Un appello per desistere “dalla tentazione di fissare a luglio le prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale in luglio”. Firmato dal Pd del Veneto. Nessun nome di parlamentare, consigliere regionale, amministratore. E’ tutto il partito che si rivolge al governatore Luca Zaia, motivando l’appello con sei motivi affinché il leghista “possa compiere una seria riflessione” e convincersi che meglio sarebbe andare a votare il prossimo autunno.
1) Il Veneto, spiegano i dem, “sta vivendo una fase di emergenza sanitaria che non si esaurirà nell’arco di qualche settimana e il presidente Zaia ne è pienamente consapevole. Il Veneto nella seconda metà di febbraio è stato teatro dei primi focolai di Coronavirus in Italia e, ancora oggi, rappresenta motivo di grande preoccupazione sia per numero di contagiati sia per numero di decessi. In particolare continua a destare allarma la situazione delle case di riposo e degli anziani. Nelle strutture si contano ormai a centinaia i morti con situazioni particolarmente gravi nelle province di Rovigo, Verona, Vicenza e Padova. Mentre per accertare eventuali responsabilità in molti casi si sta muovendo la magistratura, cresce la preoccupazione che il virus sia fuori controllo e aumentano le proteste di operatori sanitari, dipendenti e parenti degli ospiti che chiedono di ripristinare le minime condizioni di sicurezza”.
2) Il secondo motivo è “di cultura democratica” che dal Pd spiehano in questo modo: “A luglio andremo incontro a un possibile enorme deficit di democrazia poiché saranno molti i cittadini che, per paura, rinunceranno a recarsi ai seggi”.
3) Qui si parla di valenza economica: “La nostra regione – dicono i democratici – uscirà profondamente ferita da questa pandemia. L’ente Regione dovrebbe essere al fianco di imprese e lavoratori e non soltanto per fare campagna elettorale, ma con azioni sobrie ed estremamente concrete”.
4) L’appello riguarda la “serietà istituzionale: la fase, graduale di riapertura, sarà un momento estremamente delicato e da governare con assoluta lucidità e non confondendo i proclami elettorali con le disposizioni per la sicurezza di tutti. Il presidente Zaia, in queste settimane si è posto come il difensore della salute dei veneti, prendendosi ampiamente i meriti che invece andavano riconosciuti al sistema sanitario e a quello della ricerca. Cosa fa adesso che viene questo momento così complesso? Va in campagna elettorale e non difende più nessuno?”.
5) Riferimento “a uno dei driver principali della nostra economia: il turismo. Se si potrà far ripartire questo fondamentale comparto, pur con tutte le cautele, perché compromettere parte della stagione “sacrificando” diverse settimane, potenzialmente dedicabili alle vacanze, con le elezioni?”.
6) Ultimo motivo “che non si ricorda mai abbastanza: la scuola. Se i nostri ragazzi potranno ritornare in classe dovranno farlo, con ogni probabilità, i primi giorni di settembre per non rischiare, in coso di recrudescenza del virus in novembre, di sacrificare un altro anno scolastico. Ovviamente il settore del turismo, viceversa, chiederà che le scuole possano aprire più tardi. Senza elezioni a luglio questo “conflitto” tra due interessi assolutamente legittimi, non si produrrebbe”.
Affondo finale: “Caro Zaia, il tuo cavallo di battaglia (sarebbe scorretto “mantenere” un consiglio di prorogati) non regge: i problemi veri sono quelli che abbiamo elencato noi e non il tuo tentativo di nascondere dentro un populismo molto demodé, il tuo reale interesse che è e resta quello di capitalizzare l’enorme visibilità di queste settimane”. Provocazione: “La tua paura – concludono dal Pd – è che finalmente qualcuno ti chieda conto del fatto che non stai mettendo un euro per sostenere il sistema economico e produttivo a differenza di quanto stanno facendo numerose altre regioni, Emilia Romagna in primo luogo”.

Giorgio Gasco
Giornalista