Il 2019 “è stato un anno di dura amministrazione”. Per il 2020, la sanità “la grande sfida”; la Pedemontana “sarà finita al 31 dicembre 2020” e si punta dritti verso la holding veneta delle autostrade; sull’autonomia “siamo pronti ad andare in Corte Costituzionale”; per la sicurezza stradale occorrono iniziative scioccanti come fanno all’estero”; sulle elezioni regionali del prossimo anno “non chiedetemi cosa farò”, ma una cosa è certa “il Veneto chiederà l’election day”.
In poche righe è così sintetizzabile il bilancio amministrativo 2019, l’ultimo della legislatura, fatto dal presidente del Veneto Luca Zaia, in occasione dello scambio dei tradizionali auguri con l’informazione regionale. Un appuntamento che anticipa di qualche mese le elezioni regionali e che assume il significato di quello che ha in animo di fare fino al 2025 questa maggioranza a trazione leghista, visto che quasi sicuramente il governatore punta al terzo mandato. Trovandosi di fronte i giornalisti di tutto il Veneto, ha rimarcato l’attenzione che l’informazione presta a tutto ciò che l’esecutivo nazionale mette in campo. Come in occasione della tempesta Vaia e della tragica notte del 12 novembre quando vento, pioggia e mare hanno messo ancora una volta in ginocchio Venezia. Giorgio Gasco, consigliere dell’Ordine dei giornalisti del Veneto, e Stefano Edel rappresentante della segretaria del sindacato, illustrando le preoccupazioni della categoria quanto ai problemi occupazionale e di investimenti che investono il settore, hanno chiesto a Zaia di farsi garante affinché venga attuata la legge regionale a sostegno dell’editoria varata anni fa ma ancora ferma in qualche cassetto della regione.
VIDEO-SINTESI – L’incontro è stato introdotto da un video, “riassunto di un’annata intensa, impegnativa, piena di soddisfazioni e di problemi. Spaccato di un anno ricco e intenso”. Il video è iniziato con le immagini dell’acqua granda del 12 novembre e poi ha raccontato, tra le altre cose, la ricostruzione dopo la tempesta Vaia, il sogno olimpico Milano-Cortina, diventato realtà, il riconoscimento delle colline del Prosecco come patrimonio Unesco. E, ancora, Pfas, sostegno a imprese e lavoro, inaugurazione del primo tratto della Pedemontana, nuovi treni, passando per agricoltura, turismo e cultura. Per concludersi con il tema dell’autonomia, definita «la volontà di iniziare un percorso nuovo per questo Paese».
ELECTION DAY – Guai azzardarsi a sollecitare previsioni: “Non parlo di questo, la Giunta governerà fino all’ultimo giorno utile…”. Come dare torto a Zaia, che preferisce il riserbo sulle manovre pre-elettorali della “nuova Lega nazionale” lanciata da Matteo Salvini al congresso di Milano. C’è ancora troppo da capire, cioé come il “capitano” intenda fare convivere il partito spalmano tra Trento a Pantelleria con le istanze del Nord che comunque sussistono nonostante l’accelerata del congresso. L’unica cosa che il governatore concede è l’annuncio di una pressante richiesta da spedire a Roma affinché «per le elezioni regionali si arrivi all‘election day. È bene spendere soldi per cose buone, non per raddoppiare o triplicare le chiamate alle urne (leggasi elezioni comunali che in Veneto vedrà Venezia in cima all’elenco)». Il leghista promette il suo “martellamento” continuo affinché, “la data del voto sia fissata a livello nazionale, per evitare anche la babele di Regioni”.
AUTONOMIA – “Non rinunceremo a giocare questa partita” ha ripetuto Zaia ringraziando il Capo dello Stato Sergio Mattarella per aver definitivamente chiarito che la richiesta fatta dal Veneto a seguito del referendum “non sottointende ad alcuna secessione”. Insomma, per il governatore “Mattarella ha tolto di mezzo il pungolo delle polemiche, secondo il quale l’autonomia è qualcosa di non pulito o buono”. Ne con segue che la partita dell’autonomia resta un tema caldo anche per il 2020, tanto che, promette il presidente del Veneto in posizione di sfida “continueremo a trattare, ma non ad attendere”. Così, “se non avremo risposte, siamo pronti ad adottare 23 progetti di legge regionali (su tutte le materie da trasferire da Roma, come prevede la Costituzione, ndr.) sui quali andremo a discutere in Corte Costituzionale, nel caso intasandola”. La pazienza ha un limite, non è possibile che siano passati più di due anni e sentire ancora dire ancora che mina coesione nazionale, solidarietà e sussidiarietà. Oltre al fatto che siamo di fronte al secondo Governo che non ci dice nulla». Eppure, ammette il leghista “avevo detto che consideravo il 2019 l’anno determinante per l’autonomia, ma non è arrivato nulla, anche se non c’è più niente da scrivere. Ecco perché ci aspettiamo un segnale dal Governo e dal capo di Stato, se vuole continuare con un ruolo che ritengo ad hoc».
SANITA’ – “Resta la nostra prima grande sfida” ha promesso Zaia, anche se la qualità del servizio è invidiabile sul “mercato” internazionale. Già, perché “la rendita di posizione non ci deve bastare. Il mondo analogico ce lo siamo lasciati alle spalle e arriva quello digitale: dobbiamo essere pronti a questo. E la grande sfida dei prossimi anni sarà quella dei medici». In Italia mancano all’appello 56mila medici, in Veneto 1300. Ma dalle nostre parti, ha annunciato il leghista, “arriveranno 500 nuovi camici bianchi, contiamo già operativi da febbraio», 320 dei quali nei Pronto soccorso, «i primi 80 già nelle prossime ore». E a quanti accusano il governo regionale di voler privilegiare la sanità privata rispetto a quella pubblica, il presidente dà appuntamento al 27 dicembre “quando presenteremo un report sul peso del privato in Veneto, Europa e nel mondo e si vedrà, cifre alla mano, che non è nostra intenzione abdicare al privato che è complementare al pubblico, non sostitutivo”.
PEDEMONTANA – Dopo tante polemiche e sequestri giudiziari i veneti troveranno la nuova arteria come regalo natalizio nel dicembre del 2020. “Abbiamo ereditato un cadavere eccellente” ha detto Zaia ricordando che il progetto risale a più di dieci anni, due lustri trascorsi tra contrasti e interventi della magistratura, fino a quando l’attuale Giunte ha rivisto l’accordo con il concessionario chiudendo così un pesante contenzioso. In prospettiva, la Pedemontana sarà il “grimaldello” per arrivare alla costituzione di un’unica holding autostradale pubblica del Nordest con fulcro la Cav società che fa capo in modo paritario a Regione e Anas. Un unico soggetto che gestisca Passante, Pedemontana, Padova-Venezia, attuali Autovie. Il passo è possibile in questo momento in cui le concessionarie che operano in tutta Italia sono sotto scacco.

Giorgio Gasco
Giornalista