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Zaia: il Veneto non cederà il passo alla sanità privata, lazzarone chi lo dice

Lo aveva preannunciato alla vigilia di Natale durante la conferenza stampa con gli operatori della informazione. Passata la festa, Luca Zaia ha voluto togliersi il classico sassolino dalla scarpa, attaccando quanti “vanno a dire in giro che la Regione Veneto vuole cedere la sanità nelle mani dei privati”. Il governatore è stato chiaro: “Dire che abbiamo intenzione di chiudere gli ospedali pubblici” per fare un favore ai privati, è un’operazione “da lazzaroni”. Insomma “adesso basta bugie”. Una replica attesa, che il presidente del Veneto ha voluto fare con dati alla mano, quelli dal 2010 a oggi, affiancato dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e dal Direttore Generale Regionale, Domenico Mantoan, e dai direttori generali delle Ullss.

Alla vigilia di Natale, Zaia aveva ripetuto un “memento”, ricordando che in Veneto “la sanità è gratuita, non abbiamo ticket, se non quelli previsti dallo Stato”, e ricordato che tutte le altre regioni, per rispondere alla carenza di medici, hanno adottato la proposta del Veneto di posticipare da 65 a 70 anni l’andata in pensione dei camici bianchi, “quando l’abbiamo fatto, apriti cielo, adesso tutto ok!!!”. Consapevole che la sanità va affidata ai giovani, il governatore aveva poi fatto sapere che dal prossimo anno arriveranno negli ospedali i primi laureati in medicina, 500 in tutto, 300 dei quali nei pronto soccorso, gli altri in geriatria e medicina generale. Se la tabella di marcia verrà confermata, si alleggerirà il numero dei posti vacanti-necessari che oggi ammonta a 1300. Però nel privato i tempi sono più rapidi. “Il Veneto è tra le poche regioni più virtuose in Italia anche per l’incidenza del settore privato che comunque rimane minima. Ricordo che i medici che operano nel pubblico possono organizzarsi orari e giorni noti e questo spiega perché lo stesso medico in ospedale ha una lista d’attesa lunga mentre nella struttura privata assai meno. Dico, forse non ha un lavoro nel privato…”. Con questi dati “incontrovertibili”, Zaia si augura che “smetta di soffiare quel venticello bugiardo secondo cui la Regione starebbe svendendo la sanità ai privati. E’ vero il contrario. E’ vero che il pubblico sta rafforzando la sua presenza e che, sempre di più, si occupa delle prestazioni a più alta complessità, quelle, per intenderci, che il privato non farà mai perché non remunerative. Ne consegue che il privato non rovescerà mai il rapporto con il pubblico, perché non gli conviene, e che sempre di più, almeno in Veneto, la sanità sarà universalistica e quindi saldamente pubblica. Chiunque sostenga il contrario racconta frottole e semina preoccupazioni ingiuste tra la gente, portata inopinatamente a temere di doversi rivolgere sempre di più al privato, pagando di tasca. Non è vero e non lo sarà mai”.

Tornando ai freschi dati sul rapporto pubblico-privato nella sanità del Veneto, l’assessore Lanzarin (“la quota del privato negli ultimi anni è scesa anche grazie ai forti investimenti, almeno 70 milioni all’anno, che la Regione ha fatto per dotare i suoi ospedali pubblici di macchinari di ultimissima generazione”) e il direttore generale regionale Mantoan, hanno spiegato come la diminuzione della spesa rivolta verso la sanità privata, in controtendenza con l’aumento della quota del fondo sanitario nazionale risevata al Veneto, “mette in chiaro come la maggiore disponibilità economico-finanziaria sia esclusivamente rivolta al settore pubblico, considerato ancora una volta il principale motore del Sistema Salute del Veneto”.

GLI OSPEDALI PRIVATI CONVENZIONATI IN VENETO – Sono in totale 26 e tutti accreditati prima del 1995: quattro nell’Ulss 2 Marca Trevigiana; quattro nell’Ulss 3 Serenissima; uno dell’Ulss 4 Veneto Orientale; tre nell’Ulss 5 Polesana; quattro nell’Ulss 6 Euganea; tre nell’Ulss 8 Berica; sette nell’Ulss 9 Scaligera.

FONDO NAZIONALE – Due cifre per comprendere la situazione: in base al riparto del fondo sanitario, al Veneto nel 2010 sono arrivati 8 miliardi 100 milioni di euro, saliti nel 2018 a 8 miliardi e 900 milioni. Rispettivamente, al settore privato sono andati 719 milioni (pari al +9% del totale erogato dallo Stato) e 634 milioni (-12% rispetto all’anno di inizio della ricerca). Inoltre, le strutture private accreditate risultano aver diminuito loro attività, riducendola dal 27% (anno 2010) al 16% (anno 2018).

