (+27,3% rispetto al Nordest).

Tra i consumatori veneziani, pochi conoscono i rischi legati all’acquisto di un prodotto contraffatto: solo l’89% ne è consapevole, contro il 91,4% dell’Italia e il 97% del Nordest, e il  consumatore-tipo è nel 67% dei casi un uomo con livello medio di istruzione (impiegato, pensionato, operaio).

Ma ciò su cui Venezia si distingue è la percezione da parte delle imprese del terziario di un fenomeno come la corruzione: solo l’8,7% ritiene che sia aumentata, mentre nel Nordest che nel resto d’Italia questo reato è percepito in aumento di circa il 15%. Anche l’usura è ritenuta in diminuzione dalle imprese veneziane: a dire che è aumentata è solo il 7% (contro l’11% degli imprenditori del Nordest e quasi il 13% della media nazionale); non solo: il 16% degli imprenditori veneziani del terziario ritiene che i reati di usura siano diminuiti, mentre la percentuale di quelli del Nordest, perfettamente in linea con il dato italiano, parla di un calo solo del 6,3%.

“Il dato sulla percezione di fenomeni di  corruzione e usura a Venezia può essere confortante, ma  anche di fronte a questo ‘sentiment’ positivo non bisogna abbassare la guardia, e portare la percentuale dei reati il più vicino possibile allo zero”, conclude il presidente di Confcommercio Veneto.

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