Uno dei nomi più importanti del cinema italiano di genere e non, Michele Soavi, viene raccontato e si racconta, in esclusiva per la prima volta, in un interessante quanto singolare documentario a firma di Claudio Lattanzi, suo amico e collaboratore, oltre che fan.
Sin dal titolo, mero omaggio a quella pionieristica quanto rappresentativa pellicola slasher di casa nostra, oggi nota come Deliria (titolo di lavorazione Aquarius), Lattanzi cerca, e riesce nell’intento, di passare in rassegna quell’epoca d’oro del cinema italiano che vede il regista milanese spiccare tra i big, al fianco dei quali lavora ed opera, ma senza ereditarne stili o tecnica. No, perché Soavi, non vuole essere l’erede di Argento o Bava, ma vuole dare spazio alla sua arte e creatività, innovazione e ingegno dietro la macchina da presa. E questo emerge in maniera egregia dall’opera monumentale realizzata da Lattanzi che, munitosi di materiale di prima mano, ha saputo catturare e soprattutto condensare, cosa non scontata quando si ha dinnanzi una filmografia copiosa come quella di Soavi, tutto ciò che di più rappresentativo vi è del regista.
Il doc di Lattanzi è un mix esplosivo di immagini e suggestioni, il regista ci parla del protagonista in maniera trasversale, e da una soggettiva unica. Non una mera ricostruzione cronologica, quindi, ma la narrazione suggestiva di una storia lunga quarant’anni. Da non perdere!

Alessia Urrata