Michael Chaves, già regista de La Llorona (2019), torna ad esplorare il cupo e terrificante “The Conjuring Universe” e questa volta per dirigere il sequel della saga originale, che il regista ha contribuito a integrare con lo spin-off che gli ha aperto, nonostante le critiche e le leggerezze, le porte dell’inferno presieduto da sua maestà, il maestro del new horror, James Wan.
Ed ecco allora che Vera Farmiga e Patrick Wilson tornano a vestire i panni dei due demonologi più famosi della storia: i coniugi Warren. Il film è ispirato al processo per omicidio di Arne Cheyenne Johnson avvenuto nel 1981, noto anche come “Demon Murder Trial”. L’uomo tentò di reclamare la sua possessione omicida come difesa, ma fu comunque condannato alla prigionia. Chaves, su sceneggiatura di David Leslie Johnson, indaga per l’occasione il tetro universo del satanismo, puntando a un thriller/horror che fa delle sette sataniche e della magia nera il nemico dei Warren. Se infatti le sequenze iniziali ci riportano al tòpoi della casa infestata, subito dopo il copione segue il thriller demoniaco e ci porta nell’universo sconsacrato di un rapporto padre/figlia dove, a farla da padrone, è stato il Male assoluto: il diavolo in persona. Lo stesso che, come da sottotitolo del film, muove le fila di questo universo sanguinario e maledetto. Si esplora quindi l’universo satanico, con citazioni e rimandi ai capostipiti del genere, da L’esorcista ai più recenti e fortunati titoli, che si sprecano per tutti i 112 minuti di durata. Funziona alla perfezione Eugenie Bondurant nel ruolo dell’occultista, come anche la comprovata coppia artistica Farmiga/Wilson, che ancora una volta fanno del loro amore lo scudo contro ogni male e maledizione, totem demoniaco, simbologia maligna. Sì, perché, ancora una volta a far trionfare i due, questa volta contro il Maligno evocato in persona da una sua adepta, è proprio il loro amore reciproco, che si rivelerà l’arma principale per affrontare e distruggere il seme del male. Non manca la tensione, i momenti spettacolari e nel complesso il risultato finale tiene ancora una volta alta l’asticella del gradimento. Da vedere, per gli amanti della saga.

Alessia Urrata