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Il racconto della domenica. “L’avaro disperato”

Aveva deciso di farla finita con la sua inutile vita di tristezza e miseria, di incertezza e rancori che non sapeva sopire. Uscì dalla sua casa di Flagstaff in East Linda Vista Drive. Diresse lo sguardo alla macchina parcheggiata di fronte al garage e alla casa. La guardò per quella che pensava sarebbe stata l’ultima volta. Tutto quanto stava facendo, pensò, era per l’ultima volta. Avrebbe potuto provare nostalgia per quel che stava lasciando per sempre, che non avrebbe più visto, sentito, per gli odori e le sensazioni da cui si stava separando. Ma quella tristezza profonda che gli impediva quasi di respirare aveva cancellato persino il piacere mesto della malinconia. Forse l’unico vero piacere che era mai riuscito davvero a provare nella sua miserabile vita. In quel momento, i gesti ripetuti e le solite cose gli davano una sensazione di nausea, stanchezza, inutilità. “Esistere è come bersi senza aver sete”. Gettò uno sguardo agli alberi di fronte a casa, alle montagne e alla sequela di villette di Linda Vista Drive. Salutò con un falso sorriso il vicino occupato a spalare la neve caduta copiosa e sporcata dalle auto di passaggio. Nulla era candido al mondo nemmeno la neve. Accese il motore e si diresse verso il Grand Canyon.

Parcheggiò presso il punto panoramico sul grande burrone. Sopra pensiero, si diresse verso il posto che aveva scelto per porre termine a quell’inutile farsa che stava recitando da quando era venuto al mondo. Aveva già immaginato altre volte di gettarsi nel vuoto del precipizio più alto. Era affascinato e spaventato allo stesso tempo: non avrebbe mai potuto né ricordare né dimenticare quei pochi secondi in cui si sarebbe librato nel volo fatale. La vera libertà era la mancanza del tempo. Non era mai riuscito a prendere quella decisione, ma questa volta si sentiva determinato. Mentre si avvicinava e pensava a quell’ultimo salto e al suo corpo immobile sul greto del fiume, si guardò intorno di nuovo alla ricerca di un interesse, di una cosa bella che avrebbe potuto fargli cambiare idea. Nulla suscitò la sua attenzione né il colore del cielo azzurrissimo a cui poche nuvole regalavano una plastica profondità, né la foresta e l’acqua in quel periodo abbondante del Colorado River… Tutto sarebbe scomparso in pochi attimi, anche il suo insopportabile dolore.

Era solo e stava già per gettarsi, quando con un gesto meccanico si toccò la tasca dei pantaloni e si accorse di avere lasciato il portafoglio con i contanti e le carte di credito in macchina. Se ne preoccupò e di corsa si precipitò a prenderlo sperando che nessuno l’avesse rubato nel frattempo. Lo trovò in bella vista e intatto sul cruscotto. Mise in moto e tornò a casa. Sereno e sollevato per lo scampato pericolo di aver perduto il suo denaro.

 

 


Corrado Poli

Docente / Scrittore

  • Luana
    28 Dicembre 2019 at 21:42

    Grazie Corrado, pezzo curioso, complimenti 😉 …

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