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Un libro per l’estate. Le letture suggerite da Fastbook

Cosa leggere sotto l’ombrellone? Ecco un libro per l’estate., le letture suggerite da Fastbook.

IL ROMANZO DELLA ROSA

Storie di un fiore

Anna Peyron

Editore:  Add Editore

Collana:  Saggi
Prezzo: 16,00

Trentasette milioni di anni fa, la rosa compare sulla terra. L’hanno rivelato i fossili ritrovati in Oregon e in Colorado confermandoci che in tempi preistorici crescevano specie diverse di rose, le stesse presenti ancora oggi nell’emisfero settentrionale. La storia del fiore, dalla sua genesi a tutto il Settecento, è un’introduzione al cuore del libro di Anna Peyron, che comincia con una data precisa: il 21 aprile 1799, quando Marie Joseph Rose Tascher de La Pagerie, nata in Martinica in una famiglia creola di coloni bianchi francesi, compra una tenuta circondata da un parco. È Giuseppina Bonaparte, e sta comprando Malmaison. Qui allestisce un giardino ben presto più famoso del suo salotto, dove intesse relazioni, riceve imperatori e zar, circondandosi innanzitutto di architetti paesaggisti, botanici, zoologi, chimici, naturalisti, matematici che la aiuteranno a trasformare Malmaison in un luogo di armonia e bellezza. Dopo Giuseppina il romanzo continua con le rose cinesi che viaggiano nelle stive delle navi insieme al tè. Continua con le rose coltivate nei giardini d’America, persino di Alcatraz. Le rose degli English Gardens che traboccano di galliche, alba, centifoglie e muscose. Le rose nei giardini in Sudafrica sia pubblici che privati. E, per finire, le rose in Australia. Attraverso persone e luoghi, giardinieri e giardini, colori e profumi Anna Peyron ricostruisce una storia di rose, donne, uomini, artisti, scrittori accomunati da una sola grande passione. Prefazione di Ernesto Ferrero.

 

LA SIGNORA TRASFORMATA IN VOLPE

David Garnett

Editore:  Adelphi

Collana:  Fabula
Prezzo:  15,00

 

«Scapestrati, stravaganti, ingenui, incompetenti, eccentrici e industriosi oltre ogni limite»: così nel 1930, in una lettera al nipote Quentin, Virginia Woolf definiva i componenti di quello che fu il gruppo di Bloomsbury.

Dello spirito di Bloomsbury David Garnett è stato capace di catturare nei suoi libri la quintessenza: lo humour, la leggerezza, la finezza, ma anche la capacità di penetrare a fondo nelle pieghe dei comportamenti amorosi. Qualità che rendono unico questo conte fantastique, dedicato a quel Duncan Grant che era stato il suo amante e che lo avrebbe poi visto, molto tempo dopo e molto controvoglia, sposare, cinquantenne, la figlia che lo stesso Duncan aveva avuto da Vanessa Bell e a cui il marito di quest’ultima aveva dato serenamente il proprio nome (i triangoli erano la specialità degli «scapestrati»). La storia della bella Silvia Tebrick, che un giorno, senza preavviso, si tramuta in una volpe sotto gli occhi stupefatti del marito (il quale continuerà ad amarla e accudirla anche quando lei comincerà, inesorabilmente, a inselvatichirsi), può essere letta (e lo è stato) come una lettera in codice indirizzata a Grant, o come un apologo sulla sessualità femminile, o ancora come un’allegoria dell’amore assoluto – oppure, e sarebbe la scelta più avveduta, la si può semplicemente assaporare, abbando­nandosi al piacere di una lettura che è pu­ro, brillante divertimento.

 

IL VENTO IDIOTA

Peter Kaldheim

Editore:  E/O
Collana: Dal Mondo

Prezzo: 17.00

Se on the road ci finisci perché un feroce trafficante di droga ti sta dando la caccia e tu non stai cercando “l’assoluto” ma solo la pelle salva e un po’ d’umanità per scaldarti il cuore, se il tuo sense of humour ti consente, mentre dormi all’addiaccio e rimugini sugli errori commessi, di raccontare un’America balorda e grandiosa al tempo stesso, allora sei Peter Kaldheim e hai scritto questo bellissimo libro.