SPESA NEL PRIVATO ACCREDITATO – Esaminando la spesa complessiva pro capite in favore di Strutture Private Accreditate dichiarata nei bilanci regionali, emerge che un rilevante numero di Regioni con popolazione confrontabile presenta valori significativamente superiori a quelli del Veneto. Secondo dati riferiti al 2018, il Veneto è al decimo posto in Italia, con 123 euro di spesa pro capite, dietro a grandi regioni come Lazio (che detiene il record della spesa per i privati con 281 euro pro capite), Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia, Molise, Provincia di Trento, Piemonte e Calabria.

RIORGANIZZAZIONE POSTI LETTO – Confrontando la dotazione di posti letto delle Strutture Private Accreditate del Veneto con i valori nazionali emerge come il settore privato accreditato assorba il 18% dei posti letto complessivi, rispetto ad una media nazionale del 29%, a testimonianza di un governo del “Sistema salute” fortemente orientato verso il Settore Pubblico.

RIORGANIZZAZIONE OFFERTA

Nel dossier, si riporta che dal 2012 al 2018, le strutture sanitarie sono complessivamente diminuite da 704 a 684 (-3%) “per effetto della razionalizzazione compiuta dalla Regione,

che adottando i più moderni standard in materia di ridefinizione dei reparti per intensità di cure, nonché acquisendo le più moderne infrastrutture tecnologiche, in tempi brevissimi ha previsto, realizzato e reso operativi nuovi ospedali che offrono un ambiente all’avanguardia in materia di sicurezza e comfort”.

BUDGET ASSEGNATO AL PRIVATO – Nel 2010, il sistema pubblico garantiva il 73% del volume di prestazioni della specialistica ambulatoriale, valore poi salito all’84% nel 2018. Per contro, le prestazioni erogate dai privati sono diminuite rispettivamente del 27% e del 16%. Allo stesso modo, il budget assegnato alle strutture private accreditate che erogano prestazioni ambulatoriali sono scese da 129 milioni di euro (valore 2010) a 116 milioni (valore 2018).

POSTI LETTO “PRIVATI” – Tra il 2013 e il 2019, i posti letto per acuti in convenzione con il privato sono diminuiti di 152 unità. Sono invece cresciuti di 312 i posti letto per post acuti. Il budget è però rimasto invariato, perché un posto letto per acuti costa circa il doppio di uno per post acuti. La Regione ha quindi rafforzato il suo target di copertura pubblica delle prestazioni a maggior complessità.

LABORATORIO E RIABILITAZIONE – In analogia con l’andamento dell’intera attività di specialistica ambulatoriale, nella branca «laboratorio» si è verificato un andamento fortemente decrescente negli anni da parte del settore privato, passando dal 20% all’11%. Anche la branca «riabilitazione» evidenzia una netta riduzione della produzione del privato.

ASSISTENZA OSPEDALIERA (RICOVERI) – I volumi della assistenza ospedaliera sono sostanzialmente rimasti invariati: nel 2018 le strutture pubbliche hanno segnato oltre 553 mila ricoveri (80% sul totale), mentre quelle private Accreditate 124 mila. Il settore pubblico ha fornito in via esclusiva un significativo set di “interventi ad alta complessità” (trapianti, interventi di cardiochirurgia e di neurochirurgia…), la cui valore economico è in costante aumento e vale nel 2018 il 36% dell’intera produzione del sistema privato.

INTERVENTI CHIRURGICI AD ALTA COMPLESSITA’ – La prevalenza delle strutture pubbliche nella produzione di questo tipo di servizio evidenzia un rapporto di circa 4 a 1 tra la produzione del pubblico e quella del privato.

RICOVERI CHIRURGICI ORTOPEDICI URGENTI – Gli interventi di ortopedia sono prevalenti su tutte le altre discipline (35-40% della totalità dei ricoveri chirurgici) e in costante aumento. Gli interventi (traumatologia) nei reparti di ortopedia sono prevalentemente erogati presso le strutture pubbliche, con un trend sempre crescente, mentre le strutture private si dedicano prevalentemente a interventi di impianto protesi (inserimento o sostituzione di protesi), il cui aumento non è confrontabile con quello del pubblico.

MOBILITA’ SANITARIA INTERREGIONALE – Considerando la mobilità sanitaria tra le regioni italiane, l’erogazione di ricoveri negli anni 2010 – 2018 da parte delle strutture private è aumenta del 54%, mentre quella delle strutture pubbliche è rimasta sostanzialmente invariata, pur con l’importante incremento “dell’attrazione nella produzione di ricoveri di alta complessità delle Aziende Ospedaliere”. “Questo dimostra – ha spiegato l’assessore Lanzarin – che il valore delle prestazioni erogate dal pubblico rimane comunque superiore a quello del privato”.


Giorgio Gasco

Giornalista

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