Non ha figli, ma per esperienza (da giovane è stato per di vari locali da ballo) sa qual è la pericolosità della circolazione automobilistica soprattutto quella che vede tra i giovani l’aumento dei morti a causa di incidenti stradali. Quanto si iniziò a parlare di stragi del sabato sera, era presidente della Provincia di Treviso. La lunga catena di nomi impressionava tutti, lui compreso. Tanto che si diede da fare per sostenere, con i fatti, una campagna per limitare quella “strage”. Campagna per scioccare, per dimostrare ai ragazzi quanto sia pericoloso mettersi alla guida, comunque, ancora di più se si beve, se non si usano le cinture di sicurezza, se si utilizza il telefonino.
Ora, da presidente del Veneto Luca Zaia riprende quel filo che, ammette, si è interrotto 20 anni fa proprio quando la campagna di sensibilizzazione stava dando i suoi frutti con un drastico calo delle vittime, ad esempio nella sola provincia di Treviso dove si è passati da 211 morti all’anno (si stabilì che era un record nazionale) agli attuali 47.
Gli incidenti con vittime giovani sono ora nuovamente in aumento e sempre più a soffrire sono coloro che hanno un’età compresa tra 16 e 35 anni. Purtroppo freddi dati statistici, ma importanti per capire quale strategia attuare per ridurre il tragico fenomeno. Per questo il governatore del Veneto ha lanciato la campagna “OKKIO ALLA VITA, GUIDA CON PRUDENZA” presentando un dossier ricco di cifre e percentuali per focalizzare il fenomeno e pianificare una strategia per una migliore sicurezza stradale. Una ricerca affiancata da una iniziativa concreta, visibile a tutti, di impatto. Il via è stato dato, ieri, a Spresiano, davanti alla discoteca Olimpia dove, grazie alla collaborazione del Silb, sindacato nazionale dei gestori di locali, sono state collocate due automobili distrutte in un incidenti mortale, simboli che, nella loro tragicità, vogliono comunque dare un messaggio di attenzione e di speranza, e che prossimamente diventeranno una presenza costante all’ingresso di molte altri locali. Un memento soprattutto per i giovani frequentatori che si apprestano a festeggiare l’inizio del nuovo anno. Si tratta, annuncia Zaia, di una serie di iniziative a livello nazionale che affiancheranno quelle programmate dal Silb (il sindacato che raggruppa 2000 locali in tutta Italia) e dal governo nazionale.
I DATI – Il leghista ricorda “che in Veneto il 2018 si è chiuso con 311 vittime di stradali nel Veneto. Negli ultimi tre anni c’è stata indubbiamente una recrudescenza; a metà dicembre di quest’anno il numero era già stato superato. È come se sulle nostre strade si contasse quasi un morto ogni giorno, festivo o no. Questo ci dice che forse si è abbassata la guardia con l’informazione sulla sicurezza stradale e c’è la necessità di ripartire con le campagne mirate non solo al livello regionale. Quella che chiamavamo pubblicità progresso deve tornare; se è necessario anche ricorrendo a campagne shock, quando è necessario bisogna che il messaggio colpisca”.
Le statistiche del 2018, in netto rialzo rispetto l’anno precedente, evidenziano che nel Veneto ci sono stati complessivamente 14.105 incidenti stradali (9.665 negli abitati e 4.440 fuori di cui 636 in autostrada). Di questi sono 300 quelli mortali (138 negli abitati, 162 fuori di cui 26 in autostrada) con un totale di 311 vittime (140 negli abitati, 171 fuori di cui 29 in autostrada). Il numero dei feriti complessivo è 19.313. Quanto al 2019, nel mese di dicembre il numero delle vittime ha superato quello registrato nello stesso periodo del 2018. Di pari passo in Italia dove si sono segnalati 82mila incidenti stradali con 1500 morti e 113 feriti. E ancora, il 45% delle vittime sono state causate dall’eccesso di velocità, il 7% per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza (“percentuale enorme” commenta il presidente), il 15-20% per l’improprio uso del cellulare durante la guida. Un mix micidiale, lo definisce Zaia, “tanto che in Veneto – dice – il numero di vittime tra 15-35 anni (25% del totale) è più alto dell’incidenza della popolazione tra i 15-35 anni che è pari al 20% del totale”. Sintetizzando: un morto su 4 ha meno 35 anni.
Davanti ad un gruppo di giovani, di amministratori locali, di consiglieri regionali, rappresentanti delle forze dell’ordine e dei titolari di discoteche guidati da Paolo Artelio, vicepresidente nazionale di Silb, Zaia ha voluto sfatare una tesi ricorrente: “Non si muore di più il venerdì sera, una delle giornate della settimana caratterizzata dall’aumento esponenziale del traffico. Certo, è la giornata peggiore, di massima pericolosità, ma anche gli altri giorni “si difendono bene”: le statistiche, ricorda il governatore regionale, “dicono che il venerdì sera si registrato 53 morti all’anno, nelle altre giornate la media raggiunge le 50 vittime”.
Ovviamente precisa il leghista “non si parla solo di morti. Soprattutto i ragazzi devono sapere che dagli incidenti si può uscire vivi ma non più come si era prima”. Per questo la campagna per la sicurezza stradale parte significativamente da un luogo frequentato in gran parte da giovani. Infatti, come si è visto, il 25% delle vittime ha meno di 35 anni. I ragazzi, ha aggiunto il presidente del Veneto, sono i più vulnerabili dal punto di vista della sicurezza ma, da buoni frequentatori della rete, sono anche i più ricettivi ai messaggi e hanno bisogno che qualcuno ricominci a parlare loro di questo tema. Non possiamo permetterci che nessuno perda la vita o resti ad affrontare menomazioni gravi e permanenti. Questo è un impegno che diventa ancora più importante soprattutto pensando ai giovani perché pesano negli incidenti sia come percentuale sia per lo sgomento che provocano le loro vite quando vengono spezzate”.
COSA FARE – Intanto martellanti campagne in tutto il territorio nazionale, come “fanno in Germania e Gran Bretagna” con messaggi immediati, efficaci, diretti ai giovani. E poi interventi infrastrutturali. “Come Regione – sottolinea il governatore del Veneto – abbiamo investito grandi risorse nelle infrastrutture e nella sicurezza, ma le cronache ci dicono che bisogna fare di più impegnandosi nella sensibilizzazione culturale. Se oggi assistiamo ad una recrudescenza, significa che bisogna tornare sul campo, iniziando dall’intercettare quegli automobilisti che non erano ancora patentati ai tempi delle campagne precedenti”.

Giorgio Gasco
Giornalista