«Il vento idiota è un memoir irresistibile. La scrittura di Kaldheim raccoglie il lascito di Orwell, Kerouac e Fred Exley». – Jay McInerney

«Avevo trentasette anni, ero disoccupato e senza il becco di un quattrino. Come se non bastasse, non avevo una casa – se si esclude l’armadietto a pagamento alla Penn Station nel quale tenevo vestiti e articoli da bagno. In breve, la mia vita era diventata qualcosa di cui era impossibile vantarsi, alla quale si poteva soltanto sopravvivere, e la colpa era soltanto mia e dei miei complici: alcol, cocaina e una vena radicata di quella che il mio vecchio professore di filosofia greca avrebbe definito akrasia – una debolezza della volontà che porta ad agire andando contro ogni buonsenso. Se il greco non fa per voi, datele il nome che le ha dato Bob Dylan: Idiot Wind, vento idiota. Era così che mi ero rassegnato a chiamarlo io, e da quasi dodici anni quel vento infuriava nella mia vita facendola a pezzi. L’avevo visto portarmi via tutto ciò che avrebbe dovuto contare qualcosa. Il mio matrimonio. La mia carriera. Il rispetto dei miei genitori e dei miei amici. Persino un posto dove dormire la notte. Tutto spazzato via. Sparito assieme al vento idiota».

Trent’anni dopo Jack Kerouac, l’autore di questo divertentissimo (ma assai tosto) memoir ne segue le tracce, spostandosi in autostop e dormendo in alloggi di fortuna, rifugi per senzatetto e sotto i cavalcavia. Lungo la strada incontra un’umanità derelitta fatta di tossici e barboni, hippie e reduci del Vietnam e anime perse capaci di inaspettato altruismo. Ci lascia così un quadro di un’America che non finisce mai di stupirci.

 

TORNARE A CASA

Dorte Hansen

Editore:  Fazi

Collana:   Le Strade
Prezzo: 18,50

Il libro dell’anno per «Der Spiegel» e per i librai tedeschi.

«Il nuovo romanzo di Dörte Hansen è un evento letterario, le sue lettrici e i suoi lettori ne saranno giustamente entusiasti». – Der Spiegel

«Raramente un libro è stato tanto incalzante». – Frankfurter Allgemeine Zeitung

«Un grande racconto di delicata malinconia e un meraviglioso monumento ai piccoli paesi di un tempo». – NDR Kultur

Quando un bambino nasce in un paesino di provincia dove di bellezza non c’è neanche l’ombra, è figlio di una ragazzina affetta da ritardo mentale e fin da piccolissimo viene messo in piedi su una cassa a spillare birra al bancone di una locanda, il fatto che da adolescente frequenti il liceo è piuttosto sorprendente; se poi diventa un professore universitario e decide di lasciarsi tutto alle spalle, l’evento è più unico che raro, e in paese c’è chi lo vive come un tradimento. Nel momento in cui, alla soglia dei cinquant’anni, l’uomo fugge da una vita accademica insoddisfacente e da un’ambigua convivenza a tre in un appartamento in cui non si diventa mai adulti per tornare a casa e prendersi cura dei nonni – Sönke, l’oste arroccato nella sua locanda semi abbandonata, ed Ella, che la vecchiaia ha reso capricciosa e imprevedibile -, due realtà apparentemente inconciliabili si scontrano, dando vita a una crepa profonda dalla quale tutto torna a galla. Il ritorno a Brinkebüll diventa così un’occasione per riscoprirsi e reinventarsi: ci sono conti da saldare, ruoli da invertire e tante tappe da rivisitare prima di muovere il primo passo verso il cambiamento. Il contrasto fra due mondi, il nostro passato e il nostro presente, le famiglie da cui proveniamo e quelle che ci siamo scelti, è la sostanza da cui germoglia questo romanzo, che racconta l’evoluzione di un paesino e i destini individuali dei suoi abitanti con dolcezza, ironia sottile e una vena di malinconia.

 

NON E’ UNA PARENTESI

Una rete di complici per assetati

di novità

Derio Olivero

Editore:  Effatà

Collana:  Comunicare l’Assoluto
Prezzo: 13,00

 

 

Il tempo dell’epidemia Covid non è una parentesi. Ci ha parlato, parla, urla. Non possiamo tornare alla società e alla Chiesa di prima. Dobbiamo ricostruire, anzi «costruire sognando» (Ezio Bosso) una nuova società e una nuova Chiesa. In questo libro alcuni miei amici che credono seriamente al domani come promessa e buona opportunità condividono stimolanti riflessioni. In modo lucido e sorprendente troverete interessanti sentieri che si apriranno davanti a voi. Buona lettura e buon cammino. Derio: “Siamo su una barca sballottata, ma insieme siamo una forza. Insieme possiamo tornare a sperare.”


Marta Liliana Boresi

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