Diretto da Matt Reeves, da sempre grande fan dell’ormai ribattezzato cavaliere oscuro, The Batman è un film a tinte ancor più cupe di quanto si potesse immaginare o a quanto sinora Hollywood ci aveva abituati, con la somma prova di Nolan e della sua trilogia.
A vestire i panni del giustiziere, anche se nella rivisitazione attuale sarebbe più corretto parlare di vendicatore, è Robert Pattinson, attore balzato agli onori di cronaca e al grande pubblico per il suo immortale ruolo nella saga vampiresca Twilight, coadiuvato per il cinecomic da Zoe Kravitz (Catwoman), Paul Dano (L’Enigmista), Jeffrey Wright (commissario Gordon), John Turturro (Carmine Falcone), Colin Farrell (poi Pinguino) ed Andy Serkis (Alfred Pennyworth).
Nella notte di Halloween, un omicidio sconvolge l’opinione pubblica di Gotham. Sul cadavere della vittima, un biglietto rivolto proprio all’uomo pipistrello. Ed è da questo momento, che prende il via The Batman, cinecomic a tinte thriller/action che ci presenta Bruce Wayne, nel corso di 2 ore e 55 minuti, sotto una nuova veste: quella di investigatore, spinto dal desiderio di vendetta. Non solo, però. Quello che ci viene presentato da Reeves, è un Wayne che in qualche modo il regista, che ha co-sceneggiato il film assieme a Peter Craig, ci ha già fatto conoscere, pur portandolo per la prima volta sullo schermo: Pattinson/Wayne infatti vive da due anni rintanato nella Wayne Tower, alla ricerca di se stesso. È ormai diventato un temuto vigilante mascherato che terrorizza la criminalità di Gotham, vero e proprio comparto economico in un luogo di perdizione dove il malaffare, rappresentato da Falcone, non conosce confini. Ma Falcone è pura facciata, in una realtà che marcisce dall’interno, non escludendo le istituzioni.
Una serie di omicidi, messi a segno da un inquietante personaggio, a sua volta mascherato (L’Enigmista) e che per stessa ammissione del regista ha in qualche modo voluto ricalcare le orme del sanguinario serial killer noto come Zodiac, stravolgono il già non ordinario di Wayne, e da qui parte un gioco perverso fatto di indizi e indovinelli, che porterà lo stesso Bruce a scoprire se stesso ma, ancor più, il vero volto di quel padre “simbolo del martirio”, ma in realtà non puro.
E ancora una volta, anche se mai come ora, Gotham è il luogo del sé e dell’inconscio, simboleggiato proprio da quel buio che pervade l’intera pellicola, grazie all’ottima fotografia di Greig Fraser, e che ci incute costantemente paura e tensione, come nel miglior thriller che si possa desiderare. E l’ottima interpretazione messa a segno da Paul Dano incornicia il lavoro di Reeves, con un sequel già annunciato, come un giallo con protagonista Batman sulle tracce di uno spietato serial killer. Ma che, come ogni profilo sanguinario che si rispetti, uccide rincorrendo una “sua” logica: L’Enigmista farà scoprire infatti a Wayne il doppio volto delle sue vittime, fino a condurre Wayne in un girone dantesco dal quale ne uscirà, seppur vincitore, sconfitto nell’animo. Abbattuto proprio da quella verità che ha tanto cercato.
Un capolavoro gotico che nulla ha da invidiare ad altri titoli legati al personaggio fumettistico.

Alessia Urrata