Il quarto giovedì di novembre, negli Stati Uniti si celebra il “Giorno del ringraziamento” (Thanksgiving day): una festa nazionale, della famiglia e religiosa allo stesso tempo.
Il significato di questa festa mi commuove profondamente come persona e come cittadino. La ricorrenza risponde all’esigenza di ognuno di ringraziare per la vita che trascorre per un altro anno passato.
Ringraziare chi? Dio, nei suoi diversi nomi e persino nelle percezioni inconsce, materialiste, universaliste, animiste o dichiaratamente atee.
È una festa religiosa anche per i non religiosi. È una festa della famiglia che si riunisce. È la festa di un vasto e variegato paese la cui identità nazionale si raccoglie attorno alle diverse tradizioni avendone creata una propria nuova e significativa conservando le differenze.
Quindi il “Ringraziamento” è celebrato da cinesi e svedesi, italiani e indiani, arabi ed ebrei con il solo intento di dimostrare gratitudine riunendo la famiglia: la propria famiglia che diventa simbolo di quella più estesa rappresentata dalla Nazione e dalla umanità intera. Non si sa chi ringraziare di preciso se non forse la vita stessa che è trascorsa e il mondo in cui si vive, di cui si fa parte e si contribuisce a costruire. Una celebrazione che soddisfa il piacere e il bisogno umani di stare insieme e di dimostrare gratitudine per quanto la vita ci ha dato e per come noi siamo riusciti ad apprezzarlo. Una nazione che si è formata, costruendo nuove tradizioni sia pure tra mille contraddizioni, violenze e guerre, ma anche grandi opere spirituali e umane. Le nuove tradizioni sono state costruite quando non si è rifiutato l’apporto delle altre che continuano a esistere e a essere celebrate anche dai non appartenenti storici alle comunità. Così che San Patrizio è occasione per vestirsi di verde e al Capodanno cinese o alla fine del Ramadan tutti, se vogliono, festeggiano assieme a cinesi e musulmani. Ogni festa è occasione per fare festa se si superano i pregiudizi.
In Europa oggi abbiamo assimilato Halloween e il Black Friday (il giorno delle svendite negli USA) che rappresenta la parte commerciale del Thanksgiving ed è giustificata dagli ultimi giorni di festa prima di Natale, per cui si ha tempo per fare shopping. Ben venga anche il Black Friday, ma vale la pena conoscere i valori più profondi di questa festa laica, nazionale e religiosa allo stesso tempo.

Corrado Poli
Docente / Scrittore