Ancora una volta James Wan, o meglio la sua “creatura” Jigsaw, torna a invadere il grande schermo di sangue. Ma se ormai John Kramer è definitivamente morto, c’è ancora chi è pronto a coglierne l’eredità perversa destinata a riportare in vita “L’Enigmista”. Una serie di omicidi ai limiti del sadismo costringono la coppia di detective di una metropoli americana formata dal cinico Zeke Banks (Chris Rock), figlio del detective Marcus Banks (Samuel L. Jackson) e dal suo giovane partner William Schenk (Max Minghella), a doversi confrontare con un caso che rievoca fantasmi dal passato. Non solo a livello emulativo. I macabri fatti di sangue infatti tessono un vero e proprio fil-rouge che comporrà, come un macabro puzzle, un quadro caratterizzato da quello che anche il nuovo Jigsaw definisce cupamente “gioco”, in onore del suo mentore. Reboot della saga avviata da James Wan con l’omonimo e fortunato titolo che gli è valso la carriera, diretto da Darren Lynn Bousman, Spiral è un film che purtroppo risente della trita e ritrita (è il termine adatto) trama e che non lascia molto spazio alla dimensione originale. Con questo ulteriore capitolo, la saga amplia questa volta l’obiettivo e guarda alla città in senso stretto quale segno del “male” da correggere attraverso l’epurazione. E ancor più, colpisce la città da dentro, colpendola nella sua istituzione principale: la polizia. L’Enigmista infatti torna in azione per punire la corruzione in divisa, e quale migliore occasione per farlo se non sedere all’interno della centrale di polizia? L’interpretazione non eccelle e il copione purtroppo non regge il confronto con gli altri thriller della saga. Occasione sprecata, e neppure la partecipazione di Samuel L. Jackson è bastata ad elevare il livello del girato. Con buona pace di John Kramer.

Alessia Urrata